Rivista "IBC" XVII, 2009, 4
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / didattica, progetti e realizzazioni
L'Accademia di belle arti di Bologna ha attivato dal 2007 un nuovo corso di specializzazione di secondo livello in Fotografia, esperienza unica nel panorama delle accademie italiane. Il biennio appartiene alla Scuola di comunicazione e valorizzazione del patrimonio artistico contemporaneo del Dipartimento di comunicazione e didattica dell'arte. Come informa il coordinatore della specialistica, il professor Gianni Gosdan, la cultura fotografica italiana ha sempre patito l'assenza di un percorso di studi sulla fotografia a livello universitario e la nascita del corso risponde a questa urgente necessità.
Sia il corso istituzionale di fotografia sia l'utilizzo della tecnica fotografica in materie come pittura, decorazione, design, erano abitudini già da tempo e con successo consolidate in Accademia. Con il biennio l'Accademia non si propone di formare esclusivamente artisti fotografi, ma anche di concorrere allo sviluppo di competenze più ampie, considerando la fotografia un'esperienza culturale veramente contemporanea. L'organizzazione e la gestione degli archivi fotografici, i risvolti mediatici offerti dalle nuove tecnologie, l'editoria tradizionale e digitale, la valorizzazione e l'incremento delle fototeche, la comunicazione pubblicitaria, il fotogiornalismo sono solo alcune delle tematiche che il corso intende affrontare.
Nonostante la carenza di prospettive lavorative per i giovani diplomati sia una realtà poco incoraggiante, il numero degli iscritti è progressivamente aumentato nel corso di questi tre anni. Ai corsi istituzionali si aggiungono anche laboratori tematici. Il professor Marco Baldassari, docente del biennio, ha curato nel 2008 il progetto "8 al verde. Immagini dall'orto botanico", che attraverso il lavoro degli otto fotografi impegnati ha restituito una percezione insolita del mondo vegetale. Nel 2009 Baldassari ha coordinato "Visioni d'autore": tre artisti hanno interpretato personalmente le opere esposte all'interno del Museo Davia Bargellini e le fotografie sono state collocate in prossimità delle opere stesse, in modo da offrire allo spettatore una visione comparativa dall'effetto straniante tra "l'oggetto reale e l'oggetto ripensato dall'occhio del fotografo".
Nel 2008 il fotografo Oscar Ferrari è stato l'animatore e ideatore del workshop "Bologna nove per dodici. Fotografie del centro storico" (www.oscarferrari.com/BOLOGNA%209X12/bologna%209x12.pdf). Come sostiene il professor Gosdan, "era l'occasione per rifotografare il centro storico di Bologna con macchine a banco ottico; un'esperienza forse dal sapore antico ma che non si faceva da tempo e che offre possibilità espressive ancora molto interessanti, per non parlare dell'eccezionale qualità tecnica delle immagini". Si tratta di vedute prospettiche prese da un'altezza fissa di tre metri, che permette di inserire più piani e figure nella stessa inquadratura. Il "teatro della città" viene così popolato e animato gioiosamente dalla presenza di persone, secondo una concezione che ribalta le scelte formali della fotografia di architettura caratterizzata dalla muta desertificazione di vie e piazze. Per l'anno accademico venturo è in cantiere un progetto sugli spazi urbani dedicati allo sport e al tempo libero, ai parchi pubblici e ai loro monumenti.
L'istituzione di un biennio sulla fotografia in seno all'Accademia di Bologna si lega ad altre importanti iniziative della città: la realizzazione della Casa della fotografia, fortemente voluta dall'Associazione UFO - Unione fotografi organizzati come archivio di concentrazione di materiali fotografici relativi alla città e spazio di discussione sulla fotografia; la sistemazione dello sterminato archivio di Nino Migliori in un luogo adeguato, recentemente ristrutturato; l'intervento congiunto delle fondazioni bancarie per la salvaguardia e organizzazione del patrimonio fotografico. Segnali positivi di una riapertura della nostra città al multiforme e dinamico settore della fotografia.
Così come, agli esordi, la fotografia fu contaminata fortemente dalla pittura, oggi la nuova tecnologia digitale sembra riavvicinare i confini delle due arti: attraverso i procedimenti di intervento sull'immagine e l'uso della penna ottica, infatti, il processo di creazione artistica si consuma non più nell'atto selettivo della ripresa ma nell'uso creativo dei pixel, quasi fossero materia manipolabile o colore da stendere. E gli ingombranti attrezzi del pittore lasciano in alcuni casi il posto a una postazione di computer apparentemente asettica, ma sorprendentemente ricca di risorse espressive.
Azioni sul documento