Rivista "IBC" XXI, 2013, 4

Dossier: Missione restauro

musei e beni culturali, dossier /

Signore e signori, in carrozza

Marta Cuoghi Costantini
[IBC]

Cose e persone si muovono oggi con una facilità e una rapidità senza precedenti. È il punto di arrivo di un processo che si è sviluppato con lentezza per lunghissimo tempo ma che nell'ultimo secolo ha subìto un moto di accelerazione a cui sono conseguiti mutamenti profondi, non solo nell'ambito dei trasporti e della mobilità ma nella società stessa. Un importante segmento di questo lungo percorso, quello che va dalla metà del Settecento agli anni Trenta del Novecento, trova concreti e puntuali riscontri nella bella e ricca collezione di carrozze storiche che si conserva a Piacenza, all'interno dei Musei Civici di Palazzo Farnese.

Anche questa raccolta, come molte altre, nasce grazie alla passione di un collezionista, il conte Dionigi Barattieri di San Pietro, che intuì l'importanza storica e documentaria delle carrozze proprio nell'epoca in cui questi mezzi stavano per essere dismessi e sostituiti dalle moderne automobili e con lungimiranza si adoperò per sottrarli alla dispersione e alla dimenticanza. Il nucleo originario, composto da una trentina di veicoli, pervenne al Comune di Piacenza nel 1948 tramite il conte Silvestro Brondelli in Brondello, nipote ed erede di Barattieri; nei decenni successivi, altri importanti esemplari fecero il loro ingresso, acquistati o ricevuti in dono da privati, e oggi la raccolta si qualifica come uno dei più importanti centri di documentazione sulla storia dei trasporti del panorama nazionale. La gamma dei modelli rappresentati è infatti varia e significativa: berline da città e diligenze per lunghi percorsi, calessi e carrozzini, carri e macchine da lavoro appaiono oggi testimonianze formidabili di una precisa stagione storica e di un intero modo di vivere.

Dopo alcuni cambi di sede, le carrozze hanno trovato una collocazione stabile negli spazi sotterranei di Palazzo Farnese, che con le loro grandi cubature rappresentano la sede ideale per ospitare oggetti tanto ingombranti e conferiscono suggestione e interesse al percorso di visita. Un percorso che di recente è stato rinnovato con l'aiuto di pannelli didascalici per guidare il pubblico dei visitatori in un piacevole viaggio attraverso la storia dei trasporti.1


Per raggiungere questo elevato standard museale e mantenerlo nel tempo è stato necessario molto lavoro e il supporto di vari enti e istituzioni territoriali, tra cui anche l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, che ha contribuito in modo significativo attraverso la promozione e il finanziamento di alcuni importanti interventi conservativi, sempre realizzati in stretta collaborazione con l'amministrazione comunale, la direzione dei Musei Civici e la Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Parma e Piacenza.

Avviata nel 1996 sotto forma di cantiere-scuola con risorse della legge regionale 20-1990, la campagna di manutenzione ha interessato inizialmente 17 mezzi che necessitavano di pulitura generale, riparazioni e integrazioni di parti danneggiate, fissaggio delle tinte originali. I lavori sono proseguiti negli anni successivi con finanziamenti della legge regionale 18-2000, grazie ai quali, tra 2006 e 2008, sono stati affrontati i problemi conservativi dei rivestimenti tessili di 2 importanti esemplari settecenteschi: la berlina di gala marcata "F. Loyer", del 1750 circa, e quella cosiddetta "dei Vescovi di Piacenza", della fine del secolo.

Tra 2007 e 2009 è stata poi la volta dei corredi interni ed esterni di 8 diversi mezzi, tra cui una rara portantina genovese del XVIII secolo, carrozzelle da passeggio per neonati e diversi modelli del XIX secolo marcati dai noti costruttori milanesi Francesco e Cesare Sala. Infine l'ultimo intervento, realizzato tra 2009 e 2011, ha riguardato il restauro completo di 2 importanti veicoli scoperti, a quattro ruote, della metà del Settecento, con ripristino della meccanica, disinfestazione e trattamento delle ruggini, riparazione o integrazione di cuscini e rivestimenti, recupero delle laccature originali.


Ma cosa significa, in concreto, eseguire un restauro di carrozze storiche? E che tipo di abilità sono necessarie? Contrariamente a quanto si potrebbe supporre, per affrontare i problemi conservativi di oggetti così particolari e complessi occorrono competenze ampie e approfondite. Bisogna innanzitutto saper individuare e risolvere i problemi conservativi dei diversi materiali costitutivi. Perché il recupero non sia solo apparente e il restauro non si riduca a una semplice operazione di maquillage occorre poi conoscere la meccanica di questi mezzi e il loro particolare funzionamento. Sono infine necessari sensibilità e gusto estetico per poter agire sulle laccature esterne e sui raffinati rivestimenti tessili e in cuoio che conferivano eleganza ma anche comodità ai loro interni.

Nella sua accezione storica il restauro è per antonomasia sinonimo di lavoro artigianale, prassi, esperienza di bottega, in particolare quando il banco di prova è costituito da oggetti d'uso come le carrozze storiche. Ma nella realtà attuale questo orizzonte non è più sufficiente; per confrontarsi con spirito moderno con i problemi conservativi del nostro vasto ed eterogeneo patrimonio occorre integrare l'abilità artigiana con metodi scientifici. Il restauratore che verrà dovrà avere titolo di studio e preparazione teorica adeguati, effettuare indagini diagnostiche sofisticate, essere permanentemente aggiornato sulle nuove tecnologie.

Non sappiamo però se il futuro saprà tramandare l'enorme bagaglio di sapienza artigianale che deriva dall'esperienza, la cui trasmissione avviene necessariamente nell'ambito della bottega. Anche per questo, in un momento delicato di transizione come quello che il mondo del restauro vive in questi anni, ci è parso importante ricordare i brillanti risultati del lungo e capillare lavoro di conservazione compiuto nell'ultimo ventennio sulle carrozze di Piacenza e il protagonista principale di questi lavori, Ettore Aspetti, raffinato conoscitore della materia, restauratore paziente e tenace che sapeva mantenere sempre vivo il legame con la storia coniugando, con misura, sapere tecnico, abilità artigianale e sensibilità artistica.


Nota

(1) Per approfondimenti: S. Pronti, Le carrozze. Storia e immagini riviste attraverso la Collezione civica piacentina, Piacenza, Comune di Piacenza - Museo civico, 1985; Le carrozze. La raccolta di Palazzo Farnese a Piacenza, a cura di S. Pronti, Milano, Skira, 1998. Sulle ultime vicende museografiche e sulle attività didattiche: F. Fabbri, Nuovo percorso al Museo delle Carrozze, "Panorama Musei", XVI, 2011, 1, pp. 1-3; F. Fabbri, Le carrozze raccontate ai bambini, "Notiziario del Gruppo Italiano Attacchi", 2011, 2, pp. 36-37.

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