Rivista "IBC" XX, 2012, 3
Dossier: Scossa ma non arresa - L'Emilia-Romagna dopo il terremoto
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi, dossier /
Come davanti alla scena troppo cruenta di un film, si vorrebbe chiudere gli occhi di fronte a torri e campanili crollati, a chiese scoperchiate e palazzi squarciati, ma occorre proseguire nella zona rossa, accompagnati dai Vigili del fuoco, per accedere alla biblioteca comunale e constatare i danni. Alcune immagini (una per tutte: la Torre dei modenesi sgretolata a Finale Emilia) riportano alla mente le fotografie esposte nella mostra "Arte e bombardamenti" allestita un paio di anni fa a Modena.1 Il terremoto ha colto tutti di sorpresa; facendo i sopralluoghi, alla prima reazione di incredulità si accompagnano la presa d'atto della vulnerabilità delle strutture - non adeguate a sostenere scuotimenti di simile intensità, in un territorio in cui essi si presentano con una periodicità rarefatta - e un profondo sentimento di solidarietà per le comunità coinvolte nel disastro.
È davvero terribile entrare nelle biblioteche insieme agli operatori e agli amministratori (a loro volta alle prese con i danni subìti in ambito familiare), con il ricordo ancora vivo dei cittadini festosi all'inaugurazione, e trovare gli scaffali a terra insieme a un coacervo di libri. Il percorso di miglioramento delle sedi e dei servizi bibliotecari e archivistici, raccomandato dalla Direttiva sugli standard e obiettivi di qualità del 2003 e nelle linee di indirizzo regionali, registra una brusca battuta d'arresto, con la chiusura, in alcuni comuni, di un centro informativo e di aggregazione ormai ritenuto indispensabile alla stregua di quelli scolastici. Il terremoto ha interrotto un cammino virtuoso in un'area in cui l'organizzazione bibliotecaria è da decenni attenta ai bisogni informativi e culturali degli abitanti, anche immigrati, e molto attiva nella promozione della lettura.
Il bilancio dei danni provocati dagli eventi sismici del 20 e del 29 maggio 2012 è ancora provvisorio per quanto riguarda sia le sedi sia il patrimonio librario e documentario. Una sintetica descrizione della situazione è fornita di seguito dai referenti per le biblioteche delle quattro province principalmente colpite (Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia), con i quali, all'indomani del primo terremoto, si è intrapreso un dialogo continuo per monitorare l'evoluzione e individuare le linee d'azione. Dopo la chiusura in via precauzionale delle biblioteche nella vasta area emiliana coinvolta, alcune - verificata la sicurezza della struttura - hanno riaperto tutti i servizi, altre in forma ridotta. Nelle sedi molto lesionate si è reso necessario il prelievo del patrimonio librario e multimediale per trasferirlo in luoghi sicuri: per esempio, la Biblioteca di Cavezzo è stata trasferita, con il sostegno della Soprintendenza per i beni librari, nella sala polivalente del Palasport, ove sarà riaperta; il patrimonio della Comunale di Finale Emilia è stato in gran parte depositato in alcune aule.
Particolarmente utili ai fini del pronto intervento si sono rivelate le informazioni desunte dalle schede relative alle strutture e ai patrimoni che annualmente si aggiornano nei sistemi informativi dell'Istituto regionale per i beni culturali, sia per le biblioteche (SIBIB) sia per gli archivi storici (CAStER). Le schede complete degli archivi storici di 33 comuni colpiti dal sisma sono state prontamente trasmesse alla Soprintendenza archivistica per l'Emilia-Romagna per gli interventi di salvaguardia del patrimonio archivistico, che - con l'imprescindibile aiuto dei Vigili del fuoco e il sostegno della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Ministero - si sono già conclusi felicemente, fra gli altri, a Cavezzo, Finale Emilia e Sant'Agostino. L'IBC potrà così riprendere, nelle sedi in cui sono stati trasferiti gli archivi storici comunali di Finale e Sant'Agostino, gli interventi di inventariazione precedentemente avviati. Alcune biblioteche sono purtroppo ancora prigioniere di edifici storici gravemente danneggiati: a Mirandola nell'ex collegio dei Gesuiti, a Poggio Renatico nel Castel Lambertini, a Reggiolo nel Palazzo Sartoretti. Si segnala che quest'ultima biblioteca, inaugurata nelle sale dipinte del piano nobile soltanto nove anni fa, aveva ricevuto il premio nazionale "Bibliocom 2003". Risultano altresì inagibili i palazzi della Comunità di Medicina e Scarselli Tassinari di Cento. Pure edifici più recenti e meno prestigiosi non hanno retto all'impatto sismico, come quelli di Cavezzo, Finale Emilia e Novi.
