Rivista "IBC" IX, 2001, 3

Dossier: Messinscena... in video e in linea

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L'Archivio Biblioteca del Teatro Valli

Susi Davoli
[Archivio Biblioteca del Teatro municipale "Romolo Valli" di Reggio Emilia]

L'Archivio Biblioteca del Teatro municipale "Romolo Valli" di Reggio Emilia nasce intorno alla metà degli anni Settanta come centro di raccolta, conservazione, valorizzazione dei documenti che la macchina spettacolare produce, e della documentazione di contorno e di supporto; si organizza come centro di studio e di documentazione aperto al pubblico; e dà avvio a un programma di ricerche, di studi, di pubblicazioni, convegni, seminari e letture, mostre e attività divulgative finalizzate alla valorizzazione e promozione della cultura teatrale e musicale.

L'Archivio Biblioteca si costituisce intorno a tre nuclei distinti. L'archivio di spettacolo vero e proprio documenta l'attività dei teatri reggiani dagli ultimi decenni del Novecento ad oggi e si compone di un archivio cartaceo (manifesti e locandine, programmi di sala, ritagli stampa, spartiti, copioni, dal 1957), di una ricca fototeca (stampe, diapositive, provinature e una importante raccolta di ritratti storici di cantanti), di una nastroteca (circa 2.900 nastri a bobina, a cassetta e DAT, dal 1965) e di una videoteca (circa 2.000 nastri di spettacoli ripresi integralmente, dal 1980, con l'aggiunta di 1.500 video di provenienza esterna, recentemente anche di DVD, acquisiti per scambi o acquisti).

La biblioteca conta 7.600 volumi attinenti alle discipline musicali e teatrali (numerose le pubblicazioni estranee al circuito commerciale come programmi di sala, storie e cronologie di altri teatri italiani e stranieri), circa 2.000 libretti d'opera, 500 fra spartiti e partiture; la emeroteca conta 40 abbonamenti a periodici specializzati in musica, opera, danza, teatro e scenotecnica, italiani, europei e statunitensi.

La discoteca-nastroteca "Agosti" è una delle più consistenti raccolte discografiche storiche italiane d'opera e, con i suoi 685 cofanetti di opere complete e i circa 12.000 pezzi staccati su dischi a 78 e 33 giri, costituisce una fonte storicodocumentaria che restituisce un quadro abbastanza completo dell'editoria discografica, relativa soprattutto all'opera italiana, nella prima metà del Novecento. Arricchisce poi questo importante archivio sonoro dell'opera lirica una nastroteca che conta quasi 1.200 opere su nastro a bobina, spesso titoli di difficile reperibilità e di raro ascolto. Di recente una politica di acquisti di opere in compact disc aggiorna e integra la discoteca sui versanti meno rappresentati dell'opera barocca, del Novecento e contemporanea.

Davanti a tale varietà e complessità di tipologie documentarie, di supporti e tecnologie presenti nell'Archivio Biblioteca, in particolare nella sezione riguardante lo spettacolo, l'archivio si è trovato a dover fronteggiare una sfida organizzativa e gestionale - ma anche teorica - enorme.

Gli standard di conservazione e catalogazione degli archivi tradizionali (quelli cartacei) si rivelano da subito inadeguati e si devono trovare soluzioni più rispondenti alla complessità e alla novità di un archivio teatrale costituito in prevalenza di documenti come dischi, nastri, audiovisivi assolutamente estranei (ancora negli anni Settanta) al concetto di bene culturale, di patrimonio da conservare e da catalogare.

La storia del nostro archivio teatrale, a partire dagli anni Settanta, è la storia di una progressiva conquista di nuovi criteri gestionali e catalografici, il più possibile aderenti alla specificità dei vari fondi documentari. Nasce così Teca per la catalogazione della discoteca-nastroteca storica "Agosti", realizzato in collaborazione con l'Istituto nazionale di studi verdiani; nell'ambito del progetto con l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, l'Ente teatrale italiano - ETI e Riccione Teatro è stata definita una versione del programma Sebina per la catalogazione degli archivi audiovisivi, con lo scopo di creare le basi per un catalogo collettivo delle videoteche teatrali italiane; da ultima nasce una procedura per gestire in modo integrato l'archivio di spettacolo, ossia la cronologia delle stagioni e degli eventi da un lato, e i vari documenti di riferimento dall'altro, con la possibilità di associare alla scheda catalografica una o più riproduzioni in formato digitale di immagini statiche (i manifesti, che sono già stati digitalizzati, i bozzetti e i figurini, le fotografie...), procedura messa a punto in collaborazione con un ente lirico, il Teatro Regio di Torino.

