Rivista "IBC" XV, 2007, 1

Dossier: La storia torna a scorrere

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, dossier /

Il restauro della ruota delle Moline

Pietro Barnabé
[restauratore]
Luisa Masetti Bitelli
[IBC]

Sin dalla sua prima edizione il Salone del restauro di Ferrara ha rappresentato per l'Istituto beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) una sede qualificata per far conoscere interventi significativi di restauro e per presentare la propria attività a favore del recupero e della valorizzazione del patrimonio culturale regionale (www.salonedelrestauro.com). Nell'edizione del 2007, la quattordicesima per la manifestazione ferrarese, l'IBC intende portare a conoscenza del pubblico l'intervento che ha consentito di restituire alle sue originarie condizioni una ruota idraulica che forniva energia per il lavoro di una gualchiera situata sulla riva del canale delle Moline a Bologna, una delle numerose attività derivanti dalla presenza di vie d'acqua in varie parti della città [foto 01]. Il restauro è stato eseguito da Pietro Barnabé di Bologna.

Si tratta di un manufatto di grandi dimensioni (il suo diametro è di 4,15 metri) composto da 2 corone lignee circolari, collegate da un mozzo in ghisa a sua volta dotato di supporti (sempre circolari e sempre in ghisa) ai quali si innestano 6 travi radiali in legno di castagno o rovere, che si collegano alla corona e ne rappresentano i raggi. Questi ultimi sono agganciati alle parti metalliche con bulloni e alla corona lignea con piastre metalliche a forma di U [foto 02].

Entrambe le corone, distanziate da aste metalliche, sono costituite da 6 archi uniti con placche, bulloni e dadi mentre lungo la circonferenza di ogni corona sono presenti 2 anelli metallici che servono da blocco del cerchione ligneo [foto 03]. A completamento della ruota sono collocate 24 pale rettangolari in legno di conifera, fissate su supporti arcuati in rovere o castagno, fissati nei loro alloggiamenti con cunei di legno inseriti a forza con martello [foto 04]. Questo è il metodo adottato in origine per facilitare la rimozione delle parti in caso di deterioramenti o rotture, così da poterle sostituire senza particolari problemi.

A un esame particolareggiato, eseguito prima delle operazioni di restauro, il manufatto presentava i normali segni di degrado che si possono riscontrare in un oggetto conservato in ambiente esterno ed esposto alla varietà delle condizioni meteorologiche della pianura bolognese. La ruota, infatti, in seguito alla rimozione dalla sua collocazione originaria negli anni Settanta, era stata trasferita nel parco di Villa Smeraldi, sede del Museo della civiltà contadina a San Marino di Bentivoglio. Pur mostrando svariate fessurazioni della materia lignea, deterioramenti di parti lignee e metalliche e totale assenza di numerose pale, l'oggetto nel suo complesso evidenziava uno stato di conservazione discreto dal punto di vista strutturale, tanto da potere ragionevolmente affermare che i travi radiali erano ancora in grado di reggere lo sforzo da lavoro.

Nel passaggio dal canale alla nuova ubicazione - per conferire un aspetto più leggibile e per proteggere una materia facilmente deteriorabile - la ruota era stata sottoposta ad alcuni interventi di consolidamento non propriamente idonei, leggibili a prima vista nei numerosi strati di catrame che ricoprivano le superfici e che impedivano il controllo delle reali condizioni conservative sottostanti. Allo stato attuale, non conoscendo ancora la definitiva collocazione dell'oggetto - se una sala del Museo a San Marino di Bentivoglio, oppure un tratto scoperto del canale cittadino, a documentazione della sua originaria attività - e dovendo stabilire una linea metodologica di intervento, si è ritenuto corretto procedere a una serie di operazioni mirate a dare solidità al manufatto e tali da consentire a titolo esemplificativo un suo possibile movimento a pelo d'acqua.

Si trattava dunque di dare inizio a un paziente lavoro di eliminazione di tutto quanto avrebbe impedito di raggiungere tale scopo, naturalmente nel rispetto dell'oggetto e delle sue caratteristiche costitutive e strutturali. La prima operazione ha quindi riguardato la rimozione della spessa patina di catrame, con l'utilizzo di strumenti meccanici idonei quali la martellina da tappezziere (più leggera e quindi meno traumatica per il manufatto rispetto a un martello normale) e raschietti vari [foto 05]. L'eliminazione del catrame ha messo in luce una situazione generale dell'oggetto assai precaria, evidenziando precedenti interventi di risanamento di ampie lacune che, col tempo, ne hanno compromesso seriamente la tenuta, come nel caso dell'arco della ruota ricostruito con tanti piccoli segmenti [foto 06] anziché con un unico elemento come è avvenuto nel corso dell'intervento di restauro attuale, in cui è stato ricostruito con legno di castagno [foto 07].

I supporti delle pale spezzati sono stati ricomposti con essenze lignee idonee e le pale mancanti sono state reintegrate. L'esame particolareggiato della ruota ha evidenziato inoltre processi di ossidazione nei numerosi elementi metallici di supporto, fondamentali per la coesione del manufatto nel suo complesso (bulloni, dadi e giunti vari), che occorreva rimuovere per una verifica sia della loro tenuta sia della consistenza della materia lignea sottostante. Uno degli interventi più difficoltosi è consistito proprio nello svitamento dei bulloni e dei dadi, alcuni notevolmente deteriorati e infragiliti, tanto da spezzarsi nel corso dell'operazione e quindi non più utilizzabili [foto 08]. Tutto il materiale metallico deteriorato è stato rimpiazzato con pezzi di analoghe dimensioni. Le parti lignee sono state trattate con imbibizione a pennello di sostanze consolidanti e i componenti metallici sono stati puliti e protetti con appositi prodotti utili a bloccare il processo di ossidazione.

Per poter eseguire le operazioni di restauro, la ruota è stata posizionata orizzontalmente, sostenuta da ceppi, e così è rimasta fino al momento del suo trasporto in fiera a Ferrara, dove è stata collocata verticalmente su apposito supporto [foto 09]. Il trattamento protettivo del legno e il montaggio delle pale sono stati effettuati nei giorni precedenti all'inaugurazione del Salone. Per questo motivo non siamo in grado qui di presentare un'immagine della ruota a restauro ultimato e completa nelle sue varie parti.

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