Rivista "IBC" XII, 2004, 4

mostre e rassegne, pubblicazioni

La settima edizione della rassegna bolognese "Caleidoscopio musicale" ha riportato alla ribalta alcuni dei magnifici teatri storici della nostra regione, catalogati dall'IBC in una banca dati recentemente rielaborata.
Sinfonie di stucchi

Elisabetta Landi
[IBC]

Nuovo appuntamento con la serie delle presentazioni storico-artistiche promosse dall'Istituto regionale per i beni culturali nell'ambito di "Caleidoscopio musicale. Musica in luoghi d'arte", la rassegna dei concerti di musica classica eseguiti da giugno a novembre nelle chiese, nelle ville e nei palazzi storici di Bologna e provincia, a cura dell'Associazione musicale Kaleidos ( www.kaleidosmusica.it). Di scena questa volta, è proprio il caso di dirlo, i teatri storici, per la cui valorizzazione l'Istituto si è prodigato nel tempo con una serie di ricerche confluite in due grandi esposizioni, da cui i rispettivi cataloghi: Teatri storici in Emilia-Romagna (a cura di S.M. Bondoni, Bologna, Grafis, 1982) e Le stagioni del teatro. Le sedi storiche dello spettacolo in Emilia-Romagna (a cura di L. Bortolotti, Bologna, Grafis, 1995).

Risultato di quelle rassegne una mappa sorprendente: ben 88 luoghi teatrali esistenti, sui 130 originari, documentati dalle schede analitiche dei cataloghi di mostra. Un patrimonio straordinario, per qualità artistica e memoria storica, e una pagina importante, recuperata nel dettaglio dalla ricognizione dell'Istituto, oggi consultabile in rete nella sua completezza in una banca dati recentemente rinnovata ed ampliata: www.ibc.regione.emilia-romagna.it/teapre.htm. Ma non è tutto. Perché la ricerca ha promosso una campagna fotografica che attraverso più di 3.000 immagini ha registrato, nel contempo, lo stato di conservazione degli edifici. Spesso in condizioni d'abbandono, o anche a rischio di interventi impropri. Un danno, in ogni caso, e un'alterazione per la rilettura dell'esperienza irripetibile messa a punto in quel settore, nella nostra regione, da personaggi come l'Aleotti, il Vigarani e soprattutto i Bibiena.

Dai quali, poi, discesero gli artisti che ne trasmisero le invenzioni all'affresco e all'architettura, scenografici per eccellenza. Non si capirebbe, senza i teatri, il carattere spettacolare dell'edilizia della nostra regione, specialmente di quella barocca, dagli scaloni ai saloni di parata. Una sfida, costruita, alle invenzioni dei pittori di scene. E un primato nella tradizione artistica locale con un continuo slittamento di modelli, dallo spettacolo alla vita cittadina. Fino al finire del Settecento, quando ancora si modellano, per le alcove dell'aristocrazia, sirene in stucco a imitazione delle cariatidi del teatrino della villa Aldrovandi Mazzacurati, una delle sedi presentate dai concerti. Un gioiello tuttora intatto nelle sue parti e una testimonianza rara di teatro privato settecentesco, sorto per il diletto dei committenti a ricordo degli allestimenti effimeri delle sale d'Europa. Né meno interessante, a Ottocento inoltrato, l'altro teatro nel programma dei concerti: quello intitolato al bolognese Alessandro Guardassoni, che nel 1879, presso il Collegio San Luigi, ne curò la decorazione (L'incontro tra Dante e Virgilio), lasciando una testimonianza importante di ornamentazione di gusto storicista. Un episodio raramente visitato di architettura teatrale, come se ne trovavano, già dal secolo precedente, negli ambienti delle istituzioni religiose.

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