Rivista "IBC" XXI, 2013, 4
Dossier: Missione restauro
musei e beni culturali, dossier /
Da qualche anno l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) ha avviato il progetto di informatizzazione dei dati relativi ai restauri finanziati con le leggi regionali 20-1990 (anni 1991-1993) e 18-2000 (anni 2000-2010). Le diverse annualità fanno riferimento ai piani museali attraverso i quali, ogni anno, i contributi vengono assegnati ai diversi istituti presenti sul territorio, che di volta in volta ne fanno richiesta, selezionati in base alle priorità.
A conclusione di ogni intervento, il restauratore che lo ha eseguito consegna all'IBC la documentazione a esso inerente, comprensiva di una documentazione scritta relativa allo stato attuale dell'oggetto, a eventuali indagini diagnostiche e alla relazione tecnica, nella quale vengono descritte le operazioni eseguite per riportare l'oggetto a una condizione di stabilità, rendendolo così fruibile al pubblico. A corredo dello scritto viene inserita la documentazione fotografica e grafica, se presente, realizzata in vari formati: diapositive, photocolor, stampe per le annualità passate (1993-2000); formato digitale su CD o DVD (dal 2000 al 2010). Tutto il materiale è conservato in IBC all'interno di faldoni ordinati per piani museali.
Per razionalizzare questa documentazione e renderla fruibile sia per ricerche interne all'Istituto sia per indagini esterne, è stata predisposta una scheda di rilevamento che permette di inserire le informazioni nella banca dati del Catalogo del patrimonio culturale, consultabile sul sito www.ibc.regione.emilia-romagna.it. Il sistema raccoglie tutte le risorse digitali acquisite dall'IBC nel corso degli anni e derivate dalle varie attività svolte presso i musei e le raccolte museali presenti sul territorio regionale: valorizzazione, catalogazione, restauro.
La scheda di restauro, in particolare, è stata creata mutuando le voci inserite nella documentazione relativa alle richieste di preventivo (per esempio: notizie storico-critiche e stato di conservazione dell'opera) e nella relazione tecnica consegnata a restauro ultimato, e aggiungendo i dati amministrativi utili ai fini della ricerca per identificare e diversificare fra loro i vari interventi (piano museale, numero dell'atto di affidamento, eccetera).
Le tipologie su cui l'IBC è intervenuto nel corso degli anni sono state molteplici: dagli affreschi (dei Musei civici d'arte antica di Palazzo Schifanoia, a Ferrara) ai dipinti (conservati in varie pinacoteche e gallerie), dagli oggetti relativi al lavoro contadino ai reperti archeologici provenienti dagli scavi (di Verucchio e di Monterenzio), dalle ruote idrauliche (del Museo di San Marino di Bentivoglio, a Bologna) ai lancioni da pesca (come la "Saviolina").
Il panorama degli interventi è molto vasto ed eterogeneo, in quanto, oltre a restauri veri e propri, sono state finanziate anche attività di disinfestazione su alcuni materiali specifici, come gli oggetti in legno conservati presso il Museo degli usi e costumi della gente di Romagna, a Santarcangelo di Romagna, o su intere sale, come nel caso del "Castello dei Burattini - Museo Giordano Ferrari" di Parma. Vanno aggiunti anche il progetto "MUSA" per il monitoraggio delle condizioni microclimatiche interne ai musei che ospitano le opere, di cui alcune schede della banca dati riportano una breve sintesi, e il progetto-pilota, appena avviato, che si occupa di rilevare lo stato conservativo dei dipinti per attuare un piano di monitoraggio sulle loro condizioni di salute.
Nel database del restauro si trovano 406 schede di restauro, di cui solo 385 visibili e consultabili all'esterno, poiché alcuni di essi, avviati con gli ultimi piani museali, sono ancora in corso. Le schede sono state realizzate creando un modello generico, all'interno del quale sono state inserite e/o modificate le voci specifiche relative alla tipologia dell'oggetto da schedare.
