Rivista "IBC" IX, 2001, 4
territorio e beni architettonici-ambientali / restauri
La storia religiosa dell'Eremo di Ronzano in Bologna ha inizio nel 1140, quando Cremonina Piatesi - insieme ad altre compagne di fede che vennero poi denominate le Signore di Ronzano - vi costruì un romitorio ed una cappella consacrata alla Divina Trinità. Ampliato in seguito il romitorio e costruita una chiesa nel 1209 dalla sua pronipote Raimondina Piatesi, Ronzano fu sede fino al 1265 di una delle prime comunità religiose femminili. Loderingo Degli Andalò, nel 1267, acquistò questo luogo e ne fece la sede dell'ordine, da lui fondato, dei Militi della Beata Vergine, definiti poi ironicamente da Dante Alighieri come "Frati Gaudenti".
È opera dei Domenicani la maggior parte dell'attuale convento. Acquistata la proprietà nel 1475, gli stessi edificarono la chiesa su progetto dell'architetto Gaspare Nadi. Al suo interno i pregevoli dipinti murari testimoniano il passaggio di importanti artisti. Fu Giovanni Gozzadini, insieme alla moglie Maria Teresa Serego Allighieri, a riconferire lustro a Ronzano. Dal 1848 fu la loro dimora e l'illustre archeologo e studioso riportò parzialmente alla luce gli affreschi, recuperò i capitelli del chiostro, appose scritte e dipinti, ridefinendo l'eterogenea memoria storica del luogo. Costituì il "Circolo politico-letterario-scientifico" e Ronzano divenne spesso luogo di incontri con personaggi illustri quali Marco Minghetti, Carlo Pepoli e Giosuè Carducci. L'Eremo di Ronzano viene riconsacrato come luogo religioso dall'Ordine dei Servi di Maria nel 1922: nello svolgere la loro attività rivolta alla formazione cattolica, essi erigono il Collegio di San Giuseppe apportando alcune modifiche all'eremo stesso.
Nel 1999 l'eremo è stato oggetto di una serie di interventi conservativi realizzati in ambito giubilare. Le operazioni sono state dirette dall'architetto Silvana La Rocca, col coordinamento di padre Bruno Zanirato dell'Ordine dei Servi di Maria. In particolare si vuole segnalare, nel convento, oltre al restauro delle facciate esterne, il recupero degli ambienti della ex aula capitolare, utilizzabile ora anche come sala conferenze, col risanamento dei locali ed il restauro degli intonaci antichi in parte decorati. Durante il restauro degli intonaci all'interno del chiostro, su un lato dello stesso, sono state ritrovate le tracce dell'antico portico. Sono state poi riaperte le originarie finestre quadrate che danno luce ai lunghi corridoi del convento.
Inoltre si sono eseguiti i necessari adeguamenti igienico-funzionali, rispettando le caratteristiche e i vincoli architettonici del complesso, provvedendo anche alla messa a norma del refettorio, della cucina e dei servizi annessi. Importante è stato il lavoro di pulitura e di consolidamento effettuato sugli affreschi tardoquattrocenteschi della chiesa dove, tra l'altro, le operazioni di discialbo hanno permesso il ritrovamento di zone affrescate particolarmente significative.
Con questi lavori non si esauriscono tutti gli interventi di cui ancora necessita l'intero complesso, ma sicuramente essi costituiscono una chiara idea di percorso per un futuro in cui nuove operazioni edilizie e conservative permettano di rimarcare ulteriormente i legami fra attività religiose e spirituali e la memoria storicoartistica del luogo; in questo senso gli stessi ambienti dell'ex aula capitolare sono stati restaurati, oltre che per il loro utilizzo a sala conferenze, anche come possibile ed auspicabile sede per la collezione museale strettamente connessa alla storia di Ronzano.
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