Rivista "IBC" XXVI, 2018, 1

musei e beni culturali / progetti e realizzazioni

A Sassuolo inaugurato, negli spazi restaurati della Cavallerizza Ducale, il museo dedicato a Bertozzi& Casoni.
Il bene e il suo valore

Claudia Collina
[IBC]

“Poiché le opere d'arte sono cose cui è connesso un valore, ci sono due modi per occuparsene. Si può avere cura delle cose: cercarle, identificarle, classificarle, conservarle, restaurarle, esibirle, comperarle, venderle; oppure si può avere di mira il valore: ricercare in che cosa consista, come si generi e tramandi, si riconosca e fruisca. Applicando al caso nostro la distinzione fatta dallo Scheler nella sua teoria generale del valore, diciamo che da un lato c'è il "bene" o la cosa avente valore ( Wertdinge) e dall'altro c'è il valore della cosa ( Dingwert).” ( 1)

Nel tracciare la storia dell’arte, Giulio Carlo Argan si affidava alle categorie scheleriane, già riferite da chi scrive all’operato di Bertozzi & Casoni ( 2) per lo straordinario equilibrio di valori tra Wertdinge e Dingwert e che, con la costituzione del museo a loro dedicato nella Cavallerizza Ducale di Sassuolo, diventa patentemente osmotico; ma è un netto prevalere del secondo, il “valore” della loro arte, ciò che scandisce l’euritmia del salone a piano terra dell’antico edifico estense con l’esposizione permanente, e favolosa, delle sculture ceramiche della società artistica.

La Cavallerizza Ducale di Sassuolo - restaurata grazie all’intervento mecenatizio dell’Ing.Franco Stefani, Presidente del Gruppo System di Fiorano Modenese, e dallo Studio Pincelli Dottori Commercialisti associati - era parte della “Delizia Estense” di Sassuolo, ossia il Palazzo Ducale di Sassuolo residenza estiva della Corte Estense. La Cavallerizza era costruita fra il 1781 ed il 1788, sotto il ducato di Ercole Rinaldo III d’Este, con la duplice funzione di ospitare, al piano superiore, i Dragoni Ducali e, al piano terra, alloggiare cento cavalli; ed era edificata in adiacenza alla quinta prospettica della “Peschiera”, fiabesca cattedrale barocca a cielo aperto con un’enorme vasca per l’allevamento ittico e due ordini di gallerie rivestiti di tufo e conchiglie.

L’edificio sottoposto ai vincoli della Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici, dopo anni di abbandono e degrado, è stato completamente recuperato con interventi importanti durati dal 1991 al 1998; il primo piano è diventato sede dello Studio Pincelli & Associati e il piano terra è stato destinato da Franco Stefani al Museo Bertozzi & Casoni, i cui spazi si dividono tra collezione permanente e sede per eventi temporanei: “è un omaggio agli artisti e il mio regalo per Sassuolo e tutto il territorio, perché per la prima volta potrete vedere la ceramica in una nuova veste all’interno di un edificio che fa parte del nostro patrimonio culturale”. ( 3)

La munificenza del Gruppo System, azienda leader nel settore delle automazioni industriali e di processo per l’industria ceramica, l’intra-logistica, l’elettronica e il packaging, si associa a quella di altre importanti realtà private che hanno dato luce a nuovi musei di arte contemporanea in Europa, nel corso del 2017: in Germania, Susanne Klatten, maggiore azionista della BMW e dell'industria chimica Altana, ha inaugurato un museo per la sua collezione di seicento opere d’arte dedicate alla natura dal titolo An die Natur, gestito dalla fondazione da lei creata Stiftung Nantesbuch, e in Francia il magnate François Hinault ha rivelato il progetto del suo terzo museo per la sua collezione che si troverà all’interno della Borse de commerci e sarà architettato da Tadao Ando, autore anche degli altri due musei privati di Pinault a Venezia, Palazzo Grassi e Punta della Dogana.

Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni hanno fondato la loro società artistica a Imola nel 1980 e, dal decennio successivo, si sono imposti alla ribalta dell’arte contemporanea nazionale e internazionale.

Con una visione bifocale, che narra per similitudine la realtà secondo modelli sequenziali differenti e discrepanti, resi necessari dai processi di globalizzazione culturale come sottolinea Stefano Calabrese, Bertozzi & Casoni indagano con ironia beffarda e allusione simbolica ai contenuti di ogni opera, realizzata con tecnica ceramica squisita e perfetta, i rifiuti della società contemporanea allestendo, con surrealismo compositivo venato di discrete suggestioni Nouveau Réalisme, e iperrealismo formale, rappresentazioni immaginarie e ossimoriche in equilibrio calibrato tra figurazione e astrazione, storia e contemporaneità, degrado e bellezza.

Nella sala ipostila della Cavallerizza, le sculture degli artisti sono installate lungo le navate laterali tra le volte a botte ribassata: si tratta di venti opere emblematiche, esposte raramente e ora rese fruibili al pubblico in maniera permanente. Da Scegli il Paradiso (1997) - in cui “la Madonna, raffigurata col Bambino Gesù che gioca con una rana, è intenta a tagliare fiori di un giardino, una porzione di terra prelevata dal paradiso. Il tagliaerba porta la scritta ‘Scegli il Paradiso’. I fiori recisi rifioriscono in lei, nel suo manto, come in un ciclo continuo in cui nulla finisce” ( 4) – a Madonna scheletrita (2008) versione “drammatica e irriverente” della precedente ove la porzione di terra “lascia trasparire gli avanzi di un’epoca umana”( 5); da Avanzi (2001) dedicato “a quello che resta, all’osservazione sulla caducità dell’essere umano”( 6) a Resistenza 2 (2017), manifesto programmatico degli autori che individuano nella volontà e necessità di “resistere” la meta del prossimo futuro.

Franco Bertoni, nell’introduzione al catalogo del museo, a ragione elogia gli artisti quali “apice odierno che, sotto la specie della figurazione, ha mantenuto alti i rapporti con la grande tradizione dell’arte innervandoli con le sensibilità indotte dalle tante crisi ideali ed artistiche novecentesche. Un percorso che non ha mai messo in dubbio la centralità delle attenzioni alla vicenda umana: tra aspirazioni e cadute, tra vertici e abissi, tra bellezze e disastri.” ( 7) È, dunque, la condition humaine che sottende il significato poetico dell’arte di Bertozzi & Casoni, sia con riferimenti al romanzo esistenzialista di André Malraux in cui la morte è l’inesorabile protagonista che lega i personaggi, sia con analogie alla sottile ambiguità tra realtà e rappresentazione insita negli omonimi dipinti ‘enigmatico-surrealisti’ di René Magritte; e così ogni loro opera diventa metonimia e metafora delle contraddizioni del mondo sublimate nella creazione artistica di nuovi microcosmi estratti dal tempo e consegnati a un’ermetica meta-realtà.

 

Museo Bertozzi & Casoni Cavallerizza Ducale, Sassuolo

Catalogo:

Museo Bertozzi & Casoni, Fiorano Modenese, Bertozzi & Casoni, Lito Group S.r.l. 2017, pp. 71 foto a colori

 

1 Giulio Carlo Argan, La storia dell’arte in "Storia dell'arte" n. 1 p. 5 (Riedizione negli Studi in onore di Giulio Carlo Argan, Firenze 1994, pp. 9-38)

2 Claudia Collina, Un nuovo "impulso archivistico". Due esposizioni d'arte contemporanea intersecano le collezioni di Palazzo Poggi, in "IBC" XXV, 2017, n 1

3 Franco Stefani, Prefazione al Museo Bertozzi & Casoni, Fiorano Modenese, Bertozzi & Casoni, Lito Group S.r.l. 2017, p.5

4 Bertozzi & Casoni, idem, p. 34

5 Idem, p.38

6 Idem, p. 60

7 Franco Bertoni, Un museo per Bertozzi & Casoni in op.cit., p.7

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