Rivista "IBC" X, 2002, 3
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / editoriali
Con l'autunno, dopo la pausa estiva calda e piovosa, l'IBC riprende il proprio lavoro mentre si insedia il nuovo e motivatissimo Consiglio direttivo e continuano discussione e confronto per la ridefinizione della legge sui musei e sulle biblioteche e per il conseguente riassetto del nostro Istituto. Ma è impossibile riaprire il nostro dialogo senza pensare subito all'11 settembre del 2001, all'evento che ha ferito nel profondo la civiltà che ci appartiene, accomunando in una stessa atroce, cieca, calcolata distruzione la carne degli uomini e la pietra di un vivente "bene culturale": che oggi diviene un simbolo universale per tutti coloro che rifiutano la barbarie e il segno spietato lacerante del non-umano. Ma è una memoria che deve poi farsi ragione intima della nostra coscienza, riflessione laboriosa e responsabile sul destino di ciò che chiamiamo ancora vita civile e bene comune, tanto più nel tempo della società "individualizzata".
Anche per questo ci è parso conveniente accogliere tra le nostre pagine alcuni esperimenti compiuti nelle nostre scuole, tra le generazioni più giovani, sulla ricostruzione di una memoria storica recente, iscritta per così dire nel nostro territorio, fra i luoghi più vicini e familiari. E certo non è problema semplice quello di una conoscenza storica che diventi nei più giovani, venuti dopo, ricordo riflesso e esperienza diretta, sentimento condiviso di una identità comune, appartenenza a uno stesso destino. Occorre apprendere a interrogare le testimonianze e darsi l'impegno di tendere alla verità, di trasformare il suo fragile e complesso contesto in un valore di umanità comune, scoprendo, come diceva un raffinato scrittore del primo Novecento, l'eterno presente del passato. Chi ha detto che la nostra scuola non può insegnare anche questo?
Nello stesso tempo si è pensato di non predisporre, come di consueto, un dossier tematico all'interno della rivista ma si è preferito distribuire, tra le sue diverse sezioni, saggi e interventi che compongono alla fine un discorso in qualche modo unitario sulla realtà storica e geografica del paesaggio. In questa forma segmentata si è voluto indicare come il concetto di paesaggio possa oggi correlarsi ai differenti campi e generi del bene culturale, quasi come una nozione fondamentale che conferisce nuovo valore e carattere al rapporto fra natura e storia, uomo e territorio.
Su questa strada l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna intende approfondire le sue esperienze di lavoro con spirito libero di ricerca e di servizio. E anche il lettore può aiutarci, con la sua attenzione e con il suo consiglio: come hanno fatto i ragazzi delle scuole di San Lazzaro di Savena e di Modigliana e Tredozio.
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