Rivista "IBC" XI, 2003, 4

Dossier: L'IBC per l'Europa

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi, dossier /

Trenta anni di rapporti internazionali

Maria Pia Guermandi
[IBC]
Margherita Spinazzola
[IBC]

È molto lunga la consuetudine di collaborazione a livello europeo, e non solo, maturata dall'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna (IBC). L'apertura verso i paesi stranieri comincia ben prima che il panorama politico europeo si assestasse nella forma che oggi conosciamo; pertanto le iniziative e le attività così condivise non coincidono necessariamente con la logica dei programmi comunitari e dei progetti a essi legati, come si sono sviluppati nella seconda metà degli anni Novanta e che oggi regolano in larga misura l'attività internazionale degli enti.

Gli anni Ottanta si caratterizzarono come l'espressione delle politiche nel campo dei beni culturali portate avanti in maniera del tutto innovativa dall'IBC, fondato alla metà del decennio precedente. Da allora si esporta un modello emiliano-romagnolo di gestione e amministrazione del bene culturale in senso lato, attraverso conferenze e incontri politici e tecnici. Sono gli anni della partecipazione al Salon International des Musées et des Expositions (SIME) di Parigi. Nelle edizioni del 1988 e del 1990 l'Istituto era presente con uno stand proiettato all'estensione del campo semantico della parola "bene culturale". Si presentava il bene culturale del nostro territorio, valorizzandolo presso gli operatori internazionali e il più vasto pubblico, non solo quando la nozione corrispondeva a quanto in quegli anni era ad essa tradizionalmente associato, ossia l'oggetto eccezionale per valore artistico, ma anche e soprattutto quando testimoniava l'attività umana nel tempo. Così pure la partecipazione del 1992 si connota per l'attenzione al settore, allora nascente, del turismo culturale.

Una vera carta vincente a livello internazionale fu, sempre in quel decennio, la ricerca dell'Istituto sui centri storici. Il convegno internazionale sulla salvaguardia delle città storiche, tenutosi a Bologna nel 1983, generava fra l'altro quattro mostre che hanno girato tutto il mondo: "I confini perduti", "L'artigianato: i suoi modelli culturali e la città storica", "L'altro Mediterraneo", "Paolo Monti fotografo e l'età dei piani regolatori". In questo ambito si può anzi affermare che la metodologia di indagine messa a punto dall'Istituto abbia costituito una pietra di paragone e di riferimento per quasi tutte le ricerche a livello nazionale ed europeo del settore, tanto da rappresentare ancora oggi un punto di partenza per la definizione degli standard di catalogazione urbanistici. Contemporaneamente si sviluppa l'attività internazionale che esporta dalla Grecia al Portogallo il modello di ricerca sul rischio sismico, mentre la mostra "Architettura e terremoti" gira l'Europa.

Ancora negli anni Ottanta viaggiano le grandi mostre che portano in giro per il mondo la pittura bolognese, soprattutto di Guido Reni e dei Carracci. A fianco del grande evento incentrato sull'opera d'arte, tuttavia, venivano concepite anche altre mostre e iniziative di qualità e successo, che facevano conoscere in Europa e oltre un patrimonio librario e documentario estremamente variegato. Si potevano così mettere in relazione e riaccorpare le varie espressioni artistiche di un autore, per esempio Cesare Zavattini. In una edizione dell'iniziativa "Ciao Zavattini" - realizzata dalla Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'IBC al Centre Pompidou di Parigi, in collaborazione con istituti ed enti di diverse discipline, poi replicata in varie città spagnole - erano offerti al pubblico le edizioni, le foto, le lettere, i soggetti cinematografici e alcuni film restaurati, frutto dell'inizio del lavoro di riordino dell'Archivio "Zavattini", destinato a trovare collocazione definitiva presso la Biblioteca "Panizzi" di Reggio Emilia.

Allo stesso modo si partecipava all'iniziativa voluta dai Comuni di Bologna e Tolosa chiamata "Bologne-Toulouse, deux villes une culture", che accostava la produzione culturale di entrambe le città, dall'architettura alla letteratura, dalla poesia all'informazione. La mostra "Alma Mater Librorum", che illustrava nove secoli di edizioni bolognesi per l'Università, giunta proprio al suo nono centenario, portò il sapere bolognese da Francoforte alla Spagna, da San Pietroburgo a Tokio. Sempre agli anni Ottanta risale un'altra importante iniziativa quale è quella del censimento analitico dei teatri storici della regione: anche in questo caso la mostra che ne scaturì fu richiesta in numerose sedi europee, fra le quali Strasburgo, Belfast e Praga, dove fra l'altro ottenne un riconoscimento di prestigio.

Un altro settore dell'Istituto che fin dagli esordi ha visto nella collaborazione con istituzioni ed enti di ricerca europei una naturale modalità di espletamento delle proprie attività è quello del restauro. Si pensi, per esempio, al lungo rapporto di collaborazione con il Museo Carnavalet di Parigi, nella figura dell'allora responsabile dell'atelier de restauration Anne Cartier-Bresson: un rapporto incentrato sulle tematiche del restauro della fotografia, sulle quali l'IBC ha intrattenuto relazioni di scambio scientifico col Centro di ricerca sulla conservazione dei documenti grafici (CRCDG) e i cui risultati sono stati illustrati a Ferrara nel corso di due mostre documentarie all'interno di "Restauro 1991" e "2003". Sempre nel campo del restauro, infine, sono da segnalare i rapporti di collaborazione con la Fondazione "Abegg-Stiftung" di Berna e il Musée Historique des Tissus di Lione sul restauro dei materiali tessili, rapporti finalizzati anch'essi, fra l'altro, all'allestimento dell'esposizione "Capolavori restaurati dell'arte tessile".

