Rivista "IBC" XXVII, 2019, 4

Dossier: Esplorazioni sul patrimonio culturale in Europa

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, dossier /

Aver cura della città

Moniek Driesse
[Ricercatore presso Università di Göteborg]
Mela Zuljevic
[Ricercatore presso Università di Hasselt]
Vittoria Caradonna
[Ricercatore presso Università di Amsterdam]
Łukasz Bugalski
[Ricercatore presso IBC]

I processi transdisciplinari di patrimonializzazione e dismissione del patrimonio in ambito urbano costituiscono l’area di ricerca di questo tema che cerca di esplorare come attori differenti quali musei e uffici urbanistici ‘curano’ il passato, presente e futuro della città, definendo, preservando e mediando il patrimonio urbano  in senso ampio. Ciò implica negoziazione dei conflitti nei confronti delle pratiche di salvaguardia, interventi di pianificazione, così come attivazione per comprendere, sviluppare, interpretare il paesaggio del patrimonio urbano. ‘Aver cura della città’ può essere inteso come un approccio per la creazione di piattaforme dove le discussioni su differenti visioni del passato possano trovare un percorso condiviso e aperto al futuro. Nei contesti istituzionali, questa mediazione fra differenti posizioni di potere spesso conduce ad una falsa neutralità, laddove gli aspetti critici sono ridotti in cambio del perseguimento di risultati produttivi e tangibili. I progetti di ricerca di questo tema cercano di riflettere su questi problemi in modo critico, sottolineando le modalità attraverso le quali la ‘cura’ della città può diventare anche un atto di esclusione o oppressione. Le ricerche riguardano: lo sviluppo di un modello di mappatura relativo a complessi urbani con criticità passate, presenti, future (Moniek Driesse); l’analisi critica delle attività di design e patrimonializzazione come processi di produzione, cura ed estrazione di valore in contesti urbani storici (Mela Zuljevic); lo studio di come la memoria venga mobilitata per dare sostanza a diversi tipi di "esibizioni di appartenenza" finalizzati a rivendicazioni su "chi fa parte" della città (Vittoria Caradonna); la correlazione fra la crescita del fenomeno turistico e l’esplosione del mercato degli affitti a breve termine come punto di partenza per l’elaborazione di un nuovo metodo di analisi quantitativa di questo fenomeno (Łukasz Bugalski). La varietà di queste prospettive testimonia la molteplicità delle dinamiche oggi in atto in tutte le città europee che fronteggiano nuove e vecchie sfide collegate ai temi ambientali e della mobilità e, in sostanza, della creazione di luoghi.

Unire i puntini
Moniek Driesse

La ricerca intende sviluppare un modello di mappatura in grado di incorporare l’immaginario che entra in gioco nella cartografia del passato urbano, attuata nel presente per attività future di cura collettiva della città. Lo studio si concentra sull’inclusione delle strutture del patrimonio che derivano dal passato ma sono traghettate nel futuro, esplorando memorie dinamiche di ampio raggio che condizionano la comprensione della vita urbana.
Il geografo Gunnar Olsson ha ampiamente esplorato come il ragionamento cartografico attivi e nello stesso tempo condizioni il pensiero delle persone sul mondo astratto e invisibile delle relazioni umane, persone che, d’altro canto, sono  in gran parte in grado di studiare luoghi fisici usando le mappe e la mappatura. La messa in opera del concetto di Olsson sul “ragionamento cartografico” (Olsson 2007) in uno strumento analitico innesca una discussione su come sia prodotta la conoscenza del passato, presente, futuro della città da parte di chi opera nell’ambito del patrimonio e degli urbanisti. Oltre a ciò, la ricerca esplora la produzione di conoscenza sulla città attraverso pratiche creative, per capire come l’immaginario possa mediare fra paradigmi conoscitivi diversi. I casi studio riguardano una istituzione del patrimonio culturale a Gothenburg, una biennale d’arte  e alcuni programmi di artisti in residenza in Europa. L’autrice ha utilizzato le proprie conoscenze di design per mappare i possibili ponti epistemologici; questo approccio permette di analizzare la relazione fra memoria culturale e giustizia ambientale e ricollegare i processi decisionali urbani, la ricerca che dovrebbe indirizzarli e le persone che, in ultima istanza, vivono la realtà influenzata da tali processi.

