Rivista "IBC" IX, 2001, 1

musei e beni culturali / immagini, didattica, pubblicazioni

La memoria e l'immagine

Paola Vasini
[IBC]

Carlo Piantoni, già insegnante e direttore didattico, oggi professore incaricato presso la Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma, ha scritto un'opera che, come recita puntualmente la nota editoriale di accompagnamento al testo, "propone un'operazione di scavo nei territori della memoria storica, prendendo in considerazione le funzioni e i significati che le immagini assumono nel corso del tempo per rispondere alle esigenze di una società in trasformazione". Essendosi sempre occupato di educazione all'immagine, anche nella sua qualità di componente della commissione ministeriale incaricata di redigere i nuovi programmi della scuola elementare, Piantoni ha voluto che questa pubblicazione fosse rivolta in modo particolare ad insegnanti e studenti impegnati nell'approfondimento del legame che unisce storia, memoria e opere visive.

In sede di presentazione del suo libro l'autore sottolinea che i programmi della scuola dell'obbligo prendono in considerazione anche l'educazione alle immagini, sia sul versante della lettura sia su quello della produzione. Quando però si entra nell'ambito di una didattica della lettura e della decodificazione si scopre che i contenuti proposti sono quasi sempre quelli "canonici": la fotografia, il cinema, la televisione, magari il fumetto. Con l'aggiunta poi dei beni culturali. Da una parte, insomma, i contenuti dei mass media, dall'altra quelli dell'arte. Si dimenticano così le immagini cosiddette "minori", che appartengono al nostro retroterra culturale. "Eppure sono queste le immagini in grado di offrire dati preziosi a chi volesse condurre l'alunno a capire meglio la natura e il significato di quelle di oggi". Perché le immagini trasmettono un messaggio ricco di simboli e di concetti spesso articolati, molto pregnanti, scatenando in noi emozioni complesse, che spesso la parola non riesce a riprodurre.

Ognuno dei sedici percorsi didattici in cui si articola il libro parte con l'individuazione degli obiettivi che ci si propone di raggiungere, a cui seguono delle schede informative che contengono citazioni tratte da testi editi. I percorsi riguardano: pittogrammi, convenzioni e segni; stemmi ed emblemi; le etichette e i marchi di fabbrica; le tavolette votive; i santini; l'illustrazione; la caricatura; i settimanali a figure (o illustrati); la scenografia; le immagini della pubblicità; le immagini della moda; la cartolina; i francobolli; le figurine; i fogli figurati; le copertine dei quaderni.

Parlando di tavolette votive, ad esempio, si mette in rilievo come le tavolette per grazia ricevuta rivelino un certo tipo di rapporto con la trascendenza: "il povero scopre che può interessare la Madonna, Cristo e i Santi alle proprie sventure. Può rivolgersi a loro con maggiore dimestichezza ogni qualvolta sente di aver bisogno del loro aiuto e le occasioni non mancano: c'è l'incendio del fienile, il colpo d'ascia sul piede, l'assalto dei banditi, il supplizio dello strappo della fune. Le distanze si accorciano. Il santo scende dal piedistallo portandosi al livello del popolo. Ma quel che più conta è il fatto che ora è interessato e disponibile ai fatti di ogni giorno". Se insomma il fedele intuisce che può affidare alla tavoletta votiva "il compito di ringraziare pubblicizzando la grazia ricevuta" è vero pure che essa "coinvolge anche il ricevente facendolo entrare da protagonista nell'episodio dipinto. E per un analfabeta questo vuol dire molto".

Ogni percorso, come si vede, promette numerosi spunti degni di essere approfonditi. Ciò che rende il volume davvero interessante, poi, è proprio l'attenzione agli oggetti minimi della comunicazione visiva, quelli più insospettabili. Il gioco dell'oca, le bambolette, i soldatini e i teatrini di carta, persino le letterine di Natale: uno sguardo superficiale vede in questi oggetti solo un'occasione di nostalgia. A guardarli con attenzione, invece, si capisce che questi "fogli figurati", in un'epoca in cui cominciavano ad affacciarsi i mass media, avevano lo stesso ruolo del cinema, della televisione, del fumetto: "Erano in sostanza le immagini create per divertire, ma anche per rafforzare modelli socioculturali, informare, insegnare la storia, la geografia, le scienze naturali. E queste figure, acquistate nelle cartolerie, accompagnavano il bambino dall'infanzia all'adolescenza".

 

C. Piantoni, La memoria e l'immagine. Sedici percorsi didattici, Roma, Armando, 1997, 256 p., L. 28.000.

 

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