Rivista "IBC" XX, 2012, 2
musei e beni culturali / convegni e seminari, progetti e realizzazioni, restauri
Si è svolto il 13 e 14 aprile 2012, al Museo della marineria di Cesenatico (Forlì-Cesena), il secondo "Convegno nazionale di archeologia, storia ed etnologia navale", promosso dal museo insieme all'Istituto italiano di archeologia ed etnologia navale. Il convegno ha avuto un'ampia partecipazione di relatori provenienti da tutta Italia, dalla Germania e dalla Croazia, e ha fornito un aggiornamento sulle ultime ricerche e i ritrovamenti di archeologia, storia, etnologia navale, che necessitavano di un'occasione autorevole di comunicazione scientifica e insieme di divulgazione anche presso il grande pubblico, a quattro anni di distanza dalla prima edizione, svoltasi sempre a Cesenatico.
La prima giornata è stata dedicata all'archeologia e alla storia navale, con un'interessante sezione monografica sulle canoe monossili; il programma, molto intenso, ha visto susseguirsi varie relazioni di ambito veneto (per esempio quella sulle fonti per la storia della gondola e sulle esperienze di ricostruzione filologica della medesima), ma anche di altri ambiti geografici, come quelle sulla marineria napoletana o sulle imbarcazioni di area ligure, e interessanti studi monografici come quello sull'iconografia navale nell'arte.
Nelle intenzioni dei promotori, però, il convegno voleva essere anche un'importante occasione di incontro e di scambio di esperienze tra i molteplici attori che, in sedi e con ruoli anche molto diversi, si occupano o hanno a cuore la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio marittimo nazionale, tangibile e intangibile. A questo aspetto gli organizzatori hanno riservato la seconda giornata, che aveva come titolo "Per la salvezza del patrimonio marittimo italiano", riecheggiando intenzionalmente il celebre titolo della relazione della Commissione Franceschini sui beni culturali italiani: negli operatori c'è infatti la consapevolezza della necessità urgente di provvedere, anche per il patrimonio marittimo, a un lavoro di sensibilizzazione diffusa, a cui fare seguire le operazioni di ricognizione, catalogazione, tutela e valorizzazione.
Come hanno segnalato autorevoli relazioni al convegno, purtroppo, in questo campo i classici strumenti della tutela, come la notifica, si dimostrano inefficaci e talvolta anche controproducenti. Allora, anche in questo settore, come già accaduto in altri momenti, per altre categorie particolari di beni portatori di una cultura materiale (si pensi ai manoscritti e al libro antico), è urgente un'azione concreta, che da una parte consideri le specificità di questo tipo di memorie, ma dall'altra sappia ricondurle ai principi e alle buone pratiche generali maturate nell'esperienza degli altri settori. Un ruolo, questo, nel quale anche il Museo della marineria di Cesenatico sta cercando di portare avanti alcune azioni, tra cui il mantenimento dei "saper fare" della marineria tradizionale, e (insieme all'Association of Mediterranean Maritime Museums) la catalogazione delle imbarcazioni tradizionali del Mediterraneo.
Un altro dato emerso con evidenza dal convegno è il gran numero di realtà molto diversificate che si occupano di custodire, o anche solo "segnalare", il patrimonio marittimo nazionale: musei, associazioni, ma anche "luoghi della memoria" come edifici o antiche botteghe artigiane, e poi feste dedicate alla marineria, attività didattiche e pubblicazioni. L'Italia ha ancora, forse inaspettatamente, una grande ricchezza di cultura del mare, e questo patrimonio rappresenta una straordinaria opportunità pur nelle difficoltà dovute alla crisi.
Il Museo della marineria di Cesenatico, infine, ha visto riconfermato dal convegno il suo ruolo di punto di riferimento in questo campo, grazie alla sua storia ormai ultratrentennale e all'ampio bagaglio di relazioni maturate sia in ambito nazionale che nelle reti internazionali. L'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna - che ha giocato un ruolo decisivo nella realizzazione del Museo di Cesenatico, dalla catalogazione sino al sostegno agli allestimenti - oltre a fornire il suo patrocinio è stato presente sia nel saluto inaugurale del presidente Angelo Varni, sia con la relazione della dirigente del Servizio musei Laura Carlini, la quale ha riferito sul progetto "AdriaMuse" che si colloca proprio nell'ambito della valorizzazione della cultura marinara dell'Adriatico.
Vista l'ampia partecipazione e la ricchezza qualitativa degli interventi, l'intenzione è di riuscire a pubblicare al più presto il volume che raccoglie gli atti del convegno, e di riproporre l'appuntamento anche a cadenza più ravvicinata, magari ogni due anni, riconfermando come sede il Museo della marineria di Cesenatico.
Azioni sul documento