Rivista "IBC" XVIII, 2010, 3

Dossier: Le lingue di un incontro - L'Emilia-Romagna parla con Cuba

territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi, dossier /

Italia e Cuba, Italia a Cuba

Marco Giomini
[diplomatico, già consigliere presso l'Ambasciata d'Italia all'Avana]

Non sempre la distanza geografica è sinonimo di distanza culturale. La comunanza di radici può infatti suscitare legami e gettare ponti tra realtà del mondo anche molto lontane tra di loro, avvicinandole e conducendole a interessanti osmosi. Tra Cuba e Italia questo retaggio condiviso, di matrice latina, esiste ed è ben più stratificato e solido di quanto si possa immaginare a una prima osservazione. Se in Italia la presenza culturale di Cuba - con la sua letteratura, la sua arte e, soprattutto, la sua musica - è nota e molto diffusa, meno scontato è sapere che nella Mayor de las Antillas la presenza culturale italiana è parimenti marcata.

L'Italia a Cuba è un Paese sulla bocca di tutti, un Paese nei confronti del quale si esprimono sentimenti di ammirazione, di amicizia e di simpatia. Un credito maturato forse anche grazie a meriti storici, ottenuti sul campo. Nella storia recente di Cuba l'elemento italiano gioca difatti un ruolo rilevante. Alla Guerra di Indipendenza dalla Spagna (1895-1898) parteciparono parecchi italiani di ideali repubblicani, attirati da una terra remota e romantica che, da sola, aveva deciso di mettere fine alla propria storia coloniale e di prendere per la prima volta in mano le redini del proprio destino. Tra di essi spiccano le figure di Francesco Federico Falco e di Oreste Ferrara, quest'ultimo protagonista della storia istituzionale cubana fino alla metà del secolo scorso, giungendo, come ambasciatore, a rappresentare l'Isola sia a Washington che presso l'UNESCO.

Ancora prima, all'inizio degli anni Cinquanta dell'Ottocento (ma non vi sono certezze assolute sulle date), all'Avana era approdato, proveniente da New York al comando del mercantile Georgia, anche Giuseppe Garibaldi, forse interessato a verificare se vi fossero le condizioni per un suo intervento nei primi fermenti indipendentisti di Cuba contro la Spagna. Una presenza in gran parte ancora avvolta nel mito, data l'assenza di fonti documentali in grado di provare i contatti tra Garibaldi e i cospiratori antispagnoli, che leggenda vuole avrebbero avuto luogo nel retropalco del Teatro Tacón, dove un altro italiano celebre, Antonio Meucci, in anni precedenti, aveva effettuato i primi esperimenti che lo condussero poi all'invenzione del telefono. Nulla infatti Garibaldi registrò (e successivamente raccontò) dei suoi supposti incontri segreti in città: si dice, per evitare di esporre a inutili pericoli i patrioti cubani. Un passaggio, quello di Garibaldi a Cuba, che ancora oggi viene ricordato, nel cuore dell'Avana Vecchia, grazie a una lapide di marmo donata dal Comune di Roma nel 1982, che si può leggere alla destra dell'ingresso laterale del Palacio de los Capitanes Generales, nei pressi della centrale Plaza de Armas, con la quale si commemorano i 130 anni della tappa avanera dell'Eroe dei Due Mondi.1

Il breve excursus storico (senza peraltro pretesa di totale esaustività: sono infatti molteplici, sparse e non ancora completamente scoperte le tracce della presenza italiana a Cuba) vuole trovare forse una chiave di lettura dell'interesse e della curiosità che il nostro Paese e la sua cultura suscitano ancor oggi nell'Isola caraibica. Ma torniamo ai giorni nostri, per tentare di inquadrare lo stato dell'interazione culturale italo-cubana e l'insieme delle attività che vengono svolte, affinché di Italia si continui a parlare nel cuore del Mar Caribe.

