Rivista "IBC" IX, 2001, 3
territorio e beni architettonici-ambientali / convegni e seminari
Si è svolto il 25 e il 26 maggio, presso la biblioteca "A. Oriani" di Ravenna, il seminario sugli Spazi regionali nella storia dell'Italia contemporanea organizzato dall'Ente "Casa di Oriani", dalla Provincia di Ravenna e dalla rivista di storia contemporanea "Memoria e Ricerca" con il contributo della Regione Emilia-Romagna e di Romagna Acque Spa. Nella prima giornata hanno parlato Biagio Salvemini (Università di Bari) e Roberto Balzani (Università di Bologna), rispettivamente su La costruzione degli spazi regionali e Le città e le regioni: il ruolo delle istituzioni. Salvemini ha fatto il punto della situazione sugli ultimi studi regionali fornendo un ampio quadro bibliografico in merito, evidenziando in particolare come, a seguito del ritorno della centralità degli spazi regionali nel discorso pubblico, con la messa in discussione del "funzionalismo pianificatorio", sia emersa "una forte domanda di storia, anche di lungo periodo" sulle questioni in esame. Secondo lo studioso infatti la discussione in atto, alimentata dalla domanda "civile" "sulle modifiche dei confini regionali o sulla costruzione di nuove regioni istituzionali dialoganti con le istituzioni europee" ha stimolato la pratica storiografica su questi punti, i quali ci portano a puntare la nostra attenzione "al di là della territorializzazione disegnata dai poteri", per quanto non si possa comunque prescindere dalle spazialità dipendenti dai giochi istituzionali. Anche Roberto Balzani ha incentrato il suo intervento sul ruolo delle istituzioni nella costruzione degli spazi regionali, soffermandosi in particolare sul rapporto regione/città e sottolineando come a questo proposito sia fondamentale non prescindere dalle network policies "ovvero da quelle forme di networking (fra imprese, fra categorie produttive e sociali, fra livelli istituzionali) che spesso consentono alla programmazione regionale di trasformarsi in realtà". Balzani è poi passato ad illustrare le linee guida lungo le quali si articolerà un progetto di ricerca concreto, incentrato sulla regione Emilia-Romagna, che partirà tra breve "all'interno di un disegno più vasto sul fenomeno della regionalizzazione italiana" promosso dall'Università di Siena e coordinato da Simone Neri Serneri. Obiettivo finale della ricerca sarà quello di riuscire a mettere in relazione i diversi ambiti spaziali "in gioco": la Regione, gli Enti Locali (le città in primo luogo), i protagonisti sociali ed economici dotati di una propria influenza territoriale. Si cercherà inoltre di guardare la regione "dalla periferia" e "di ricostruire, se possibile, immagine e realtà dell'istituzione a partire dagli utenti finali, dai consumatori di base dei servizi". Nella seconda giornata, la mattinata comincia con la relazione di Marco Meriggi (Università Federico II di Napoli), incentrata su Storie regionali e storia nazionale nell'Italia contemporanea. Lo studioso, soffermandosi in particolare sul caso della regione Lombardia, pur comparandolo con altri casi italiani, nonché con quello tedesco, arriva a concludere che l'identità regionale emerge spesso "per contrasto", ovvero si coglie in primo luogo negli elementi che ne determinano la differenza. Nel secondo ed ultimo intervento della giornata, Mario Caciagli, docente di politica comparata presso l'Università di Firenze, affronta il discorso sulle Regioni d'Europa. Egli osserva che negli ultimi anni si è verificata una rinascita della coscienza regionale, dicendosi allo stesso tempo più che convinto del fondamentale ruolo giocato dalle istituzioni all'interno del discorso regionale: le istituzioni creano le regioni artificiali e così facendo finiscono per contribuire allo sviluppo di incrostazioni di poteri, raggruppamenti di poteri, nonché alla formazione di sentimenti identitari, là dove prima non esistevano. Lo studioso passa poi ad esaminare l'importanza assunta recentemente dalle regioni nel processo di costruzione europea, come dimostra il proliferare e il successo sempre maggiori dei tanti partiti, alcuni di nuova formazione, a carattere regionale: in tutti questi partiti, infatti, vi è un richiamo costante alla questione europea. Da questo processo è emerso un documento significativo quale la Dichiarazione sul regionalismo e l'Europa (4 dicembre 1996), nel quale le Regioni vengono definite un "elemento essenziale" nel processo di costruzione europea e dove "si reclama il riconoscimento delle Regioni come soggetti attivi della politica europea". Le relazioni sopracitate, durante entrambe le giornate, sono state seguite dagli interventi di un nutrito gruppo di discussants, da Lucio Gambi a Vera Negri Zamagni, a Simonetta Soldani, Alberto Banti, Paolo Fabbri, Stefano Cavazza, Renato Camurri, Marco Fincardi, Stefano Trinchese, Simone Neri Serneri, Francesca Anania, Enzo Fimiani, Emma Mana., Maurizio Ridolfi.
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