Rivista "IBC" XI, 2003, 2

Dossier: Non solo film

biblioteche e archivi, dossier /

Intervista a Gian Luca Farinelli

La Cineteca del Comune di Bologna inaugura durante l'estate del 2003 la nuova sede della Biblioteca. Il gruppo di lavoro che ha collaborato alla redazione di questo dossier ha rivolto alcune domande al direttore Gian Luca Farinelli.

 

La nuova sede della Cineteca del Comune di Bologna sta per essere ampliata: come si articoleranno i nuovi spazi?

La nuova sede occupa una parte dell'ex Macello comunale in via Azzo Gardino 65 e ospiterà due sale cinematografiche e la nuova Biblioteca della Cineteca. Siamo al centro di un'area, quella dell'ex Manifattura, che nel corso di cinque secoli, prima dell'abbandono degli ultimi decenni, è stata uno spazio essenziale per la vita e lo sviluppo economico di Bologna e che ora sta per conoscere una nuova stagione grazie all'intervento edilizio promosso dal Comune in accordo con l'Università e progettato dallo Studio Aldo Rossi. È una ristrutturazione che, nel rispetto dei volumi, delle proporzioni e dei materiali anticamente utilizzati nell'area, restituisce fascino architettonico al quartiere più distrutto e dimenticato della città, che sarà ora occupato da quella che tradizionalmente è una delle nostre maggiori ricchezze, la cultura.

La Cineteca sarà solo uno degli attori del quartiere. Accanto ai nostri capannoni ci sono i laboratori del DAMS (cinema, musica e teatro) e la Salara dove è attivo l'Arci Gay con il suo centro studi nazionale; su via Don Minzoni il Comune, con l'ausilio della Finanziaria Fiera, sta terminando il recupero del Forno del Pane che ospiterà la Galleria d'arte moderna; all'inizio di via Azzo Gardino, verso via Marconi, negli spazi del Mulino Tamburi è in funzione il Dipartimento di Comunicazione dell'Università.

Sulla nostra biblioteca lo Studio Aldo Rossi ha compiuto un vero miracolo utilizzando al meglio la luce naturale che dà allo spazio luminosità e vivibilità.

Finalmente la Cineteca, a trent'anni dalla sua creazione, durante i quali è sopravvissuta in situazioni di precarietà, dà una casa definitiva a tutte le sue collezioni non filmiche: i libri e le riviste di cinema e di fotografia, i documenti cartacei, le fotografie di Bologna e di cinema, i manifesti, le registrazioni sonore.

Si conclude l'epoca in cui la maggior parte del nostro patrimonio doveva essere chiuso in scatoloni per essere traslocato da un deposito di fortuna all'altro. Viviamo in questi giorni la stagione dell'apertura delle casse che, con tanta fatica, abbiamo accumulato e salvaguardato. Dal 28 giugno, quest'immensa ricchezza sarà a disposizione di un numero sempre maggiore di cittadini, di specialisti italiani e non.

 

Che obiettivi si propone la Cineteca nel contesto della nuova sede di Azzo Gardino?

La biblioteca si troverà a fianco delle due sale della Cineteca in cui l'attività del cinema Lumière proseguirà, maggiormente articolata e rivolta a un pubblico più eterogeneo. L'unità di luoghi consentirà, per la prima volta, di sviluppare una politica sinergica tra le nostre iniziative: potremo così affiancare, alle rassegne e agli incontri con gli autori, percorsi ragionati sul patrimonio conservato.

I tradizionali servizi verranno potenziati e ampliati con la logica di porre gli utenti al centro di tutta la nostra attività; in questo programma, fortemente innovativo, un ruolo rilevante lo avranno le nuove tecnologie multimediali che consentiranno, anche grazie ad un cablaggio diffuso con postazioni per il pubblico, la ricerca dei documenti attraverso la consultazione del catalogo on line. Gli utenti avranno accesso diretto a tutti i libri e a tutte le riviste: mezzo chilometro di pubblicazioni di cinema, arte, fotografia, e grafica, collocate a scaffali aperti e senza nessuna barriera architettonica. Inoltre saranno in funzione una trentina di postazioni di visione di videocassette, DVD, ascolto per le colonne sonore.

L'apertura della nuova sede è un impegno che sta mettendo a dura prova le nostre forze, ma grazie al sostegno del Comune - Settore Cultura, dell'Assessorato alla Cultura e della Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna, del Ministero per i beni e le attività culturali con il programma Mediateche 2000, speriamo di potere presto offrire un supporto alle ricerche sul cinema e sulla fotografia di prim'ordine in Italia ed in Europa.

