Rivista "IBC" XXII, 2014, 1

musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni

L’enigma Escher. Paradossi grafici tra arte e geometria, a cura di M. Bussagli, F. Giudiceandrea, L. Grasselli, Ginevra-Milano, Skira, 2013.
Il mondo di Escher

Enzo Vignoli
[collaboratore della rivista "OLFA. Osservatorio letterario Ferrara e l'Altrove"]

Per il forte consenso di pubblico, il 23 marzo 2014, un mese dopo la data inizialmente prevista, si è conclusa al Palazzo Magnani di Reggio Emilia la mostra “L’enigma Escher. Paradossi grafici tra arte e geometria”. Chi l’ha visitata, testimonierà che solo la vicinanza immediata alle incisioni di Maurits Cornelis Escher (1898-1972) sa offrire un ventaglio completo della potenzialità di queste fantasmagorie grafiche, sulle quali si aprono mondi diversi a seconda della distanza, della direzione e della disposizione con cui lo sguardo vi si va a posare.

Parole come “sogno”, “attrazione magnetica”, “infinito”, “spazio”, sebbene necessarie e frequenti all’interno del ricco catalogo edito da Skira, sembrano insufficienti a evocare la potenza di tali suggestioni che, pur fermate su semplici fogli bidimensionali, contraddicono la “verità” dei sensi. Anche limitandosi alla lettura del saggio conclusivo di Piergiorgio Odifreddi, coordinatore del comitato scientifico che ha curato la mostra, ci si rende conto della serietà dell’apparato tecnico che ha presieduto l’iniziativa. Tutti gli scritti del volume contribuiscono, però, a dare un quadro efficace di Escher e del suo mondo, che risente sia degli influssi dell’arte, sia dei legami con la scienza e la musica, sia, infine, dei rapporti con una contemporaneità di cui a volte l’artista sembra non essere neppure a conoscenza.

Qua e là, cogliendo di volta in volta affermazioni dirette o ricordi di seconda mano, avvertiamo che Escher non si sentiva né un artista in senso stretto, né un matematico puro. Sembrava essere a metà di un guado e cercava di tenere insieme tutte quelle differenti espressioni con risoluta disciplina, tentando, allo stesso tempo, di fonderle gioiosamente, per mezzo di una memoria infantile in cui regnavano il gioco e il bisogno di cercare una dimensione sconosciuta.

Questa anomalia portò al mancato riconoscimento da parte del mondo accademico, che non sapeva dove collocare con precisione Escher e sovente se la cavava tacciando le sue opere di freddezza. Maggior fortuna l’incisore olandese incontrò con matematici e scienziati che mostrarono di apprezzare e condividere le sue ricerche, tanto da illustrare i loro testi con alcune delle sue fantasie grafiche. Ci fu, invece, un rapporto decisamente conflittuale con gli hippies, che si opponevano alle costrizioni e alle convenzioni formali a cui l’umanità viene assoggettata. I cosiddetti “figli dei fiori” assimilarono il rigoroso ascetismo formale di Escher alla loro fuga dal reale per mezzo di esperienze psichedeliche legate all’assunzione degli stupefacenti. Sebbene questa assonanza possa apparire verosimile di fronte ad alcune delle sue opere grafiche, Escher la rifiutò sdegnosamente, indicando, invece, la strada della ricerca delle deformazioni spaziali come il faro a cui lui aveva sempre fatto riferimento.

Chi ha visitato la mostra potrà testimoniare sulla situazione di instabilità indotta dal contatto visivo con queste incisioni, per cui si avvertono sensazioni opposte a seconda di come ci si colloca dinnanzi a esse. Immagini concave si trasformano in un attimo in figure convesse. Paesaggi con prospettiva bidimensionale sfociano in imprevedibili esiti tridimensionali, in cui l’immagine sembra contraddire sé stessa e i nostri sensi. Tanto che, se ci si lascia andare a tale forma di provvisorietà, può subentrare un disorientamento che confina con l’ebbrezza. Forse si potrebbe affermare che le cosiddette figure impossibili, come vengono definiti i paradossi geometrici di Escher, sono tali da un punto di vista logico, pratico e razionale. Trovano, però, una loro vita e una dignità etica e spirituale come frutto dell’immaginazione.


L’enigma Escher. Paradossi grafici tra arte e geometria, a cura di M. Bussagli, F. Giudiceandrea, L. Grasselli, Ginevra-Milano, Skira, 2013, 251 pagine, 35,00 euro.



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