Rivista "IBC" X, 2002, 2

mostre e rassegne, pubblicazioni

Alfred Sisley. Poeta dell'impressionismo, a cura di M. A. Stevens e A. Dumas, Ferrara, Ferrara Arte S.p.A., 2002.
Un poeta "en plein air"

Enzo Vignoli
[OLFA - Osservatorio letterario Ferrara e l'altrove]

Per chi si fosse perduta la mostra "Alfred Sisley. Poeta dell'impressionismo" svoltasi al Palazzo dei Diamanti di Ferrara dal 17 febbraio al 19 maggio dell'anno in corso, o per chi volesse riviverne l'atmosfera di sognante imperturbabilità, il catalogo edito da Ferrara Arte S.p.A. con il patrocinio della Fondazione Cassa di risparmio di Ferrara costituisce, come sempre, lo strumento più idoneo ed incisivo. Mai presentata prima d'ora in Italia in una mostra ufficiale, la figura del pittore - che era di origini inglesi ma che passò quasi tutta la vita in Francia - viene analizzata in modo approfondito nei saggi delle due curatrici, Mary Anne Stevens e Ann Dumas, e di Vincent Pomarède.

L'oblio a cui è stata sinora condannata l'opera di Sisley viene motivato con la scarsità di documentazione sulla sua vita, così come dal fatto che le tinte sobrie, delicate, non di rado spente dei suoi quadri non denunciano quel rovello creativo, quell'ansia di ricerca che animarono invece i quadri di pittori quali Monet, Renoir, o Pissarro, a cui Sisley viene accostato e che finirono, fatalmente, con oscurarne la fama. Altre sembrano essere le sue matrici (Constable, Turner, Corot, Daubigny, Théodore Rousseau, i maestri della Scuola di Barbizon) e spesso differente il suo approccio alla tela, che raramente sa prescindere da un ordinato impianto organizzativo e geometrico della materia.

Sisley rimase sì sempre fedele ai dettami originari dell'Impressionismo, dipingendo esclusivamente en plein air, ma non si librò mai al di sopra di una crepuscolare visione paesaggistica, la quale a sua volta sembra più ripiegare nostalgicamente sul modello dei landscapes inglesi che non attingere alle novità formali degli impressionisti e al loro spirito di ricerca. Per questo motivo potrebbe, fra gli altri, apparire azzardato - dato questo che nel catalogo viene puntualmente riferito - l'accostamento fra la serie di cattedrali dipinte da Monet (in cui poco alla volta la materia si fa luce, scompare nella luce tanto da provocare in chi guarda quasi la reale sensazione di essere abbagliato), e la chiesa di Moret-sur-Loing che Sisley si limitò a dipingere in diversi momenti della giornata con differenti condizioni atmosferiche, senza mai farci perdere la struttura dell'edificio e senza forzare oltre certi limiti la realtà naturale con quella da lui interpretata.

Le dimensioni ridotte delle sessantaquattro tele presenti in mostra hanno agevolato la bella riproduzione che ne viene data nel catalogo; così come, e a dispetto della materia riprodotta, il volume riesce a rendere perfettamente quell'atmosfera cameristica, intima, poetica appunto, che alberga indisturbata nelle tele del Sisley.

 

Alfred Sisley. Poeta dell'impressionismo, a cura di M. A. Stevens e A. Dumas, Ferrara, Ferrara Arte S.p.A., 2002, 337 p., Ç 30.

 

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