Un ruolo centrale in questo senso lo svolge l'Ambasciata d'Italia all'Avana, attiva da tempo nell'organizzazione di diversi eventi culturali, sostenuti finanziariamente dal Ministero degli Affari esteri. Si tratta di un'azione condotta in collaborazione con enti cubani di primo piano, dal Ministero della Cultura alla Oficina del Historiador de la Ciudad de La Habana, dall'Università dell'Avana al Comitato cubano della Società "Dante Alighieri", dal Gruppo degli italianisti cubani alla Unión Latina. I due appuntamenti organizzati annualmente dall'Ambasciata sono il "Seminario degli italianisti cubani", che ha luogo a maggio, e la "Settimana della cultura italiana a Cuba", organizzata invece alla fine di novembre. La prima manifestazione è più accademica e quindi più ristretta, la seconda è volta prevalentemente all'intrattenimento e dunque è indirizzata a un pubblico più ampio.

La "Settimana della cultura italiana a Cuba", giunta nel 2009 alla XII edizione, ha visto il suo ruolo di divulgazione svilupparsi molto nell'arco dell'ultimo quinquennio, divenendo una manifestazione che oramai rappresenta un appuntamento fisso (e molto atteso) nell'ambito del cartellone culturale avanero. È un appuntamento che ha saputo guadagnarsi una propria visibilità, soprattutto per la caratteristica di offrire al pubblico eventi sempre diversi, in parte ispirati al tema centrale che contraddistingue ogni edizione. Tra il 2006 e il 2009, infatti, la "Settimana della cultura italiana a Cuba" è stata dedicata a personaggi del calibro di Giuseppe Garibaldi, Giacomo Puccini, Gabriele D'Annunzio e Galileo Galilei, scelti in base ad anniversari specifici. Attraverso la Settimana culturale italiana è stato dunque possibile proporre al pubblico avanero uno spaccato significativo del cinema, della musica (classica e jazz), della poesia, della letteratura, della storia, del giornalismo, dell'arte del nostro Paese, favorendo così anche il superamento di alcune "gabbie stereotipiche" in cui si tende a costringere (non solo a Cuba) il nostro panorama culturale.

Le edizioni più recenti della "Settimana della cultura italiana a Cuba", grazie anche all'appoggio delle istituzioni locali, hanno ottenuto un'ampia copertura mediatica, compreso il "Granma", organo ufficiale del Partito comunista cubano, in genere non facilmente accessibile dalle rappresentanze diplomatiche straniere operanti all'Avana: una cassa di risonanza importante, che ha avuto ricadute positive sulle presenze agli appuntamenti in cartellone, specialmente quelli serali, contraddistinti da concerti, spettacoli, proiezioni cinematografiche. Attraverso la "Settimana della cultura italiana" si è riusciti a coniugare divulgazione e qualità, raggiungendo l'obiettivo, da un lato, di soddisfare le curiosità del pubblico cubano e, dall'altro, di suscitarne di ulteriori, le quali, a loro volta, hanno rappresentato lo spunto per l'inclusione di nuovi eventi nei cartelloni delle edizioni successive.

Se il momento divulgativo della cultura italiana a Cuba è essenzialmente affidato alle settimane di novembre, quello più accademico è invece rimesso al "Seminario degli italianisti cubani", che quest'anno ha doppiato anch'esso la boa della dodicesima edizione. I margini di crescita di questo appuntamento sono andati espandendosi di pari passo con quelli della Settimana culturale. L'evento ha visto così aumentare il numero dei partecipanti, mettendo al contempo a fuoco, sempre meglio, il programma dei lavori.

Il Seminario è il frutto di una eccellente e oramai ben rodata sinergia tra l'Ambasciata d'Italia ed entità cubane di primo piano: la Oficina del Historiador de la Ciudad de La Habana, il Comitato cubano della Società "Dante Alighieri", le Facoltà di Lingue straniere (FLEX) e di Arti e lettere (FAYL) dell'Università dell'Avana, il Gruppo degli italianisti cubani. Nel corso degli anni, anche il Seminario è stato contraddistinto da dediche specifiche, finalizzate a caratterizzarne il ruolo non soltanto di foro di approfondimento delle tecniche di insegnamento della nostra lingua - grazie al prezioso apporto di docenti e specialisti appositamente invitati dall'Italia - ma anche di diffusione delle eccellenze artistico-letterarie del nostro Paese. Dal 2006 a oggi, con la previsione di appositi spazi all'interno del programma, sono stati ricordati Cesare Pavese, Eleonora Duse e, quest'anno, Italo Calvino, nel venticinquesimo anniversario della sua scomparsa.