Dopo lo sgomento iniziale, si è registrata una generale volontà di ripresa con l'obiettivo di mantenere in funzione almeno il servizio di prestito; è quindi emersa l'esigenza di poter disporre anche di nuovi libri da far circolare nelle zone in cui le sedi bibliotecarie sono state dichiarate inagibili. La Soprintendenza regionale per i beni librari, consapevole del valore della lettura come àncora per la comunità così duramente colpita, ha accolto tempestivamente la richiesta avanzata dagli operatori della Bassa modenese (con l'acquisto di volumi di narrativa e saggistica) e del Ferrarese (soprattutto con libri per bambini e ragazzi); altri numerosi libri sono pervenuti grazie all'impegno dell'Associazione italiana biblioteche, di privati e della Fiera di Bologna, che ha rivolto un appello agli editori.
Il 24 giugno, a Cavezzo, l'inaugurazione della bibliotenda donata dall'Istituto comprensivo di Copertino ha rappresentato un tangibile segno di ripresa del servizio bibliotecario, come anche le due tensostrutture allestite dal Comune di Nonantola in una piazza del centro storico per continuare a offrire servizi alla comunità nel periodo di chiusura della biblioteca. Recentemente è stata inaugurata la prima bibliotenda a Mirandola per iniziativa dell'associazione di volontariato "Tutti a bordo", che intende altresì allestirne una in ciascuna delle restanti tre tendopoli per "consentire agli abitanti del campo di evadere attraverso la lettura".
Dal 9 luglio è in funzione un bibliobus, messo generosamente a disposizione dalla Biblioteca comunale di Cervia, per effettuare il servizio di prestito nei paesi dell'Area nord (Concordia, Finale Emilia, Medolla, Mirandola, San Felice), con l'ausilio di volontari; un altro bibliobus, fornito dalla Provincia di Mantova, svolge il servizio in alcuni centri modenesi e reggiani; infine un bibliobus dell'Azienda trasporti di Como è attivo nell'area di Cento.
Il periodo estivo si presta a varie iniziative per bambini e di promozione della lettura all'aperto nelle bibliotende o mediante strutture mobili (anche tramite i volontari del progetto "Nati per leggere"); la preoccupazione maggiore riguarda la piena funzionalità dei servizi bibliotecari in autunno. Nei comuni in cui le sedi sono inagibili, gli amministratori locali, insieme ai bibliotecari, sono all'opera per individuare soluzioni più strutturate per garantire un sostegno anche all'avvio del nuovo anno scolastico, che si prospetta alquanto difficile per l'insufficienza di aule adeguate. Il primo settembre, nel parco della Biblioteca di San Felice sul Panaro, sarà inaugurata una casetta di legno donata dalla Oasi srl di Formigine: consentirà di fornire servizi al pubblico, in attesa dei lavori di consolidamento dell'edificio.
Il problema delle sedi presenta criticità specifiche nei diversi centri: da Crevalcore - in cui l'edificio in ottimo stato dell'Istituzione dei servizi culturali "Paolo Borsellino" ospita gli uffici comunali per l'inagibilità del municipio, con il conseguente trasferimento del servizio di pubblica lettura nel Centro sociale - a Mirandola, dove l'ex collegio dei Gesuiti è stato notevolmente lesionato e i lavori di restauro saranno molto onerosi e di non breve durata. In altri casi occorrerà valutare se convenga individuare altre sedi o costruire edifici antisismici, per ospitare la biblioteca insieme all'archivio storico. I fondi raccolti grazie a varie iniziative di solidarietà potrebbero essere utilmente destinati ad allestire sedi, anche provvisorie, che permettano di erogare almeno i servizi essenziali di consultazione e prestito.
In un paese indebolito dalla grave crisi finanziaria, il sisma farà sentire la sua influenza nefasta ancora a lungo anche sull'organizzazione bibliotecaria nel suo complesso; tuttavia l'operosità emiliana e la solidarietà espressa da più parti, unite alla consapevolezza dell'importanza del patrimonio storico e allo spirito di cooperazione tipico dell'universo bibliotecario, fanno ben sperare che, ai primi segnali di ripresa dei servizi culturali, possa seguire, anche con l'aiuto della Regione, la ricostruzione di una rete, da tutti ritenuta un'infrastruttura indispensabile per la crescita della comunità.
Nota
(1) Modena città aperta. Bombardamenti e città nel 65° anniversario della Liberazione, a cura di M. Bellei, Bologna, Editrice Compositori, 2011.
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