Rivista "IBC" XIII, 2005, 2
musei e beni culturali / pubblicazioni
La recente stampa dell'antologia di scritti d'arte di Marcello Azzolini, a cura di Adriano Baccilieri, viene salutata con grande interesse per diversi motivi: innanzi tutto è un importante segnale d'attenzione nei confronti della storia della critica d'arte contemporanea, solitamente praticata ma raramente contestualizzata e analizzata per le sue peculiarità letterarie, storiche e metodologiche, ci restituisce un significativo spaccato della cultura artistica regionale dal secondo dopoguerra in poi e, infine, si configura come un valido strumento di studio per studenti e operatori del settore, offrendo molti spunti di riflessione sull'arte contemporanea. Eccone alcuni.
Le "pagine" di critica di Azzolini coprono un significativo arco temporale che inizia intorno al 1950 - anno in cui Roberto Longhi fondava "Paragone-Arte" indicando nelle sue Proposte per una critica d'arte il viatico dell'equivalenza verbale dell'opera d'arte, ossia "la diretta e riuscita espressione (e in quanto tale anch'essa inevitabilmente letteraria) dei sentimenti sollecitati da un dipinto" - e arriva sino al 1975, momento della scomparsa prematura dello scrittore veneto, che seguiva di un anno quella dell'amico Francesco Arcangeli, erede del pensiero longhiano elaborato con originalità personale e grande apertura critica verso i diversi indirizzi dell'arte contemporanea. Si tratta di un ventennio che, oltre alla statura storico-critica di Longhi e Arcangeli, ha visto crescere e operare a Bologna intellettuali come Luciano Anceschi, Ezio Raimondi, Andrea Emiliani, Carlo Volpe, Franco Solmi e Gian Carlo Cavalli, intellettuali che confrontavano il proprio pensiero con artisti come Giorgio Morandi, Virgilio Guidi, Aldo Borgonzoni, Concetto Pozzati, Ilario Rossi, Bruno Saetti, Sergio Vacchi e Germano Sartelli.
Questo contesto ci viene restituito da Marcello Azzolini in "pagine" dense di considerazioni che nei loro tratti più generali si dimostrano atemporali e diventano questioni di metodo di grande attualità: "ogni opera d'arte deve, io credo, per essere necessaria, nascere dalla spinta di un ideale che sappia convogliare le aspirazioni più generali. Lo scandaglio perciò dell'artista va condotto alle radici di un tal ideale ed avrà situato condizioni e momenti che diano emozioni più universali quanto più esso sia stato innestato alle radici più vive". Inoltre, maturata un'esperienza continuativa come membro di commissioni in numerosi premi, tra cui il Campigna, denunciava il limite di età burocraticamente concesso alla giovane arte, chiedendosi se "la giovane pittura arriva solo fino ai trent'anni [...] con quale criterio si può ritenere che dai 30 anni in su, la pittura appartenga alla maturità", dal momento che chi ha poi fatto la storia non sempre ha iniziato ad esprimersi visivamente nei limiti preposti.
Cultore ed estimatore di un'arte prevalentemente figurativa, che nel realismo sociale tocca a suo parere uno dei vertici del Novecento, egli ha sempre preferito espressioni visive interpreti della realtà fenomenica e della condizione esistenziale dell'uomo piuttosto che quelle affidate all'emozione del colore, del segno o del gesto. Ha scritto per numerose riviste specializzate e testate di quotidiani, occupandosi di artisti europei, nazionali, ma soprattutto della cultura artistica regionale, valorizzando l'arte romagnola e i bolognesi Sergio Vacchi, Concetto Pozzati, Virgilio Guidi, Norma Mascellani, Ilario Rossi e Bruno Saetti.
Si è detto di questo libro che è uno strumento di lavoro ottimale. Il corpus degli scritti di Azzolini è infatti introdotto da un testo di Baccilieri, che avverte subito il lettore dei principi esegetici che lo hanno spinto a valorizzare il lavoro dell'autore, nel rispetto delle idee dell'intellettuale e della traccia culturale lasciata dalla sua identità, per restituirci il contesto culturale del territorio in cui egli ha operato entrando nel dettaglio e indagando la struttura dei suoi scritti, posti in opera con "intuizioni sottili e toccanti accenti lirici, che si alternano a spunti polemici o alla puntuale ricostruzione filologica del tema, integrandosi felicemente". Il volume è poi corredato da una biografia esaustiva, dal regesto degli scritti d'arte, da una breve bibliografia sull'autore e dalla riproduzione dei numerosi disegni che hanno costituito la mostra itinerante "Artisti di Marcello Azzolini", organizzata a latere del convegno e del volume in occasione della 49a edizione del Premio Campigna a Santa Sofia. Un indice dei nomi avrebbe reso perfetta questa pubblicazione.
Marcello Azzolini. Pagine. Arte Contemporanea 1951-1975. Antologia, a cura di A. Baccilieri, Bologna, Editrice Compositori, 2004, 409 p., _ 24,00.
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