Rivista "IBC" IX, 2001, 1

territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / immagini, mostre e rassegne, pubblicazioni

Come in un "Déjà View"

Carlo Tovoli
[IBC]

"Rifotografare antiche immagini di un luogo per rivelarne le trasformazioni culturali": questo era il progetto di Willie Osterman, professore associato di Fotografia e direttore del Graduate Fine Art Photography Department of Rochester Institute of Technology di New York , quando nel settembre 1997 giunse a Bologna, complice l'anno sabbatico, per dare vita ad un'ampia indagine fotografico-culturale sulla città. Da buon "archeologo visivo" - così si definisce - comincia a lavorare sulle immagini del ricco Archivio Fotografico della Cineteca di Bologna: oltre 480.000 immagini scattate in un arco di tempo compreso tra il 1870 e il 1990. La sua ricerca continua con la presa visione di altre collezioni fotografiche, pubbliche e private.

Dopo un necessario lavoro di selezione, inizia il suo progetto di "rifotografia": riproporre, con precisione geometrica, le stesse immagini, registrando i cambiamenti avvenuti in un arco di tempo che va dagli ultimi anni dell'Ottocento al 1998. Si tratta di vedute aeree della città ripresa dalle torri, strade, piazze, architetture, ma anche veicoli, passanti o ritratti in posa. Il suo metodo di lavoro è rigoroso: ogni giorno sceglie tra le immagini selezionate quella da rifotografare in base alle condizioni atmosferiche, alla stagione o alla disponibilità dei soggetti. Armato di grande pazienza, Osterman è capace di aspettare mesi affinché il sole si ritrovi nella stessa posizione dell'immagine originale e passare ore e ore a studiarne l'esatta inquadratura, fino al tentativo, spesso riuscito, di riproporre lo stesso movimento di passanti e di veicoli. Alcune di queste immagini fanno notare curiosi e inaspettati mutamenti: una veduta panoramica di Bologna del 1909 fotografa una città certamente più piccola e con i tetti pieni in modo impressionante di comignoli che nella "rifotografia" del 1998 scompaiono quasi completamente. Altre ci indicano delle traslazioni, come quella della statua di Vittorio Emanuele, a fine Ottocento in piazza Maggiore ed oggi ai Giardini Margherita, oppure la fontana di Piazza Malpighi, spostata durante la ricostruzione accanto al Nettuno. Gli striscioni di propaganda politica che nel 1953 rivestivano il Palazzo dei Banchi sono nel 1998 sostituiti con un gigantesco pannello pubblicitario che ricopre l'edificio in restauro. Alcuni negozi storici e alcuni palazzi di Bologna "rifotografati" risultano invece nel tempo quasi immutati, frutto di una sensibilità che ha saputo preservare il suo passato adattandolo al nuovo.

Il risultato di oltre nove mesi di lavoro è diventato nel dicembre 2000 una mostra, presso l'ex chiesa di San Mattia, intitolata in modo ironico "Déjà View. Bologna, Italy", di cui resta il catalogo, edito dalla casa editrice Pendragon di Bologna, con una prefazione dello stesso Osterman che mostra se stesso, alla maniera di Hitchcock, in una delle sue "rifotografie". Al lettore scoprire dove.

 

W. Osterman, DéjàView. Bologna, Italy, Bologna, Pendragon, 2000, 136 p., L. 94.000.

 

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