Rivista "IBC" XII, 2004, 2

musei e beni culturali / pubblicazioni

F. Antinucci, Comunicare nel museo, Roma-Bari, Editori Laterza, 2004.
Musei: dall'enciclopedia al manuale

Maria Pia Guermandi
[IBC]

Che i nostri musei siano ancor oggi definibili per lo più come "regge delle belle arti" e che non siano forse mai divenuti strumenti di comprensione delle opere d'arte è ormai un luogo comune, quasi banale nella sua veridicità. Questo esemplare piccolo testo di Francesco Antinucci (Comunicare nel museo, Roma-Bari, Editori Laterza, 2004), con passione polemica e rigore teorico, si sforza di recuperare le profonde ragioni "ideologiche" di una situazione che appare immutabile, perché, come afferma l'autore, non è stata chiarita nelle premesse concettuali. Il testo àncora la sua analisi, dal punto di vista epistemologico, alla teoria della comunicazione, partendo dal presupposto che gli artefatti o sono oggetti d'uso o sono oggetti comunicativi (oggetti d'arte inclusi). Obiettivo principale del museo deve essere, quindi, quell'"esporre per comunicare" spesso ribadito a livello teorico, ma ancor oggi disatteso. Per svolgere correttamente questa funzione l'esposizione museale deve assicurare due risultati fondamentali: la leggibilità e la restituzione (anche se in forma per lo più virtuale) del contesto, con questo contraddicendo e invertendo il segno stesso dell'operazione museale, decontestualizzatrice per eccellenza.

Dato per assodato che il museo attuale non è in grado di svolgere, se non in rarissimi casi, questa funzione comunicativa, l'autore, nella seconda parte del testo, cerca di esplicitare la struttura concettuale del museo: secondo Antinucci, infatti, è l'assunto teorico dell'istituzione museale, per lo più accettato implicitamente, che ne ha in un certo senso cristallizzato le funzioni: solo procedendo ad una completa ridefinizione delle basi teoriche si potrà perciò sperare di apportare dei mutamenti veramente radicali alla struttura museale, in grado di proporsi come innovazioni concettuali e non come superficiali abbellimenti estetici.

Il fondamento teorico dell'istituzione "museo" è fatto risalire dall'autore al razionalismo illuminista settecentesco, all'interno quindi della stessa temperie culturale cui si deve l'Encyclopédie e il definitivo trionfo, in campo epistemologico, del sistema della tassonomia gerarchica "genere-specie", gerarchia che nella versione del museo storico artistico diviene "scuole-cronologia". Da quel momento il museo diventa, quindi, l'insieme delle conoscenze organizzate per il pubblico in campo storico, archeologico e storico-artistico: una sorta di enciclopedia per oggetti/opere il cui scopo non è la spiegazione dell'oggetto stesso, ma la sua analisi attraverso l'inserimento in una serie precostituita. Così come l'enciclopedia si rivolge eminentemente ad un pubblico già esperto perché nata per la consultazione e non per la lettura, al contrario del manuale, così i musei, in realtà, riescono a svolgere una funzione comunicativa solo internamente al ristretto pubblico degli "addetti ai lavori". Per poter svolgere appieno, invece, la sua funzione di spiegazione delle opere e quindi di trasmissione della cultura il museo dovrà trasformarsi da enciclopedia a manuale, a costo di una ristrutturazione radicale in quanto le due forme di trasmissione della conoscenza sono fra loro incompatibili.

Nella terza e ultima sezione del testo, la pars construens, Antinucci propone delle soluzioni, anche a livello pratico operativo, finalizzate alla realizzazione delle due funzioni essenziali della leggibilità e della ricontestualizzazione già individuate come imprescindibili perché l'oggetto museale possa svolgere compiutamente la sua funzione di oggetto comunicativo. In questa direzione l'autore sottolinea l'importanza che le tecnologie informatiche possono oggi assumere ai fini della restituzione di leggibilità e di contesto, con costi che si vanno facendo sempre più accessibili; in particolar modo le tecniche di ricostruzione virtuale, con la capacità di simulazione che riescono ad attingere, si pongono come alternativa enormemente più efficace rispetto agli apparati tradizionali legati per lo più a modalità di trasmissione testuale.

Parte integrante di quest'ultima sezione diviene così il DVD che accompagna il volume, attraverso il quale si possono visionare alcune proposte sia di ricostruzioni virtuali che di animazione digitale, attraverso le quali vengono evidenziate le operazioni di ricomposizione della leggibilità e del contesto su monumenti e siti prevalentemente di ambito archeologico quali l'Ara Pacis, la Basilica Ulpia, la Tomba di Nefertari, Paestum, ma non mancano anche esemplificazioni in campo storico-artistico: la chiesa di San Pietro, l'affresco raffaellesco della Scuola di Atene.

Il testo rappresenta, in un certo senso, anche un omaggio alla figura di Carlo Ludovico Ragghianti di cui ricorrono, molto opportunamente, ampi riferimenti agli scritti di carattere museale e le cui analisi si rivelano, a trent'anni di distanza, ancora perfettamente attuali e purtroppo inascoltate.


F. Antinucci, Comunicare nel museo, Roma-Bari, Editori Laterza, 2004, 180 p., _ 24,00.

 

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