Rivista "IBC" IX, 2001, 1
Dossier: Restauri a palazzo
musei e beni culturali, dossier /
Ferrara 2001: l'IBC fa il punto
In generale oggi si registra maggior interesse verso i musei, l'arte, l'artigianato artistico non solo da parte degli addetti ai lavori ma anche del grande pubblico. In coincidenza con ciò si sono moltiplicate le iniziative promozionali, sono proliferate nuove istituzioni museali, nuovi percorsi formativi in beni culturali; pur con fatica, è stata avviata la riforma delle norme che disciplinano la tutela dei beni storicoartistici secondo criteri di decentramento e ridistribuzione di competenze; nel campo del restauro, supportato da tecnologie sempre più raffinate sia per quanto attiene la diagnostica sia per quanto riguarda le metodologie di intervento, si è andata affermando una nuova sensibilità, un modo nuovo di vedere la disciplina, intesa ora come azione preventiva piuttosto che come rimedio estremo. In Italia, tuttavia, la tutela e la conservazione del patrimonio storicoartistico e architettonico, ma soprattutto di quello paesaggistico e naturalistico, rimangono ancora oggi una vera e propria emergenza.
Ribadendo il proprio impegno su questo fronte, l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna è presente anche quest'anno a Ferrara, al Salone del restauro, con un nutrito calendario di incontri cui partecipano operatori museali, restauratori, studiosi, rappresentanti di enti pubblici, fondazioni, associazioni di categoria.
In tema di restauro il convegno sulla legge Merloni e sul regolamento per la qualificazione professionale dei restauratori si propone di approfondire le nuove norme introdotte nel settore, con attenzione anche al delicato problema dei requisiti che d'ora in poi le ditte dovranno possedere per ottenere incarichi di lavoro.
Il problema della formazione nel campo della conservazione è stato oggetto della ricerca "CONBEFOR" promossa dalle Regioni Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana e Lombardia insieme all'Associazione Secco Suardo. Gli esiti di questa indagine, che in pratica ha comportato il censimento delle scuole di restauro e dei corsi di formazione operanti in Europa, sono confluiti in un volume e vengono ora presentati a Ferrara come punto di riferimento per individuare nuovi percorsi formativi in questo settore.
Il convegno "Museo e cultura della qualità" affronta invece il tema degli standard e degli strumenti gestionali nei musei per fare il punto su quanto si è sviluppato in questi anni in Italia, anche in confronto con gli altri paesi europei.
Il censimento e la catalogazione dei beni culturali, compito che l'IBC annovera fra i propri mandati istituzionali, costituisce il tema centrale di due diversi incontri: uno si propone di presentare il recente accordo Stato-Regioni su questa materia ed in particolare la nuova configurazione del sistema informativo messo a punto dall'Istituto centrale per il catalogo, l'altro si propone di definire un quadro comparativo dei sistemi catalografici europei per la descrizione del paesaggio culturale e formulare una nuova proposta metodologica nel quadro del progetto transnazionale "Let's Care Method".
Il problema della salvaguardia del patrimonio culturale che documenta l'età contemporanea è oggetto del convegno "Conservare il Novecento: la stampa periodica", che oltre ad esaminare il valore di questi veicoli culturali affronta i diversi problemi legati alla loro conservazione.
Il programma fieristico di Ferrara comprende anche due piccole rassegne espositive dedicate rispettivamente a campane ed orologi da torre e agli arredi di una casa-museo, ambiti di lavoro assai diversi ma ugualmente esemplificativi dei programmi di lavoro dell'IBC.
"Il suono del tempo" riunisce per il pubblico ferrarese una significativa campionatura di campane e di orologi da torre, oggetti familiari a ciascuno di noi per la funzione storica che essi hanno svolto nell'ambito della comunità, della parrocchia o del centro civico, ma poco noti se non sconosciuti per quanto riguarda le loro caratteristiche tecniche e costruttive. Punto di arrivo di una lunga ricerca sul territorio, la mostra sottolinea anche gli aspetti inerenti alla salvaguardia di questo raro patrimonio, in particolare la delicata manutenzione che simili manufatti comportano.
"Le stanze del Conte" nasce con l'intento di valorizzare il patrimonio di oggetti d'arte e arredi d'epoca di palazzo Tozzoni a Imola, una dimora nobiliare del XVIII secolo divenuta museo agli inizi degli anni Ottanta. In una ricostruzione scenografica degli spazi reali, realizzata in collaborazione con l'Accademia d'arte di Ravenna, la mostra presenta una selezione di opere provenienti dall'"appartamento barocchetto", l'ala del palazzo che meglio documenta la cultura del tardo barocco, teatro di una impegnativa campagna di restauri condotti col sostegno regionale. Correlata e strettamente connessa alla rassegna, da cui prende spunto, è un'altra iniziativa ferrarese dedicata per l'appunto al tema della conservazione delle tappezzerie antiche. "L'abito delle dimore storiche", questo è il titolo del convegno, intende fornire un quadro di aggiornamento sulle complesse problematiche connesse a questo settore, affrontando non solo gli argomenti riguardanti le tecniche del restauro in senso stretto ma anche gli aspetti relativi alla gestione di questo genere di materiali e i costi spesso elevati che simili interventi comportano.
Presso lo stand IBC, infine, trova spazio "Bologna 2000 Città europea della cultura" con tre importanti progetti sul tema della conservazione preventiva messi a punto dal CNR - Consiglio nazionale delle ricerche, dall'ENEA - Ente per le nuove tecnologie l'energia e l'ambiente e l'ISAO - Istituto di scienze dell'atmosfera.
Nell'introdurre le pagine di questo inserto, che come di consueto esce in concomitanza con il Salone del restauro, ci sembrava doveroso richiamare sinteticamente le iniziative dell'IBC tracciando una sorta di promemoria per il visitatore della fiera ferrarese. Tanto più che l'inserto ha carattere monografico, accompagna la mostra su palazzo Tozzoni, ne delinea la tipologia e la storia, presenta la famiglia che lo abitò per secoli, documenta i restauri condotti sugli arredi. Ma saranno i testi di Claudia Pedrini, Oriana Orsi, Claudia Baroncini e Luisa Bitelli, insieme alla suggestiva antologia di immagini che li accompagnano, a guidare il lettore in un ideale percorso attraverso le stanze del palazzo, con attenzione alla duplice chiave di lettura dell'antica dimora nobiliare ora divenuta casa-museo e del cantiere di restauro, luogo di incrocio delle competenze di conservatori e studiosi, restauratori di dipinti e decoratori, ebanisti, tappezzieri, restauratori di tessuti.
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