Rivista "IBC" XIII, 2005, 3
biblioteche e archivi / pubblicazioni, storie e personaggi
Sono usciti a pochi mesi di distanza nella collana delle "Pubblicazioni degli Archivi di Stato" due volumi preziosi: Storia, archivi, amministrazione. Atti delle giornate di studio in onore di Isabella Zanni Rosiello e Intorno agli archivi e alle istituzioni. Scritti di Claudio Pavone.1 Si tratta di due volumi apparentemente distanti. L'uno è la pubblicazione degli atti delle giornate dedicate alla presentazione degli scritti di Isabella Zanni Rosiello,2 tenutesi a Bologna nel novembre del 2000, l'altro è la raccolta di scritti di Claudio Pavone curata dalla stessa. Nell'uno parlano (e scrivono) i colleghi in omaggio alla studiosa, esponendo i risultati delle loro ricerche, nell'altro è la stessa Zanni Rosiello che raccoglie e presenta una scelta degli scritti del "maestro-artigiano".3
Nonostante questa presunta "distanza", la decisione di proporre una presentazione delle due pubblicazioni a confronto è parsa un'ipotesi di lettura tutt'altro che forzata, quasi naturale. Questa scelta non nasce tanto (o soltanto) in virtù della "vecchia affettuosa amicizia e colleganza" che lega i loro ispiratori,4 quanto piuttosto dal valore aggiunto che questo "dialogo" sembra poter apportare nel cercare di individuare e recensire i tratti fondanti dei due volumi. Tralasciando considerazioni biografiche e personali, brillantemente riprese in alcune occasioni dagli interessati, molteplici possono forse essere gli elementi che, a un esame pur sempre "estraneo" ma attento, legano le due pubblicazioni. Gli indizi li hanno indicati i due studiosi stessi che, in chiusura alla raccolta degli scritti della Zanni Rosiello, hanno voluto proporre un dialogo tra le loro due esperienze professionali, tracciando i percorsi compiuti (e aprendone, immancabilmente, di nuovi).5
Muovendo dall'analisi della struttura dei volumi, attirano l'attenzione del lettore le scelte compiute nell'organizzare e ripartire i contributi nelle diverse sezioni, finalizzate a valorizzare i principali argomenti di studio che hanno appassionato i due studiosi. Fin dagli indici leggiamo, allora, di archivi e ricerca, di stato e amministrazione, di storiografia e storia delle istituzioni, di fonti e memoria, di divulgazione e uso pubblico della storia; e, proprio attraverso gli indici, rintracciamo i tratti fondanti del loro "mestiere", compiutamente contestualizzati nelle reciproche presentazioni e richiamati dai singoli testi.
Entrando nel merito dei contenuti, può essere interessante osservare come ciascuno descriva del collega risultati simili e interessi contermini, e attribuisca all'altro attitudini professionali spesso coincidenti con le proprie. Avviene, così, che Claudio Pavone, riassumendo l'attività della Zanni Rosiello, la descriva come studiosa, archivista-ricercatrice, archivista-direttrice di un grande Archivio e mediatrice culturale, e a sua volta, la curatrice del secondo volume scelga per l'autore degli scritti gli attributi (quasi coincidenti) di storico, archivista e organizzatore di iniziative culturali.
Da entrambi i volumi nel loro complesso emergono, poi, uno "stile" comune nello svolgere la propria attività, un profondo senso dell'amministrazione, una particolare attenzione al corretto governo dell'ufficio come forma di impegno civile, un percepire la professione come "militanza" e come ricerca di moralità ("parola particolarmente adatta a disegnare il territorio sul quale si incontrano e si scontrano la politica e la morale, rinviando alla storia come possibile misura comune"6). Inoltre dalle ricerche proposte durante le giornate in onore della Zanni Rosiello, così come dalla selezione di scritti del volume di Pavone, emerge la priorità data da entrambi gli studiosi al lavoro d'archivio, alla programmazione di iniziative, allo studio delle pratiche inventariali piuttosto che ad astratti formalismi, discussioni teoriche o "fumisterie" archivistiche.
Nonostante ciò, risulterà evidente a chiunque vorrà dedicarsi alla lettura dei singoli testi raccolti (o vorrà anche soltanto scorrere la sterminata e preziosa bibliografia proposta), quanto entrambi abbiano saputo enucleare da "presupposti apparentemente limitativi", gli spunti per trattare in modo approfondito e innovativo molti dei nodi di dibattito ancora vivacemente aperti tra gli archivisti.