E così anche l'Archivio del "Valli" coglie alcune delle possibilità offerte dall'universo digitale tra quelle delineate da Gino Roncaglia proprio in un seminario promosso e organizzato dall'Archivio Biblioteca dei Teatri di Reggio Emilia, nel novembre 1999, dal titolo "Theatralia volant, digitalia manent?". Lì si affermava che i documenti digitalizzati hanno in primo luogo la funzione di fornire un sostituto di consultazione (che tende ad eliminare le diverse modalità di fruizione legate prima ai diversi media), sono poi più affidabili ai fini della conservazione, rendono possibili le integrazioni fra testi, immagini, suoni, video, una volta che i vari documenti sono stati trasformati in catene digitali.

Ma c'è di più: l'avvento del digitale rimette in gioco il concetto stesso di archivio, non più solo strumento tradizionale di conservazione e di studio, deposito di una memoria organizzata, ma centro di distribuzione di materiali informativi e documentali che consente la massima circolazione e diffusione di testi, suoni, immagini, rendendoli immediatamente recuperabili e riutilizzabili, anche a distanza, in altre situazioni e contesti: di studio, di ricerca, di lavoro didattico, di lavoro creativo.

Questa prospettiva di archivio aperto, certamente affascinante e "rivoluzionaria", si scontra però con molti problemi; innanzitutto quello dei vincoli derivanti dal diritto d'autore, che gravano pesantemente sugli archivi sonori e audiovisivi (e perfino su quelli fotografici), non consentendone la diffusione. Su queste problematiche hanno aperto un confronto alcuni centri e archivi teatrali non solo italiani ma anche europei, nella speranza di favorire un ripensamento generale sul tema del significato e della portata dei diritti d'autore nell'era del digitale (vedi il progetto europeo "Terpsychore" sulle videoteche della danza e il progetto ETI-IBC - con Riccione e Reggio Emilia - per un catalogo collettivo delle videoteche teatrali italiane).


La videoteca

Nell'immediato, allora, agli archivi teatrali - e nel nostro caso specifico all'Archivio Biblioteca dei Teatri di Reggio Emilia - non resta che procedere per gradi (anche per ovvie questioni di budget e di personale), tenendo però sempre d'occhio l'orizzonte di cui si parlava. Completate le banche dati di molti dei propri fondi (libri, dischi, manifesti, video) l'archivio reggiano sta realizzando ora la loro messa in rete per la consultazione in linea dei dati catalografici.

Negli ultimi anni ha provveduto a climatizzare i depositi per la miglior conservazione dei vari fondi documentari, e ha ampliato gli spazi per la consultazione, attrezzando ben due sale per la consultazione dell'archivio audiovisivo, certamente uno dei fondi più importanti per un archivio di spettacolo: strumento di studio, di consultazione, di divulgazione imprescindibile per ricostruire, conoscere, far conoscere la storia dello spettacolo negli ultimi decenni. E non solo per la danza, il genere che più di altri porta con sé fatalmente la perdita delle proprie tracce, ma anche per il teatro d'opera dove sono stati introdotti, negli anni del protagonismo del regista, tali elementi di novità, di rilettura, di studiata provocazione e proposta da rendere ogni allestimento, anche della stessa opera, estremamente diverso e sempre nuovo.

Già Visconti si poneva il problema di una storia e di una memoria della rappresentazione operistica, rese difficili dalla pratica di distruggere rapidamente gli allestimenti, di non tenere quasi mai un libro di regia. La registrazione audiovisiva è venuta in soccorso fornendo un sistema per conservare gli spettacoli, non certo perfetto ma efficace e indispensabile.