I nuovi spazi consentiranno di promuovere una politica di depositi che, sino ad oggi solo in parte abbiamo potuto sviluppare. È significativo che accanto al grande Fondo Renzo Renzi, acquisito e catalogato con il sostegno della Soprintendenza regionale per i beni librari e documentari, possa trovare ospitalità l'archivio di un altro importante studioso bolognese, Dario Zanelli, grazie alla recente donazione della sua famiglia, e che anche uno dei più prestigiosi cineasti della nostra regione, Florestano Vancini, abbia generosamente deciso di depositarci il suo patrimonio cartaceo. La bellezza e la funzionalità dei nuovi spazi potranno essere trainanti per far sì che a Bologna si costituisca, e sia reso disponibile, un patrimonio cartaceo di rilevante valore sul cinema italiano.

 

Quali sono gli interventi conservativi previsti per i materiali non filmici, e come si intende valorizzarli?

Gli spazi della nuova sede e le tecnologie recentemente acquisite consentiranno, in pochi anni, la digitalizzazione di tutto il patrimonio di grafica e fotografia. Resterà aperto, però, un grande problema: la fotografia, i manifesti, i disegni, sono tutti materiali assai fragili e sempre in pericolo di vita, quindi è necessaria, costantemente, un'attenzione non superficiale al loro stato e soprattutto occorre operare preventivamente, proteggendoli fin dall'acquisizione. Ovviamente tale impegno costa in termini di uomini, mezzi e danari cifre considerevoli. Ma solo conservando adeguatamente, restaurando i materiali e catalogandoli tale tesoro di cultura e bellezza può essere consegnato al futuro e reso fruibile a tutti.

Per quanto riguarda le iniziative per la valorizzazione, in primo luogo si darà una maggiore visibilità al catalogo che, almeno per quanto riguarda i libri, sarà per la prima volta consultabile on line sul catalogo del polo bolognese. Inoltre il sito della Cineteca (www.cinetecadibologna.it) sarà, in occasione della riapertura, arricchito di molti servizi e, grazie al supporto della Fondazione Cassa di Risparmio, la prima parte del grande lavoro catalografico dell'Archivio Chaplin sarà consultabile in rete. È in fase di preparazione un programma di mostre, esposizioni, fiere, colloqui con autori, grafici, fotografi, che avrà avvio a fine giugno e si svilupperà alla riapertura autunnale.

 

Che proporzione c'è, all'interno della Cineteca, tra materiali filmici e non filmici?

L'essenza stessa di una Cineteca (istituzione che conserva e tratta film e non film) e la nostra storia ci hanno portato a confondere le due realtà, poiché in origine la Cineteca era una biblioteca di cinema, e solo in seguito, col passare degli anni, si è arricchita di un'attività stabile di programmazione e di un numero considerevole di pellicole e di fotografie, non solo cinematografiche ma anche, anzi in termini numerici soprattutto, della città di Bologna.

Film e non film hanno destinazioni diverse e utenti che non si sovrappongono completamente, ma l'interazione tra questi patrimoni (che hanno problemi di conservazione, catalogazione, restauro e fruizione, molteplici e talvolta tra loro contraddittori) è imprescindibile per un corretto utilizzo e sviluppo. Un settore senza l'altro sarebbe incompleto: i film senza il patrimonio cartaceo sarebbero decapitati della loro storia, viceversa senza i film i documenti sarebbero in parte muti. Quindi non si può dare un giudizio d'importanza. Si può però dire che il settore non filmico grazie alla nuova sede gode di un investimento straordinario che ancora il settore filmico, purtroppo, non ha ricevuto.

 

Ci può parlare della formazione dei professionisti della documentazione cinematografica? La Cineteca vorrà esportare le proprie esperienze con corsi e stages per interessati?

La formazione di cinetecari avviene oggi solo in ambito internazionale, grazie al progetto "Archimedia", promosso da una decina di archivi europei e di cui la Cineteca è l'unico partner italiano. Avverrà con crescente impegno in futuro. Io stesso e diversi nostri funzionari da tempo teniamo corsi, conferenze e seminari sulle nuove professionalità che strutture come la nostra generano. La Biblioteca della Cineteca oltre ad essere un centro studi sul cinema di altissimo livello è un laboratorio nel quale giornalmente ricercatori italiani ed europei potranno sviluppare ed ampliare le proprie conoscenze. La Biblioteca della Cineteca non sarà un luogo di mummificazione del sapere, ma un luogo di trasmissione e irradiazione delle conoscenze. Anche per questo, proprio in questi giorni, stiamo lavorando con la sezione Cinema del DAMS per progettare un Master universitario capace di formare archivisti di cinema che, anche grazie alla fama che Bologna ha saputo conquistarsi in questo settore nell'ultimo decennio, potrà avere una rilevanza europea.

 

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