Rivista "IBC" XVII, 2009, 4

biblioteche e archivi / immagini, mostre e rassegne, pubblicazioni, storie e personaggi

Giornali, libri, manifesti, cartoline e fotografie: i trentamila documenti raccolti e ordinati da Umberto Tonini, nel corso di una vita, restituiscono l'immagine di Modena e della sua comunità.
Un uomo per la città

Daniele De Luigi
[IBC]

La pubblicazione del corposo volume L'immagine di una comunità. La collezione di Umberto Tonini, curato da Giuseppina Benassati ed edito dall'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) nella collana "Immagini e documenti", con la contestuale inaugurazione della mostra presso la Biblioteca "Poletti" e il Lapidario estense del Palazzo dei Musei di Modena, hanno portato a coronamento, nel settembre 2009, la vicenda che ha visto la straordinaria collezione del modenese Umberto Tonini diventare un patrimonio a disposizione del pubblico. I circa trentamila documenti relativi alla città e alla provincia di Modena che la costituiscono - si va da giornali, periodici e opuscoli, a libri e pubblicazioni di ogni genere, cronache, opere dialettali trascritte a mano e a macchina, manifesti e volantini politici, cartoline e fotografie - configurano un insieme di raccolte tematiche dal carattere davvero eccezionale, in grado di offrire un ampio e variegato panorama della vita sociale e politica di questa parte di territorio emiliano e dell'identità della sua comunità.

Umberto Tonini, nato nel 1889 a Castelnuovo Rangone, a una dozzina di chilometri da Modena, non vantava origini aristocratiche, e proveniva da una famiglia benestante che non ebbe però la possibilità di fargli proseguire gli studi. A permettergli di trasformare quello che poteva apparire come un semplice hobby, iniziato probabilmente intorno agli anni Trenta nel tempo libero dal lavoro (fu segretario amministrativo della Cooperativa muratori, cementisti e fumisti di Modena), in una vera e propria impresa capace di stupire ancora oggi, furono senz'altro la curiosità intellettuale, la tenacia, e un'insospettabile capacità di raccogliere, selezionare e ordinare i materiali secondo criteri personali ma ferrei, che nel volume hanno avuto prime ipotesi interpretative. Le quindicimila fotografie e cartoline, per esempio, furono tutte incollate in trentadue album e doviziosamente indicizzate. I periodici e i numeri unici formano raccolte suddivise in volumi, mentre in numerose cartelle trovano posto, divise per temi, pubblicazioni di varia provenienza e natura.

Risulta evidente come la possibilità di raccogliere tali materiali fosse dovuta a una rete di amicizie e conoscenze che univano Umberto Tonini a varie personalità della città, figure legate alla produzione e conservazione di testimonianze della storia locale: bibliotecari, fotografi, archivisti, storici, cultori del dialetto. In questo senso, come è stato sottolineato dalla curatrice, non pare frutto del caso che la collezione, nella sua interezza, grazie alla magnanimità e lungimiranza degli eredi Tonini, sia stata depositata in una biblioteca pubblica, la "Poletti", dove già convivono libri e grafica, parola e immagine. Già celebre a Modena quando ne era in vita l'artefice, e successivamente a disposizione per le ricerche di studiosi e appassionati soprattutto grazie all'impegno del figlio Sergio, è nel 2002 che la collezione vede realizzato l'auspicio espresso da un cronista della "Gazzetta dell'Emilia" il 27 luglio 1957, all'indomani della scomparsa di Umberto Tonini: "È da augurarsi che così importante e unica documentazione possa un giorno entrare a far parte delle civiche raccolte o di qualche istituto culturale cittadino, sotto forma di cessione o di deposito da parte dei familiari [...]. Pensiamo che ne verrebbe perpetuata in tal modo, e meritatamente, la memoria".

Grazie a un accordo tra gli eredi di Tonini e il Comune di Modena, è attraverso l'istituto del deposito che la collezione è entrata a far parte della Biblioteca "Poletti". Con il contributo scientifico, tecnico ed economico della Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione, sono così stati interamente catalogati e resi consultabili nel catalogo on-line del Polo SBN della Provincia di Modena i 32 album denominati dallo stesso Tonini "Iconografia di Modena scomparsa", contenenti circa dodicimila fotografie e duemila cartoline postali e preventivamente digitalizzati dalla Biblioteca (opacsol.cedoc.mo.it/SebinaOpac/Opac). Dalla catalogazione e quindi dalla conoscenza degli album è emerso come Tonini fosse interessato in un primo momento a preservare la memoria dell'immagine della città via via che essa cambiava di aspetto con le trasformazioni edilizie e urbanistiche, passando poi progressivamente a includere, in questo afflato conservativo, tutti gli aspetti che caratterizzavano la vita cittadina e del territorio. Significativo è che Tonini si sia preoccupato esclusivamente del valore documentario delle immagini, senza interessarsi a quello prettamente estetico e senza operare eccessive distinzioni tra fotografie originali, riproduzioni fotomeccaniche e ritagli di giornale.

Ne emerge un ampio e variegato affresco della vita quotidiana a Modena dalla fine dell'Ottocento agli anni Cinquanta del secolo scorso: "Il passeggio sulle mura prima del loro abbattimento, le chiacchiere all'ombra del Duomo e della Ghirlandina, da sempre ricetto dei più schietti 'commerci' cittadini, le parate, i cortei - politici, sportivi, funebri, festivi - le manifestazioni fieristiche con il loro corredo di corse ippiche e tenzoni ginniche, il Mak Pi 100 e le Feste de l'Unità, dal dopoguerra tipiche 'formule' politico-propagandistico-gastronomico-festive, 'costruiscono', al pari delle ricorrenze religiose, Santo patrono in primis, l'identità di una comunità, 'ripresa' in un arco di tempo di circa settant'anni".1 L'insieme delle immagini si presta a numerose letture trasversali, sia a partire dal contenuto e dai temi delle immagini, sia dal punto di vista dell'immagine fotografica stessa, della sua storia, dei suoi usi e delle sue funzioni.