Un altro paese straniero con il quale si strinsero in quegli anni proficui rapporti di collaborazione fu la Russia. Del resto, già in occasione della fondazione dell'Istituto, un'opera multivision che celebrava l'arte dell'Emilia-Romagna passava tanto al Teatro comunale di Bologna quanto a Mosca. Con il crescere dei contatti, ancora una volta, si confermava il concetto di bene culturale. La Soprintendenza per i beni librari e documentari contribuiva con la mostra dedicata all'editore Scheiwiller e con "Disegnare il libro", che in occasione dell'esposizione italiana del 1988 tracciava la storia della grafica editoriale in Italia dal dopoguerra in poi. Di grafica e tipografia, intese come elemento non estemporaneo del libro e del documento in generale, si riparla in Italia con l'allestimento della mostra che documentava l'evoluzione della tipografia russa. In stretta collaborazione con il Museo Majakovskij di Mosca si realizzava a Bologna la mostra documentaria "Cari compagni posteri: Vladimir Majakovskij 1893-1993", che raccoglieva disegni, manoscritti, foto, oggetti ed edizioni. Lo stesso spirito e un'analoga scelta documentaria animavano la mostra dedicata nel 1996 ad Anna Achmatova, che metteva in relazione il rapporto fra autore e città, tra nostalgia e quotidiano. La collaborazione con la Russia portò poi l'Istituto a realizzare altre iniziative espositive per una valorizzazione a tutto campo, da "Gli architetti italiani a San Pietroburgo", a "Il fanciullo di vetro. Petr Il'ič Čajkovskij a San Pietroburgo", per proseguire sull'onda del pentagramma fino alla recente mostra "La forza e il destino. La fortuna di Verdi in Russia".

L'attività espositiva all'estero, per la frequenza delle realizzazioni, non può essere qui puntualmente documentata, ma occorrerà ricordare, fra le iniziative di maggiore risonanza, la partecipazione dell'Emilia-Romagna all'Expo internazionale di Siviglia del 1992 con una mostra a carattere archeologico sulle origini della regione, dal titolo "Antiche vie".

Accanto, e spesso in collegamento con questo filone espositivo, negli anni si sono naturalmente consolidati i rapporti di collaborazione scientifica con i maggiori enti e istituti in Europa e nel mondo, in un continuo scambio di competenze ed esperienze che troverà la sua naturale collocazione anche nella realizzazione dei progetti europei. Alla visibilità delle attività scientifiche contribuisce inoltre la partecipazione ai convegni internazionali e a saloni specifici, quali per esempio quelli del libro e dell'editoria, particolarmente quando i riflettori sono puntati sul nostro Paese e la presenza dell'Emilia-Romagna e della sua cultura può contare sull'attenzione di un pubblico curioso e motivato dall'Europa al Sud America.

Proprio nell'ambito del dialogo con i paesi più lontani va ricordata l'importante collaborazione con la Biblioteca Nacional José Martì di L'Avana e la Biblioteca Angelica del Ministero per i beni e le attività culturali per il progetto internazionale "Itinera per Indias Occidentales": la Soprintendenza per i beni librari e documentari ha fornito nel 2002 lo strumento informatico per la catalogazione delle opere cartografiche antiche presenti nella biblioteca cubana, il sostegno e la formazione per il corretto utilizzo dello strumento che consente all'utenza la consultazione dei dati e la visione delle immagini. In tempi più lontani, era stato fornito supporto tecnico e scientifico alla Biblioteca nazionale di Maputo, all'indomani della guerra civile in Mozambico.

Per tornare all'Europa, strategico per l'intera Regione Emilia-Romagna è oggi il rapporto con il Land tedesco dell'Assia che, per i servizi dell'Istituto, si esplica attraverso il costante raffronto fra le politiche e la gestione dei beni culturali, in un rafforzamento esplicito delle competenze a livello regionale e dell'esperienza maturata negli anni in campo internazionale. Un altro settore che da alcuni anni ci vede inseriti, unica istituzione italiana, in un filone di ricerche a carattere europeo è quello rappresentato dagli studi statistici in ambito museale: si tratta di un gruppo di lavoro che, all'interno del più ampio comitato che analizza i flussi statistici della comunità europea, sta vagliando la produzione statistica di ambito museale dei vari paesi membri, nell'obiettivo di giungere a una standardizzazione delle metodologie e a una continuità di indagini che possa fornire dati utili a una programmazione sulle politiche museali fondata su dati a carattere scientifico e omogeneo fra i vari partner.

In questo dossier si traccia la storia dell'impegno dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna in campo internazionale nei suoi trenta anni di attività, ma soprattutto si intende rappresentare quanto si sta ora realizzando nell'ambito della progettazione europea. A una parte introduttiva dedicata ad analizzare il rapporto tra i beni culturali e l'Europa, anche nella particolare declinazione regionale, fanno seguito una ricostruzione storica della partecipazione dell'IBC ai progetti europei propriamente intesi e la presentazione degli impegni specifici attualmente in corso, suddivisa per aree tematiche di intervento.

 

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