Atlante del paesaggio di transizione
Mela Zuljevic

Il progetto di ricerca è interessato ad affrontare criticamente le modalità di progettazione urbana e patrimonializzazione come processi di produzione, cura ed estrazione di valore nei paesaggi urbani storici. In particolare, la ricerca si concentra sugli usi del passato nel processo di progettazione del futuro dei siti del patrimonio industriale in contesti urbani. Lo studio parte dalla nozione di "paesaggio di transizione" come quadro per esaminare i modi in cui il processo di transizione da un sistema di valori a un altro si materializza e si storicizza nell'ambiente. Tale risultato è perseguito attraverso l'approccio alla mappatura cognitiva (Jameson 1991) e la comprensione del paesaggio come tecnologia del territorio (Adams 2017). Il progetto esamina casi di studio specifici relativi alla creazione del patrimonio e alla trasformazione spaziale di paesaggi urbani postindustriali, principalmente nel contesto di Genk (BE). Come parte del lavoro sul campo, l’autrice ha collaborato con diversi operatori di Genk a progetti di design riguardanti il passato e il futuro delle infrastrutture stradali e il paesaggio post-minerario. Nella creazione di  un "Atlante del paesaggio di transizione", la ricerca prevede l’uso di diverse metodologie di progettazione e di ricerca collaborativa, in particolare cartografia, storia e realizzazione di video.

"La purezza è un mito": la memoria come performance di appartenenza
Vittoria Caradonna

Questa ricerca indaga come la memoria venga collettivizzata e usata per dare sostanza a varie ‘performance di appartenenza'. In un contesto in cui le politiche dell'identità sono sempre più ad ‘alto voltaggio’, il concetto di appartenenza sta prendendo una nuova forma: quella di una performance continua in cui la memoria di traumi passati diventa uno strumento per rivendicare nuove possibilità di diritto alla città. Il progetto di ricerca esamina questo fenomeno nel contesto di diverse organizzazioni culturali operanti nella città di Amsterdam: un museo etnografico impegnato in un processo di resa dei conti con il proprio passato coloniale; un archivio popolare che studia l'eredità sia del colonialismo che dell'attivismo antirazzista nella società olandese; e un tour in barca che collega la storia delle migrazioni che hanno plasmato Amsterdam con le attuali sfide affrontate dai cosiddetti newcomers della città. L’obiettivo è produrre un'analisi approfondita di quelle continuità e delle fratture nella memoria collettiva che contribuiscono a creare la "difficoltà a parlare" (Stoler 2010) dei legami che collegano la "relazione coloniale Europea" (Hesse 2000) alle odierne declinazioni di cittadinanza e appartenenza subordinate. L'analisi di questi processi ha comportato la lettura ravvicinata dell'archivio culturale olandese e dei discorsi ufficiali sui temi dell'integrazione, inclusione, memoria e identità. La fase di lavoro sul campo del progetto è consistita in ripetute visite a mostre, partecipazione a eventi, workshop e conferenze, e interviste con personale museale e collaboratori esterni, studiosi, e attivisti coinvolti nei progetti analizzati. Nelle fasi finali del progetto, l'insieme di dati raccolti saranno infine elaborati.

La minaccia dello sfruttamento turistico delle città storiche
Łukasz Bugalski

La ricerca si concentra sulla tensione fra pratiche di conservazione urbana e l’impatto della rapida crescita del fenomeno turistico sulla vita quotidiana dei cittadini comuni. L’ovvia correlazione fra  passato, presente e futuro della città è al centro dell’idea di questo ambito di ricerca sulla cura della città. L’analisi prende in considerazione il tema della nostra responsabilità – in quanto operatori culturali a vario titolo – della crescente iperturistificazione delle città storiche europee.

Conclusioni 

Ogni progetto di ricerca di questo ambito sta sviluppando un vocabolario specifico per svelare il sottotesto implicito nella nozione di "aver cura", osservando come le esperienze di vita dei cittadini sono modellate dai processi che coinvolgono la patrimonializzazione della città e la convivenza di diversi tipi di memoria.
I diversi approcci e metodi impiegati potrebbero fornire un modello per la ricerca futura nel campo degli studi sul patrimonio, e non solo, volto a mettere in discussione i riferimenti del processo decisionale urbano, gli interventi spaziali e la cittadinanza attiva.

Riferimenti bibliografici

Adams, R.E. 2017, Landscapes of Post-history, in Wall, E. & Waterman T. (eds.) Landscape and Agency: Critical Essays, New York: Routledge.
Hesse, B. (ed.) 2000, Un/settled multiculturalisms: diasporas, entanglements, “transruptions”, London: Zed Books.
Jameson, F. 1991, Postmodernism, or the Cultural Logic of Late Capitalism, Durham: Duke University Press.
Olsson, G. 2007, Abysmal: A Critique of Cartographic Reason, Chicago: University of Chicago Press.
Stoler, A.L. 2010, Carnal knowledge and imperial power: Race and the intimate in colonial rule, Berkley: University of California Press.

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