Rivista "IBC" XXI, 2013, 2
Dossier: Un racconto che si rinnova - Verso il 70° della Resistenza e della Liberazione
musei e beni culturali, biblioteche e archivi, dossier /
È tempo di vigilia per il settantesimo anniversario della Resistenza e della lotta di Liberazione. Presto inizieranno le feste, e speriamo che proprio feste siano. E arriveranno certo i giorni delle celebrazioni e quelli per ricordare.
Noi - mentre qui all'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna ci prepariamo al nuovo anniversario sul tratto di storia italiana che Ezio Raimondi, al tempo del quinto decennale, definì l'"evento decisivo della nostra storia nazionale" - proviamo in questo dossier della nostra rivista a riannodare fra loro certi fili di memoria; convinti come siamo che mai come oggi avremmo bisogno di quella "sorta di museo della coscienza", che proprio il professore ci ha sempre invitato a immaginare come officina permanentemente aperta al ricordo che ogni giorno si rinnova (perché "mentre la memoria continua nella sua elaborazione e illumina avvenimenti, figure, emozioni, il lavoro storiografico approfondisce le sue domande, affina e trasforma le sue categorie interpretative di fronte a schemi cristallizzati sempre più inerti").1
Correva il 1995, l'anno della "grande commemorazione", e per la mostra promossa dall'IBC intitolata "La Premiata Resistenza" - nella quale si poneva in evidenza la memoria trasmessa fino a noi dai concorsi e dalle rassegne d'arte dell'immediato dopoguerra - ancora Raimondi invitava ognuno di noi a interrogarsi su quella storia, "sul suo senso, vivo e concreto, che si iscriva nel presente come valore condiviso di una solida, operosa entità nazionale" (perché è allora che "la memoria si converte in giudizio critico, in ciò che qualcuno ama chiamare il patriottismo civile").
Dopodiché, con il problema della memoria e della storia abbiamo provato a misurarci dentro il nostro Istituto, mentre l'inventario delle testimonianze andava crescendo a dismisura; come un "promemoria" infinito di immagini e parole di lotta e resistenza, d'orrore e sofferenza, di conquista e rinascita, per lo più lontane nel tempo e dai più nascosti paesaggi dell'Emilia e della Romagna pervenute, ma anche sorprendentemente germogliate nel rincorrersi degli anniversari fino alla più stretta attualità.
Quante volte proprio da Ezio Raimondi, negli anni lunghi e laboriosissimi della sua presidenza in IBC, ci è stata indicata la strada che portava al più virtuoso dei musei, quello della coscienza appunto. Ancora qualche anno fa, presentando un dossier di questa stessa rivista su luoghi e vicende novecentesche tra regime e liberazione, emblematicamente intitolato Che il viaggio non sia stato inutile, scriveva: "Non si tratta soltanto di ricordare, di dialogare con le nuove e più giovani generazioni in nome di una storia comune e di sentimenti ancora condivisi: la memoria non è un deposito di oggetti e di immagini, ma un processo critico, una volontà di comprendere che sia giudizio, confronto, conoscenza, valutazione. Il passato rivive perché lo si interroga e lo si indaga, perché le sue tracce illuminate dalla ricerca della verità giovino a definire il presente e il suo farsi senso, evento, ragione di vita".
Non sappiamo dire ora quali prove darà di sé la memoria nel corso delle celebrazioni che stanno per cominciare, quali prove mostrerà di vitalità e di freschezza, di giovinezza e d'impeto.
Intanto, a "modi di ricordare" diversi (e per noi straordinariamente nuovi) fanno pensare le pagine di questo dossier, con la forza che deriva dalla più persistente consapevolezza: che sempre, comunque, "ciò che alla fine si vuole ritrovare è una presenza umana, una continuità di valori e di speranze, di voci e di storie".
Nota
(1) Al professore Ezio Raimondi, già presidente dell'IBC e oggi direttore scientifico di questa rivista, il dossier è con affetto dedicato.
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