Se, tuttavia, nella raccolta degli scritti di Pavone sono la presentazione della Zanni Rosiello e il saggio conclusivo di Stefano Vitali ad analizzare l'intersecarsi e l'innestarsi degli scritti nelle vicende biografiche e professionali dello studioso (tracciando una vera e propria storia dell'amministrazione, della legislazione e della teoria archivistiche degli ultimi cinquanta anni e conferendo spessore e definizione cromatica all'immagine che di quelle vicende poteva avere chi le ha solo in parte approfondite attraverso testi tradizionali),7 nel volume degli scritti in onore della Zanni Rosiello sono i contributi di colleghi e relatori a lasciar trasparire le scelte, il portato innovativo e la conseguente influenza della studiosa nel mondo degli archivi di quegli stessi anni (e di questi).
A questo proposito è l'attuale direttrice dell'Archivio di Stato bolognese, Maria Rosaria Celli Giorgini, a descrivere esplicitamente, nell'introduzione alle giornate del 2000, l'impatto e il portato di deciso rinnovamento generati dai due (cui ella associa Filippo Valenti in una sorta di "triade") sulla situazione degli archivi in quella precisa congiuntura storica.8 Mi pare possa essere conseguenza e segno di questa "scossa" l'estrema varietà di tematiche trattate dai relatori di Storia, archivi, amministrazione. Sono contributi tra loro tanto diversi per contenuti e ambiti di interesse, discipline coinvolte e metodologie adottate, da suscitare una lieve sensazione di disorientamento. Invece, seguendo le chiare indicazioni dell'introduzione delle curatrici e i non rari richiami degli autori all'operato della studiosa, si scopre che la variegata proposta di temi è la più evidente testimonianza di quanto siano stati capaci di suscitare i percorsi da lei aperti attraverso il lavoro e il confronto con collaboratori e allievi. Risulta particolarmente interessante a questo proposito la lettura dei cosiddetti "sconfinamenti tra discipline", che sottolineano la maturata scelta di apertura degli archivi al confronto con altri saperi, frutto certo di quella stagione che ha visto i due studiosi in prima linea.
Un vero e proprio racconto di questa "stagione dell'archivistica italiana" sotto forma di biografia professionale è l'introduzione agli scritti di Pavone, che nell'intento di individuare, senza scinderle, le sue diverse anime dello studioso ("un archivista, uno storico") traccia con estrema lucidità e rigore le ragioni della scelta e organizzazione dei saggi raccolti. È una selezione, questa, che vuole rintracciare negli scritti di Pavone l'innestarsi della sua attività in alcuni dei più cruciali momenti della storia recente degli archivi in Italia: dall'"inchiesta Abbate", volta ad accertare la consistenza e lo stato dei fondi destinati all'Archivio centrale dello Stato (ACS), all'istituzione di quest'ultimo nel 1953, dalla revisione degli "schedoni Pavone", finalizzati all'identificazione e gestione delle serie destinate all'ACS,all'esperienza "eroica" della Guida Generale degli Archivi di Stato, dalla sua entrata all'Ufficio centrale degli Archivi di Stato alla definitiva emanazione del DPR n. 1409 del 1963, dalla nascita dell'Ufficio (poi Divisione) studi e pubblicazioni all'istituzione del Ministero per i beni culturali. È quasi un compendio, un'antologia dei passaggi epocali che produssero un generale consolidamento del nuovo profilo degli Archivi di Stato quali centri espansivi di vita culturale.
Così negli scritti di Claudio Pavone ritroviamo le matrici di concetti che dovrebbero ormai essere patrimonio comune degli archivisti: il termine-concetto di vischiosità degli archivi rispetto all'amministrazione, la centralità dei soggetti produttori e del loro rapporto con i fondi documentari, la problematicità delle strutture in relazione al concreto sedimentarsi delle memorie documentarie. Ricordando i diversi passaggi, la Zanni Rosiello parla della "proficua circolarità tra esperienze di vita, mestiere d'archivista, ricerca storiografica e più ampie riflessioni teoriche" come di uno dei tratti salienti e fecondi di Pavone.
