Rivista "IBC" IX, 2001, 4
territorio e beni architettonici-ambientali / pubblicazioni
"Il mio mestiere è alloggiare l'uomo, dargli l'involucro di cemento che gli permetta di condurre una vita umana. Come costruire una chiesa per degli uomini cui non ho dato alloggio? Un giorno mi si domanderà forse di costruire una chiesa per un'unità di abitazione. Questo avrà per me un senso!". Le resistenze di Le Corbusier quando gli si chiese di realizzare un santuario per Ronchamp furono espresse in questi termini. Architetto dichiaratamente agnostico, fu proprio lui, paradossalmente, a realizzare negli anni che seguirono gli edifici sacri più spirituali che l'architettura contemporanea abbia mai concepito.
Giuliano e Glauco Gresleri, specialisti di fama internazionale di Le Corbusier, escono in questi mesi con un volume edito da Compositori che tratta in modo approfondito la produzione in campo ecclesiastico del grande architetto. Il libro, ampiamente documentato con fotografie, schizzi, lettere e arricchito dall'esperienza personale degli autori, illustra le opere realizzate e non realizzate dal Maestro, trattando in modo più che soddisfacente la sua personale lettura - e conseguente espressione - del tema del sacro. Dal santuario di Ronchamp al convento di La Tourette quindi, passando per il progetto onirico della chiesa sotterranea di Sainte-Baume e il restauro rispettoso della cattedrale di Saint-Dié, per finire con la chiesa "prolongement de l'habitat" di Firminy-Vert.
Il percorso di Le Corbusier nel campo del sacro è molto vario, ma pare segnato da un'unica costante. Che si tratti della simbologia cosmica delle vetrate di Ronchamp o dei muri di cemento grezzo di La Tourette su cui la luce radente si colora, è indubbio che l'architettura sacra di Le Corbusier era esattamente quello che non sarebbe potuta essere un'architettura sacra concepita da un credente, ossia: un'architettura per l'uomo. Libero dai condizionamenti della fede, il Maestro si poneva semplicemente come l'autore dell'involucro che avrebbe contenuto la preghiera: lui creava spazi di silenzio e di pace, sarebbero stati i fedeli poi a rendere tali spazi dei luoghi sacri. Perché, ribadiva, "je suis un constructeur de palais et de maisons". "Et pas d'églises", aggiungiamo noi.
Ma è con la sua stessa architettura che Charles-Edouard Jeanneret detto Le Corbusier ci dimostra che questo in fondo non importa, perché "un lavoro completo e ben riuscito condensa una gran quantità di implicazioni nascoste, un vero mondo che si rivela a coloro che se ne interessano, vale a dire: a quelli che lo meritano". Di qualunque tipo e in qualunque forma esso sia.
G. Gresleri - G. Gresleri, Le Corbusier. Il programma liturgico, Bologna, Editrice Compositori, 2001, 240 p., L. 70.000, Euro 36,15.
Azioni sul documento