L'Archivio di Reggio - con i suoi quasi 3.500 pezzi che raccolgono le registrazioni degli spettacoli rappresentati nei teatri reggiani a partire dagli anni Ottanta, insieme a copie di spettacoli di altri teatri e compagnie italiane e straniere (avute per scambio o per acquisto) - offre un buon supporto per seguire le vicende dello spettacolo in questi ultimi decenni; prima di tutto nel campo della danza, dove gli 800 titoli testimoniano l'attenzione speciale che il Teatro municipale "Valli" e la città di Reggio Emilia, sede del Centro regionale della danza - Aterballetto, hanno sempre dedicato a quest'arte. La raccolta documenta i classici del balletto ottocentesco, i capisaldi della danza moderna e neoclassica della prima metà del Novecento, contiene numerosi pezzi di Tanz Theater e di Nouvelle Danse, di danza contemporanea americana - ricca la sezione Cunningham e Martha Graham - ed europea, documentata grazie agli importanti festival dedicati alla danza olandese, spagnola, portoghese, a coreografi come Forsythe e Kylian. Importante anche la sezione dedicata alla danza italiana, con l'archivio completo degli oltre vent'anni di storia dell'Aterballetto, documentata attraverso gli spettacoli e il repertorio, ma anche attraverso spezzoni di prove, backstages, incontri, lezioni, corsi di perfezionamento ecc.

Nella videoteca dedicata all'opera lirica un percorso interessante è quello che riguarda l'opera barocca, attraverso alcuni memorabili allestimenti di Pier Luigi Pizzi, regista anche di molte altre opere rappresentate al Municipale di Reggio Emilia; vi si trovano poi documentate opere di altri importanti registi come Ronconi (La fiaba dello zar Saltan di Rimskij-Korsakov, con le scene dell'Aulenti), Faggioni (La fanciulla del West di Puccini), Ponnelle, Chéreau e Strehler, di cui l'archivio video conserva, tra le altre, l'ultima incompiuta regia di Così fan tutte.

Ricca la videoteca di prosa, che testimonia le stagioni dei teatri reggiani degli ultimi due decenni: ben rappresentata la drammaturgia contemporanea, numerosi gli spettacoli realizzati da grandi registi come Cobelli, Ronconi, De Simone, Peter Stein, Aldo Trionfo, Squarzina, Peter Brook, Zanussi, Sequi, Strehler; vi si trovano molti spettacoli di Dario Fo, Paolo Poli, Eduardo De Filippo, Carmelo Bene, Marco Paolini, Moni Ovadia e le interpretazioni dei maggiori attori del nostro panorama teatrale. La videoteca di prosa comprende anche una sezione di teatro per ragazzi con circa 60 spettacoli e una ricca sezione di letture in scena di poesia e letteratura tenute da attori, scrittori, poeti durante i cicli "Recitar poetando" e "Le voci della poesia".

Interessante anche la videoteca musicale, con 600 titoli di musica classica, contemporanea, frammenti di importanti concerti jazz, incontri conferenze e prove aperte di orchestre (dirette da Sinopoli, Claudio Abbado), la documentazione di tutte le edizioni del Concorso internazionale per quartetto d'archi premio "Paolo Borciani". Completano la raccolta video un centinaio di film tratti da opere liriche, film musicali, biografie cinematografiche di artisti dello spettacolo, versioni filmate di coreografie e le registrazioni di incontri, conferenze, inaugurazioni di mostre, concorsi e premi che hanno avuto luogo nei teatri reggiani.

Memoria della vita teatrale reggiana e contemporaneamente documentazione di pezzi importanti della storia dello spettacolo degli ultimi decenni (soprattutto sul versante della storia della regia e della coreografia contemporanea), la videoteca, cuore dell'archivio di spettacolo, è anche la sezione più in pericolo, minata dall'instabilità dei suoi stessi supporti. È proprio da qui che si deve cominciare ad attuare quella conversione al digitale - purtroppo ancora molto onerosa - che rappresenta la salvaguardia e il futuro per gli archivi teatrali.

 

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