Per quanto le fotografie ne costituissero la parte più visibile e originale - anche per la struttura organizzativa degli album che le contengono - era tuttavia evidente che la comprensione dell'impresa collezionistica di Umberto Tonini sarebbe stata impossibile senza un'analisi di tutti i cospicui materiali restanti, inseriti nelle raccolte. La Soprintendenza ha così provveduto alla loro descrizione bibliografica che è confluita nel citato volume, e il repertorio è stato curato da Roberta Cristofori. Il lavoro di catalogazione ha suggerito l'impianto del volume e ha indicato le direttrici delle ipotesi interpretative. Dalla lettura del libro emerge l'intreccio e l'inestricabile compenetrazione tra fotografie, riproduzioni sulla stampa e traduzioni, tra grafica artistica e popolare, tra giornalismo, satira e storia, tra comunicazione "alta" e "bassa", insomma, in tutte le sue forme verbali e non verbali. L'opera si propone, infatti, sia come una prima occasione per un ampio sguardo su questi territori, sia come strumento imprescindibile per future incursioni, analitiche o trasversali, di studiosi e appassionati.

Gli interventi sono preceduti dai ricordi di famiglia di una delle nipoti, Susanna Tonini, che apre uno spiraglio prezioso, e talvolta toccante, sulla personalità di Umberto, a ormai più di cinquant'anni dalla sua scomparsa. Il saggio della curatrice offre una visione d'insieme del vero e proprio "itinerario culturale" che si intraprende entrando nella collezione Tonini, e propone varie chiavi di lettura attraverso gli interventi affidati, per specifici filoni, ad alcuni studiosi. Roberta Cristofori si occupa della stampa periodica - tra cui spiccano "La Rana", "Il Duca Borso" e "La Settimana Modenese" - e dei numeri unici, raccolti in ben 13 volumi miscellanei; con i già citati album di fotografie si confronta Daniele De Luigi. Andrea Baravelli compie un'analisi della preziosa raccolta di manifesti e volantini politici delle elezioni politiche del 1948 e di quelle amministrative del 1956, mentre la produzione letteraria dialettale, poetica ma non solo, è oggetto del saggio di Alberto Bertoni.

Maria Elisa Della Casa, responsabile del Gabinetto delle stampe della Biblioteca dove la collezione è custodita, redige una serie di note sulle pratiche conservative messe in atto. Un caso particolare, in questo contesto, è quello della cosiddetta Cronaca Pedrazzi - di cui nel volume si occupa Carla Barbieri - ovvero una Cronaca dell'occupazione nazifascista di Modena di cui si credeva che la copia conservata presso l'Istituto storico di Modena fosse l'unica esistente, quando quella ora alla Biblioteca "Poletti" si è addirittura rivelata l'originale e la maggiormente completa. Undici volumi in cui, alla narrazione quotidiana di quei drammatici eventi compiuta da Adamo Pedrazzi, segue un'ampia documentazione della propaganda bellica attraverso manifesti, volantini e bandi, in originale quando possibile e altrove riprodotti fotograficamente o a mano. Pedrazzi si è inoltre rivelato, per le numerose tracce lasciate nelle raccolte, una conoscenza assai importante tra le frequentazioni di Tonini e presumibilmente una figura chiave per la costituzione e l'impianto stesso della collezione.

L'occasione per mostrare per la prima volta al pubblico una selezione di documenti della collezione Tonini è stata offerta dalla prestigiosa cornice del Festival della filosofia, a cui per la prima volta ha partecipato l'IBC. L'edizione 2009 della manifestazione non avrebbe potuto avere tema più calzante: la Comunità. In concomitanza con l'uscita del libro, la sala di lettura della Biblioteca ha così ospitato alcuni dei materiali originali, e l'atrio una proiezione di immagini, mentre l'ala del Lapidario estense su cui si affaccia l'ingresso della "Poletti" è stata oggetto di un intervento a pavimento: una trentina di fotografie dell'epoca compresa tra gli anni Venti e il Dopoguerra sono state riprodotte in grande formato su un materiale adesivo e calpestabile e disposte, scenograficamente, ai piedi dei sarcofagi romani.

In particolare, sono state scelte immagini che dessero vita a un percorso visivo sul tema appunto della Comunità, fotografie in cui i cittadini fossero raffigurati nei luoghi pubblici e nei momenti di partecipazione collettiva alla vita della città, nelle quali le persone potessero riconoscere sé stesse e la propria storia, e in cui le vicende locali assurgono allo stesso tempo a paradigma delle trasformazioni che ogni città italiana ha vissuto durante quei decenni decisivi, rivelando il valore e l'attualità della raccolta. I protagonisti di molte di queste foto, non a caso, sono ritratti nell'atto di leggere, portare in piazza o "subire" scritte su muri, cartelli, manifesti o striscioni: riportarle nello spazio pubblico, in un formato poster che rimanda a una fruizione collettiva di testo e immagini, è stato in fondo un modo per chiudere metaforicamente il cerchio sul senso stesso della collezione.


Nota

(1) G. Benassati, La collezione di Umberto Tonini: un itinerario culturale, in L'immagine di una comunità. La collezione di Umberto Tonini, a cura di G. Benassati, Bologna, Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Editrice Compositori, 2009, p. 18.

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