Rivista "IBC" X, 2002, 1
territorio e beni architettonici-ambientali / progetti e realizzazioni, mostre e rassegne
Oggi i primi approcci alle future pause, ai fine settimana fuori casa possono essere organizzati anche cliccando su internet oltre che sfogliando guide, periodici e guardando trasmissioni televisive. Dal momento che il freddo tartassante dell'inverno si stempera ormai in qualche grado in più e nelle piogge indisponenti di un mese inquieto come marzo, è tempo di cominciare a pensare ad escursioni e itinerari nei quali esorcizzare termosifoni e piumini, respirare un'area meno inquinata e assaporare luoghi e paesaggi, non necessariamente sempre nuovi e lontani, ma che possiedono i requisiti giusti per ricaricarci, per farci sentire bene, per stupirci con la loro bellezza prudente e rassicurante.
In tale clima di ricerca, animato da "contatti" video e letture finalizzate, credo che questo numero della rivista si proponga nella sua sostanza cartacea come suggestiva sollecitazione per un viaggio attraverso un tratto di Romagna. Mi riferisco agli scatti nitidi e pacatamente luminosi che Corrado Fanti ha dedicato alla terra dei Malatesta; alle loro pietre, alle strade, al respiro dei borghi e delle colline da cui questi osservano il mare, quieti e sufficientemente vicini.
Il percorso fotografico nacque molti anni fa in quel clima di "ricerca sul campo", di indagine diretta sul nostro patrimonio, che ha caratterizzato tanto lavoro dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna. Ma quelle fotografie sono tornate estremamente attuali quando la Provincia di Rimini ha cominciato in tempi recenti a lavorare ad un progetto denominato "Stradaromagna", teso alla valorizzazione di un tragitto che evidenzia tra Santarcangelo e San Giovanni in Marignano, tra la valle del Conca e quella del Marecchia, l'unità storica, architettonica e paesaggistica di un territorio che presenta esuberanza di affinità e di caratteristiche proprie. Esse si compongono sotto il nome dei Malatesta, ma rimandano anche a tante altre vicende e miti radicati nella terra come i vigneti, come i sapori e gli odori che emanano dalle botteghe e dalle cucine che ancora individuano, oltre la capacità imprenditoriale, di cui la gente qui ha dato prova, una misura contadina ed artigiana del vivere, una scrupolosa attenzione a non perdere la memoria che ne costituisce la storia, che identifica le persone.
Con il titolo "Terra e materia: i castelli malatestiani nel riminese" la mostra degli scatti realizzati dall'occhio di Fanti - sensibile, ma asciutto - è rimasta per un mese a Saludecio, uno dei luoghi che compone la "Stradaromagna", e si appresta ora ad essere ospitata a Rimini, nel nuovo Palazzo della Provincia sul corso d'Augusto; ma i progetti che la Provincia sta dedicando alla riscoperta e alla valorizzazione del suo paesaggio sono molto più articolati.1
È stata da poco realizzata una guida, Signoria dei Malatesta. La dolce vita delle colline riminesi, che si focalizza sui quindici comuni dell'entroterra riminese che appunto coincidono con una parte dei territori che appartennero ai signori di Rimini, lasciando fuori da questo percorso le città della costa. La guida è realizzata molto bene, la si legge volentieri; è densa di informazioni sul patrimonio storico-artistico dei paesi che descrive, sugli orari dei musei, sulle fiere e i mercati che periodicamente vi si tengono ma anche su tutte le attività che li caratterizzano. Ottime le indicazioni relative agli alberghi, ai ristoranti, agli agriturismi, ai bed and breakfast che vi si trovano, con dati non approssimativi sui prezzi e sui servizi di cui dispongono. Mette realmente in condizione di organizzare nel dettaglio un giro, senza andare incontro ad imprevisti o delusioni da alcun punto di vista. Certo, se vi piace internet, potete digitare www.signoriadeimalatesta.com, oppure http://www.provincia.rimini.it o ancora scrivere a turismo@provincia.rimini.it, ma trovo molto più rassicurante la sensazione anche tattile di avere tra le mani questa simpatica e poco ingombrante guida.
Su internet però, potete trovare, sempre a cura della Provincia, notizie dettagliate su un altro progetto sempre riguardante i Comuni che fanno parte di questo orizzonte malatestiano. Il progetto è denominato "Dar luogo alla cultura": si tratta di quindici cantieri già aperti per restaurare luoghi particolarmente significativi di questi centri. Il sito della Provincia fornisce una scheda dei singoli interventi (i comuni interessati sono: Bellaria, Cattolica, Coriano, Misano, Mondaino, Montefiore, Morciano, Poggio Berni, Riccione, Rimini, Saludecio, San Giovanni in Marignano, Santarcangelo, Verucchio). Vengono dati in modo sintetico i riferimenti al tipo d'intervento, ai costi complessivi e a quelli sostenuti dalla amministrazione provinciale, ai responsabili dei singoli progetti, che per lo più sono restauri e recuperi di palazzi storici e di edifici dismessi.
Un'altra iniziativa della Provincia, oltre al grande progetto "Insediamenti Malatestiani", va segnalata per l'impegno sistematico nei confronti del territorio: si tratta di "Aree PAN" , e coinvolge aree di protezione ambientale e naturalistica che comprendono gli ambiti fluviali del Marecchia, del Marano e del Conca e l'insieme dei territori collinari di maggior rilievo ambientale. Tale percorso si salda con gli altri interventi per la valorizzazione paesistica e storico-culturale e rende evidente un lavoro ben coordinato e di sintonia con i comuni per la promozione di iniziative di sviluppo locale, che coinvolgono le più diverse attività. Un clima di sinergia che alimenta il futuro attraverso i sedimenti di questa terra.
Nota
(1) Si veda anche V. Cicala, Notti di rocca, "IBC", IX, 3, 2001, pp. 32-33
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