Rivista "IBC" XV, 2007, 3

Dossier: Biblioteche e archivi di ente locale: il censimento 2004

biblioteche e archivi, dossier /

Le Province fanno il punto: Parma

Alessandra Bonardi
[Ufficio biblioteche della Provincia di Parma]

Il censimento 2004 delle biblioteche di ente locale della provincia di Parma fornisce concreti parametri per la misurazione di strutture e servizi. Il sistema bibliotecario parmense ha avuto il proprio "volano" nella strutturazione come Polo bibliotecario in seno al sistema nazionale, attivato a partire dal 2000 in virtù della felice interazione di diverse istituzioni - la Provincia, che ha assunto il compito di rappresentare le biblioteche di ente locale, il Comune di Parma, l'Università di Parma, la Biblioteca Palatina e l'Istituto regionale per i beni culturali (IBC) - da anni coinvolte in una solida collaborazione che aveva già prodotto un catalogo collettivo e iniziative formative comuni. Il Polo costituisce un fondamentale promotore e garante della qualità tecnica dell'attività delle biblioteche del territorio parmense e della formazione permanente degli operatori. Uno sguardo complessivo agli standard più significativi rilevati nella nostra provincia può dirsi complessivamente positivo nonostante i considerevoli tagli alle risorse degli enti locali.

Appaiono positivi i dati relativi alla diffusione del regolamento (la quasi totalità delle biblioteche operanti in Polo ne è dotata), dell'incremento delle collezioni e della gestione documentaria di base; più critico l'indice di prestito, indubbiamente critico il dato relativo al personale (solo 3 biblioteche, su 39 censite, risultano allineate allo standard di 0,50 unità full time equivalent ogni 2.000 abitanti). La criticità del dato relativo al prestito non è tanto dovuta a un'insufficiente attività di promozione e di gestione del servizio, quanto a uno "spostamento" del servizio bibliotecario verso una diversificazione di prestazioni. Il dato di accesso alle reti esterne (Internet) sembra avvalorare questa ipotesi. Il servizio ovunque diffuso di reference e talvolta anche di quello on-line, attestano una funzione attiva del bibliotecario sul territorio; è tra l'altro in fase di avvio anche il servizio di reference cooperativo del sistema bibliotecario parmense, condotto da un gruppo trasversale di bibliotecari appartenenti ai diversi sistemi di biblioteche del Polo. Attraverso la formazione di Polo si tenta di ovviare alla criticità della voce "personale", che purtroppo non sta solo nell'insufficiente dotazione, come rilevato a livello provinciale dall'indicatore relativo, ma nella diffusa presenza di addetti impiegati in più servizi o uffici, talvolta di volontari, talaltra di figure esterne affidatarie del servizio e non sempre qualificate a svolgerlo.

Il dinamismo dei servizi bibliotecari è evidente nei diffusi interventi di riqualificazione delle sedi, nell'affermarsi di esperienze di decentramento (il progetto "Biblioteca No Limits" della Biblioteca intercomunale di Sissa-Trecasali, e il decentramento nella frazione di Basilicanova della Biblioteca di Montechiarugolo), nella realizzazione in taluni casi dell'auspicata integrazione fra i servizi bibliotecari e archivistici (è il caso della Biblioteca di Berceto), nell'ottima esperienza pluriennale di gestione associata "Biblioteche Insieme" dei Comuni della Comunità montana Appennino Est. Un bilancio positivo, insomma, quello delle biblioteche parmensi. Nel quadro finanziario attuale le risorse regionali messe a disposizione dalla Legge regionale 18/2000 costituiscono il sostegno indispensabile per orientare gli enti verso l'uniformazione ai parametri indicati dalla direttiva regionale.

Per quanto concerne gli archivi storici di ente locale, la Provincia di Parma, che in passato espresse l'esigenza di un recepimento forte della normativa nazionale e regionale in materia, nel 2001 ha commissionato una puntuale ricognizione territoriale che ha dato vita alla pubblicazione Guida agli Archivi Storici, un dossier che intendeva restituire ai Comuni gli elementi per un processo di autovalutazione e sensibilizzazione. L'adozione degli standard di qualità e di servizio costituiva il motore di tale iniziativa: si intendeva guidare i Comuni e la stessa Amministrazione provinciale verso progetti d'area, all'interno dei quali reperire le soluzioni più idonee per garantire la valorizzazione e l'effettiva, piena accessibilità di tutti gli archivi storici comunali. La rilevazione sugli standard archivistici condotta dall'IBC ci fornisce oggi concreti parametri di confronto e i dati rilevati nella nostra provincia non possono dirsi positivi: l'assenza pressoché generalizzata di uno strumento "identitario" fondamentale del servizio archivistico quale è il regolamento (solo 2 archivi su 48 ne sono dotati), così come i dati relativi al personale qualificato, all'orario di apertura prefissato (previsto solo da 5 archivi), agli spazi destinati al pubblico, denunciano il forte ritardo culturale di cui gli archivi hanno sofferto in passato.

Tuttavia la nostra realtà, rispetto al dato di partenza, appare nel tempo in crescita dinamica. Se all'altezza dell'entrata in vigore della Legge regionale 18/2000 nessun progetto era presente negli interventi del 2000 e nel Piano provinciale degli interventi del 2001, nel 2002 erano ben 6 i progetti avviati, 9 nel 2003, 6 nel 2004: gli archivi storici comunali parmensi hanno iniziato a "esistere" pubblicamente e funzionalmente da quegli anni. Svariati sono stati gli archivi riordinati e inaugurati, spesso collocati in sedi completamente rinnovate (Tizzano Val Parma, Borgotaro, Collecchio, Langhirano, Berceto, ecc.), numerosi sono i progetti in corso, che oggi più di allora, in considerazione dell'ulteriore impegno sugli standard operato dalla nuova programmazione triennale della 18/2000, potranno più proficuamente orientarsi verso l'uniformazione ai parametri indicati dalla direttiva regionale.

Dal 2004 la Comunità montana Appennino Est ha dato l'avvio a un progetto di gestione associata degli archivi storici degli 8 Comuni del suo territorio: il progetto, che ha goduto tra l'altro del pieno sostegno regionale e provinciale, sta procedendo verso la creazione di una rete efficiente di servizi archivistici, che opereranno sia sul piano dell'accessibilità pubblica alle fonti documentarie sia nel senso della didattica e della valorizzazione. Questa esperienza, denominata "Archivi come sistema", ha fornito un modello gestionale per il territorio: dal prossimo anno prenderà infatti l'avvio una seconda gestione cooperativa, che interesserà la fascia dei Comuni pedemontani di Collecchio, Felino, Montechiarugolo, Sala Baganza e Traversetolo, già riuniti in associazione intercomunale. Segnali importanti di un'acquisita consapevolezza del valore e della centralità del servizio archivistico, per il cui mantenimento ci si adopera alla ricerca di soluzioni che consentano di fronteggiare una crisi finanziaria ormai strutturale.

 

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