Tratto comune di ognuno dei testi che compone Intorno agli archivi e alle istituzioni (e che non a caso li mette in contatto, ancora una volta, con la raccolta in onore della collega) è la chiara percezione che si stiano sperimentando un approccio e una metodologia di ricerca inediti. Leggendo i contributi relativi allo studio della storia delle istituzioni e del diritto, all'attività propedeutica al progetto del Centrale, all'esperienza organizzativa e concettuale della Guida Generale, o alla ricerca di una definizione giuridicamente e concettualmente precisa di "bene culturale", si ha la netta sensazione di essere di fronte al progressivo approssimarsi a un mestiere da inventare, a un'attività altamente sperimentale.
Ecco che allora, quando Isabella Zanni Rosiello si domanda come recepiranno queste raccolte le generazioni più giovani ("affannate nell'inseguire le affascinanti tecnologie informatiche dei nostri giorni"9), non pare scontato rispondere che non trovandovi ricette operative pronte all'uso o risposte definitive, vi scopriranno, forse, un esempio di professionalità e rigore scientifico, stimoli e percorsi di ricerca sempre nuovi e qualche sapiente annotazione sui "tempi lunghi" e le "maglie larghe" necessari per percorrerli. Entrambi i volumi andrebbero letti da chi vorrebbe operare in una pubblica amministrazione con una qualche percezione della responsabilità assunta nei confronti della collettività e del valore civile dell'impegno professionale richiesto, con la volontà di mantenere aggiornata una formazione di buon livello e con la consapevolezza della necessità di un confronto continuo con esperienze di ampio respiro e iniziative sperimentali.
In occasione della presentazione bolognese degli scritti di Pavone, le battute finali di Isabella Zanni Rosiello hanno fatto sorridere i presenti con la vivace descrizione dell'invidia suscitata in molti dalla colleganza intercorsa negli anni tra i due. I "pensamenti" e le "frattaglie" raccolti in questi libri non fanno che rinverdirla.10
Note
(1) Storia, archivi, amministrazione. Atti delle giornate di studio in onore di Isabella Zanni Rosiello, Bologna Archivio di Stato, 16-17 novembre 2000, a cura di C. Binchi e T. Di Zio, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Dipartimento per i beni archivistici e librari, Direzione generale per gli archivi, 2004 ("Pubblicazioni degli Archivi di Stato", Saggi 81). Intorno agli archivi e alle istituzioni. Scritti di Claudio Pavone, a cura di I. Zanni Rosiello, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Direzione generale per gli archivi, 2004 ("Pubblicazioni degli Archivi di Stato", Saggi 84).
(2) L'archivista sul confine. Scritti di Isabella Zanni Rosiello, a cura di C. Binchi e T. Di Zio, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 2000 ("Pubblicazioni degli Archivi di Stato", Saggi 60).
(3) I. Zanni Rosiello, Un archivista, uno storico, in Intorno agli archivi e alle istituzioni, cit., pp. 7-31: 7.
(4) C. Pavone, Stare sul confine, in Storia, archivi, amministrazione, cit., pp. 33-36: 33.
(5) Di archivi e di altre storie. Conversazione tra Isabella Zanni Rosiello e Claudio Pavone, in L'archivista sul confine, cit., pp. 407-431.
(6) C. Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità della Resistenza, Torino, Bollati Boringhieri, 1991, p. 10, citato in I. Zanni Rosiello, Un archivista, uno storico, in Intorno agli archivi e alle istituzioni, cit., pp. 7-31: 31.
(7) S. Vitali, La moralità delle istituzioni: profilo di un archivista, in Intorno agli archivi e alle istituzioni, cit., pp. 729-754.
(8) M. R. Celli Giorgini, Introduzione ai lavori, in Storia, archivi, amministrazione, cit., pp. 15-18: 15.
(9) I. Zanni Rosiello, Un archivista, uno storico, in Intorno agli archivi e alle istituzioni, cit., pp. 7-31: 15.
(10) "Frattaglie" e "pensamenti" sono termini usati dagli autori stessi per indicare i propri scritti o interventi. Si vedano in particolare: I. Zanni Rosiello, Un archivista, uno storico, in Intorno agli archivi e alle istituzioni, cit., pp. 7-31; C. Binchi e T. Di Zio, Presentazione, in Storia, archivi, amministrazione, cit., pp. 9-10.
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