Associata al Seminario è la pubblicazione dei "Cuadernos de italianistica cubana", giunti nel 2010 al diciassettesimo numero e curati congiuntamente dall'Ambasciata d'Italia all'Avana, dal Gruppo degli italianisti e dal Comitato cubano della Società "Dante Alighieri". I "Cuadernos" hanno oramai acquisito le caratteristiche di una raccolta di atti delle iniziative culturali dell'anno precedente, in cui compaiono dunque gli interventi delle ultime edizioni del "Seminario degli italianisti cubani", della "Settimana della lingua italiana nel Mondo" e della "Settimana della cultura italiana a Cuba", nonché i testi di alcune conferenze, in genere di storia italiana, tenute presso la "Dante Alighieri".

Il mosaico della presenza culturale italiana nella Mayor de las Antillas non può tuttavia essere considerato completo senza citare la quotidiana azione del Comitato cubano della Società "Dante Alighieri", struttura pienamente rilanciata dall'intervento di Eusebio Leal Spengler, Historiador de la Ciudad de La Habana, colto conoscitore nonché sincero amico del nostro Paese e della sua cultura. La "Dante Alighieri" avanera - sotto la guida della sua direttrice, Giuseppina Moscatelli, e grazie all'aiuto dei suoi collaboratori - ha saputo espandere il proprio bacino di utenza, garantendo ogni anno l'insegnamento del nostro idioma a oltre trecento studenti cubani, a fronte di una richiesta di iscrizioni che oramai si attesta intorno alle ottocento unità. Un insegnamento impartito non soltanto attraverso le tradizionali lezioni di gruppo in classe, ma anche mediante specifiche iniziative di tipo seminariale (in genere conferenze di carattere letterario, artistico e storico) e rassegne di film italiani, alle quali l'Ambasciata d'Italia assicura normalmente assistenza, presenza e partecipazione.

E poi, ancora, spicca l'azione svolta dall'ARCI, l'Associazione ricreativa e culturale italiana, che, attraverso il proprio ufficio all'Avana guidato dallo scrittore Miguel Mejides, organizza importanti appuntamenti culturali, soprattutto in ambito letterario e cinematografico. Negli ultimi anni, su iniziativa dell'ARCI e in collaborazione con l'Ambasciata italiana, all'Avana sono così giunti scrittori importanti, tra i quali Maurizio Maggiani, e registi di spicco, come Paolo Virzì e Giuseppe Tornatore, che hanno presenziato a retrospettive a loro dedicate (rispettivamente nell'ottobre 2008 e nel gennaio 2010), presso una delle "istituzioni" culturali della capitale cubana: il cinema "Riviera", completamente rinnovato di recente grazie a contributi italiani. Eventi ai quali la partecipazione è stata ampia ed entusiastica, così come estesa è stata la copertura offerta dai media nazionali cubani. Un'ulteriore prova dell'interesse (e dell'amore) con il quale il pubblico e il mondo culturale cubani guardano al nostro cinema d'autore.

A conferma di quanto vive siano le relazioni culturali tra Italia e Cuba vi è infine da annotare anche la nutrita partecipazione di artisti del nostro Paese alla più recente Biennale d'arte dell'Avana, svoltasi nel marzo del 2009 presso gli edifici che compongono il complesso della Fortezza di San Carlos de la Cabaña. L'Italia della cultura è, insomma, fortemente presente a Cuba. Queste tappe - in cui, senza pretesa di assoluta completezza, sono stati esaminati iniziative ed eventi - lo rivelano chiaramente. Si tratta soprattutto di una presenza dinamica e non scontata, che denota margini ulteriori di espansione, occasioni che starà alla capacità delle istituzioni italiane e cubane, e dei protagonisti della nostra cultura e di quella cubana, cogliere e sfruttare al meglio negli anni a venire.


Nota

(1) La lapide dà dunque per scontato il passaggio avanero di Garibaldi nel 1852 ma, come detto, sulla data dell'approdo dell'Eroe dei Due Mondi a Cuba esistono ancora interpretazioni contrastanti.

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