Rivista "IBC" IX, 2001, 2

territorio e beni architettonici-ambientali / progetti e realizzazioni, restauri, pubblicazioni

Sulle acque nascoste

Beatrice Furlotti
[collaboratrice dell'IBC]

Certo non tutti sanno che sotto la Bologna visibile, al di là della sua sottile crosta fatta di asfalto e mattoni, esiste un'altra città: una Bologna cieca e silenziosa, nelle cui arterie scorre l'acqua dei colli. Una Bologna sepolta e poi dimenticata, organismo un tempo vivente che ormai quasi non respira più. Una Bologna di Sotto che emerge in superficie soltanto con i suoi serragli, capace ancora tuttavia di battezzare le strade della Bologna di Sopra.

C'era un tempo in cui questi due mondi paralleli, quello di sotto e quello di sopra appunto, erano un tutt'uno, e Bologna era una città d'acque. Il cuore segreto della città pulsava grazie alle sue arterie: il canale di Reno, il canale Cavaticcio, il canale delle Moline, la canaletta di Savena e il torrente Aposa costituivano insieme una rete efficientissima di strade d'acqua, in grado di difendere la città dalle invasioni, di trasportare le merci all'interno delle mura, di dare vita alle pale dei mulini.

Poi venne l'epoca in cui i canali non servivano più. Anzi, erano d'impiccio, per motivi d'igiene e di viabilità. Così, a poco a poco, sulle vie d'acqua di Bologna sono state costruite strade d'asfalto, e l'unico tratto superstite - quello tra via Augusto Righi e via Bertiera, tra via Malcontenti e via Oberdan - è stato nascosto con cura dietro casti sipari di mattoni.

Dappertutto, tranne che in un punto: la finestrella di via Piella. Un semplice gesto, tac, e quella che vedi non è più Bologna. Piuttosto, una cartolina appiccicata da qualcuno in vena di scherzi, che rappresenta uno scorcio di città con un canale, un soppalco, due quinte di case, l'arcata di un ponte. Ti stropicci gli occhi, non ci credi: ma è veramente Bologna quella? La Bologna di Sopra guarda la Bologna di Sotto e in lei non riconosce se stessa.

E allora, che fare? Come si può restituire alla città d'asfalto la sua memoria di città d'acque? Grazie al contributo di alcune istituzioni cittadine - prime tra tutte la Cooperativa Ansaloni e la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, che hanno finanziato i lavori -, negli ultimi anni qualcosa è stato fatto per riportare alla luce le acque nascoste di Bologna: sono stati ripristinati gli antichi affacci sul canale delle Moline ed è stato reso visitabile il corso sotterraneo del torrente Aposa.

Editi da Costa Editore nella collana "C'era Bologna", i due volumi Le finestre sul canale e Il torrente Aposa sono stati pubblicati proprio in occasione di questi due interventi e ne descrivono in modo dettagliato le varie fasi, dalla ricerca storica agli esecutivi di progetto alla realizzazione. Ricchi di foto storiche - alcune delle quali inedite - e di illustrazioni d'epoca che mostrano un'insolita Bologna solcata da canali, i due volumi sono un ottimo strumento per conoscere il volto segreto della città e per sapere ciò che era, ciò che si è fatto e ciò che ancora si farà per restituirle un pezzo importante del suo passato.


Le finestre sul canale, a cura di F. Giordano, Bologna, Costa Editore, 1998, Collana "C'era Bologna" , 48 p., s.i.p.

Il torrente Aposa, a cura di M. Poli, Bologna, Costa Editore, 2000, Collana "C'era Bologna", 95 p., L. 6.000.

 

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