Rivista "IBC" XV, 2007, 3
Dossier: Biblioteche e archivi di ente locale: il censimento 2004
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L'anno 2004 per le biblioteche e gli archivi della nostra regione costituisce un po' l'ambito di riferimento per l'applicazione intelligente degli standard e degli obiettivi di qualità approvati dalla Giunta regionale. A partire dalla fotografia statistica di quell'anno si possono infatti misurare gli auspicabili miglioramenti delle prestazioni e della qualità complessiva dei nostri istituti culturali. La Provincia di Ravenna ha assunto i dati statistici del 2004 come base di partenza per un obiettivo pluriennale di miglioramento continuo dei principali indicatori e a partire dal Piano bibliotecario e archivistico 2005 la misurazione del miglioramento è diventata un criterio per valutare la bontà degli interventi provinciali e i risultati dell'attività stessa del Servizio biblioteche.
La geografia delle biblioteche del territorio provinciale appartenenti agli enti locali è variegata quanto alla dimensione strutturale degli istituti con una significativa presenza di istituti specializzati (14) e di biblioteche dedicate ai cittadini più giovani (6) su un totale di 49. Come nella migliore tradizione della provincia italiana, anche le biblioteche a carattere generale presentano interessanti intersezioni tra modernità e memoria storica che si sostanziano in patrimoni con ampie affinità, ma anche con significative peculiarità che rispecchiano la storia, non sempre nota, dei singoli istituti: se un fondo antico di 60.000 unità non stupisce quando è collocato nella Classense, che a esso peraltro aggiunge un patrimonio di 640.000 volumi, qualche sorpresa può suscitare un fondo antico di oltre 27.000 unità nella biblioteca di un Comune come Bagnacavallo o di ben 160.000 unità nella Manfrediana di Faenza.
Meno sorprese, o se si vuole maggiori certezze, suscita il censimento quantitativo degli acquisti annui di documenti. A parte alcune significative eccezioni coincidenti generalmente con Comuni medio-piccoli (Casola Valsenio, Castelbolognese, Cotignola, Fusignano, Lugo) e a parte la criticità applicativa di questo indicatore, gli acquisti annuali sono generalmente inferiori rispetto allo standard regionale. Si tratta indubbiamente della conseguenza più evidente della crisi dei bilanci degli enti locali. Tuttavia è anche un dato che impone una riconfigurazione complessiva delle politiche nel settore biblioteche: porre al centro l'utente e creare servizi per l'utente significa in modo sostanziale mettere a disposizione un patrimonio documentario aggiornato e sufficientemente ampio. Parimenti significa avvalersi di personale professionale in grado di organizzare la fruizione del patrimonio documentario e dei servizi, e in possesso di adeguata conoscenza delle collezioni. Anche da quest'ultimo punto di vista la situazione non è ottimale e non tanto per il ricorso alle nuove modalità contrattuali previste dalle normative che regolano il mercato del lavoro, quanto piuttosto per il non sufficiente numero complessivo di unità di personale impiegate.
In entrambi i casi il censimento ha avvalorato lo sforzo della Provincia di definire politiche strutturali di intervento volte a irrobustire la cooperazione (anche attraverso la condivisione di risorse umane professionali) e, indirettamente, a spostare le risorse locali nelle aree di criticità degli istituti. La tensione collettiva al miglioramento continuo dei principali indicatori è stata evidente per i prestiti, anche in questo caso, tranne alcune significative eccezioni, inferiori allo standard regionale. Infine, per quanto riguarda spazi e orari di apertura, i dati relativi al 2004, che in ogni caso evidenziano la tradizionale buona qualità dei servizi, devono essere inquadrati nel contesto di ampia riorganizzazione e ristrutturazione di edifici, spazi e orari che caratterizza da qualche anno il territorio provinciale.
La rilevazione sugli archivi storici di enti locali della provincia di Ravenna (che conservano un patrimonio complessivamente pari a 7.000 metri lineari) delinea un quadro critico, che tuttavia non si discosta in modo significativo dalla media regionale. Ciò vale per tutti i principali indicatori anche se alcuni dati evidenziano positivamente una consapevolezza archivistica superiore alla media regionale, come nel caso dei riscontri inventariali. Inoltre la consultazione e la fruizione degli archivi risente di orari non predefiniti e di spazi di consultazione inadeguati. Per un corretta valutazione del quadro che emerge dal censimento occorre aggiungere che la Provincia di Ravenna ha avviato un coerente quadro di interventi destinati agli archivi storici del proprio territorio, sostenuto anche da adeguati finanziamenti, soltanto a partire dal 2003. A distanza di anni, il richiamo di Giuseppe Plessi a un maggiore "senso di responsabilità nei confronti del patrimonio archivistico romagnolo" rimane quindi quanto mai attuale e impegna la Provincia in un grande e innovativo sforzo per contribuire alla conservazione di un patrimonio. Gli esiti di questa nuova attenzione per gli archivi saranno misurabili solo nei censimenti successivi.
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