All'apertura del Catalogo del patrimonio culturale (bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/samira/ v2fe/index.do) il database si trova nell'elenco di destra, sotto la voce "Conservazione - Interventi di restauro". Aprendo questo collegamento si accede a un elenco di schede con i dati minimi, utile per identificare la tipologia dell'intervento oltre al totale delle schede pubblicate. La visualizzazione è composta da alcune colonne che indicano rispettivamente: intervento, oggetto, nome scelto (autore), sede, provincia, comune e un'immagine che identifica uno degli oggetti. Selezionando ognuna delle colonne, i dati in esse contenuti possono essere ordinati in modo crescente o decrescente.
A questo punto si può scegliere di scorrere tutto l'elenco o entrare all'interno di una scheda per approfondire le informazioni relative all'opera e alle metodologie di restauro o manutenzione eseguite. La schermata della scheda vera e propria presenta in alto a sinistra il nome dell'istituzione museale che conserva l'opera, seguita da una galleria fotografica che propone una selezione di immagini per documentare le varie fasi del restauro.
In alto a destra, alla voce "altri restauri nello stesso museo", si può ampliare la ricerca per vedere quanti interventi sono stati realizzati presso lo stesso museo.
Al centro della visualizzazione viene proposto l'elenco delle opere sulle quali si è intervenuti ordinato per: tipologia dell'oggetto, soggetto che vi è rappresentato e autore che lo ha eseguito (se presente), collegato alla banca dati sugli Autori interna al database istituzionale. In quest'area sono inoltre visibili i collegamenti con le altre schede presenti all'interno delCatalogo del patrimonio culturale (dalle OA alle BDM, alle OAC), che si aprono semplicemente selezionando la voce "scheda collegata", nel caso si cerchino informazioni più esaustive sull'oggetto.
A seguire si trovano brevi notizie storico-critiche sull'oggetto e una descrizione sintetica sullo "stato attuale" dell'opera sul quale si è intervenuti. Il nucleo principale della scheda è quindi costituito dalla descrizione dell'intervento vero e proprio, visualizzato in maniera schematica in base a macroattività: pulitura, consolidamento, stuccatura, integrazione pittorica e trattamenti finali. Nel caso siano stati effettuati interventi particolari (quali per esempio radiografie a raggi x), queste saranno presenti in calce alla scheda con una breve spiegazione.
In alto a destra, alla voce "link esterni", compaiono, se presenti, ulteriori approfondimenti in merito al restauro: pubblicazioni, collegamenti alle varie sezioni del sito relative a iniziative di valorizzazione dell'oggetto stesso a restauro ultimato.
La scheda, oltreché visualizzata, può essere anche stampata tramite l'apposito pulsante presente in basso a destra con il quale si genera automaticamente un file PDF.
Nel caso sia necessaria una ricerca più mirata, si possono utilizzare le varie chiavi di ricerca a disposizione: libera e avanzata. Utilizzando il primo metodo, dopo aver selezionato dal menù a tendina "Interventi di restauro", la parola digitata viene ricercata nei vari campi della scheda. La seconda chiave, invece, è più mirata poiché consente di ricercare per tipologia di oggetto, soggetto, provincia, comune, località e sede museale, grazie all'icona a forma di libro che si trova a destra di ogni campo. L'elenco degli oggetti riporta in ordine alfabetico tutte le tipologie presenti all'interno del database, identificate in base alle liste terminologiche ministeriali per i beni storici, artistici e archeologici con il totale per ogni tipologia.
La varietà e la vastità del materiale inserito, corredato da immagini fotografiche, unite alla possibilità di approfondire la ricerca grazie ai vari collegamenti presenti all'interno della scheda (altri database a essa collegati), permettono di avere una visione generale non solo sul patrimonio restaurato ma anche sull'attività specifica dell'Istituto regionale per i beni culturali nei vari ambiti di valorizzazione, catalogazione e restauro.
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