Rivista "IBC" XV, 2007, 3

Dossier: Biblioteche e archivi di ente locale: il censimento 2004

biblioteche e archivi, dossier /

Le Province fanno il punto: Bologna

Maria Letizia Bongiovanni
[responsabile dell'Archivio storico provinciale di Bologna]
Giordano Vignali
[Ufficio istituti culturali della Provincia di Bologna]

La rilevazione 2004 dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) ha consentito di censire le 113 biblioteche di ente locale del territorio bolognese: 78 generali, 6 per ragazzi e 29 specializzate; la rilevazione non comprende quelle universitarie (un centinaio aderenti al Polo UBO-SBN) e di altra titolarità. I dati relativi all'insieme omogeneo di biblioteche pubbliche comunali di base (84, sommando biblioteche generali e per ragazzi), le sole alle quali è possibile applicare gli standard regionali secondo la Legge regionale 18/2000, confermano alcune linee di tendenza emerse dalle precedenti rilevazioni condotte dalla Provincia (1998-2002).

Il dato della dotazione documentaria (1.985.146 unità tra libri, audiovisivi, ecc.) appare superiore allo standard, ma non è ancora nota l'incidenza delle opere pubblicate negli ultimi 20 anni (collezione moderna e aggiornata, adeguata ai bisogni informativi generali); secondo le precedenti rilevazioni provinciali, il dato è stimabile in 1,2/1,3 ad abitante, quindi di poco inferiore allo standard. L'indicatore delle accessioni - calcolato sui soli acquisti (87.911), donazioni escluse - risulta di circa 93 ogni 1.000 abitanti. Un dato in ripresa rispetto a quello del 2003 - che però era riferito a un insieme più ristretto di biblioteche (72.595 acquisti per 865.847 abitanti; indicatore 83,8) - ma in calo rispetto al 2002 (quasi 85.000 acquisti per 871.000 abitanti; indicatore 97) e ancor più rispetto al 2001 (quasi 99.000 acquisti per 875.000 abitanti; indicatore 112,9: superiore allo standard minimo regionale). Escludendo Sala Borsa e la relativa popolazione di riferimento, l'indicatore risulterebbe pari a: 70,4 nel 2001; 66 nel 2002; 58,5 nel 2003; 73,7 nel 2004.

Per quanto riguarda gli orari d'apertura, solo una decina di biblioteche, per lo più cittadine, rispettano le 30 o 40 ore settimanali; altrettante quelle che, per ore effettuate o fascia limite d'abitanti, si avvicinano allo standard; questi livelli sono strettamente legati al personale a disposizione. A proposito di personale, solo 16 biblioteche su 84 (19%) raggiungono o superano lo standard di riferimento (0,50 unità full time equivalent ogni 2.000 abitanti). Un confronto con i dati precedenti sarebbe possibile solo verificando l'eventuale presenza, tra il personale dichiarato "bibliotecario", di figure (di ruolo ed esterne) non in possesso di reali competenze biblioteconomiche. Attualmente il valore medio risulta di 0,35 FTE/2.000 abitanti, inferiore del 30% rispetto allo standard minimo, confermando il valore medio di 0,37/0,40 FTE concernente il personale di ruolo delle precedenti rilevazioni provinciali.

Passando infine ai prestiti annui per abitante, l'indicatore medio provinciale (1,8: pari a 1.729.000 prestiti su una popolazione di circa 944.000 abitanti) risulta superiore allo standard regionale (1,5). Escludendo Sala Borsa (1 milione di prestiti) l'indicatore si dimezza (0,77), in linea con le precedenti rilevazioni provinciali (da 0,66 a 0,78); capoluogo a parte (circa 374.000 abitanti e 1.200.000 prestiti; indicatore 3,20), per il restante territorio (570.000 abitanti, 531.000 prestiti) l'indicatore risulta pari a 0,93, confermando anche in questo caso il precedente dato provinciale di 0,90.

[Giordano Vignali]

 

Complessa appare la situazione degli archivi storici di ente locale nel territorio provinciale di Bologna. Da un lato, la nozione di archivio quale istituzione culturale, dotata di propria identità e di precise finalità, come richiamata dalla direttiva regionale sugli standard, sembra stenti ancora ad affermarsi. Piuttosto critiche appaiono in particolare le condizioni delle sedi, in relazione non tanto agli adempimenti previsti dalla normativa in materia di igiene e prevenzione degli infortuni, antincendio e sicurezza, quanto alla carenza di spazi rispondenti ai principi di conservazione del materiale cartaceo dettati dall'IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions). Altrettanto vistosa è la mancanza di ambienti idonei all'assolvimento di funzioni distinte, quali l'attività amministrativa e tecnica, il trattamento del materiale archivistico, la consulenza al pubblico e il supporto alla ricerca. Solo un soggetto conservatore su 61 soddisfa infatti il requisito e l'obiettivo sopra citati.

Dall'altro lato, è tuttavia doveroso sottolineare l'impegno recente delle amministrazioni comunali, supportate dalla consulenza della Provincia, a favore dei propri archivi: non pochi sono i Comuni che hanno recentemente collocato la documentazione storica in ambienti appositamente ristrutturati e dotati di maggiori garanzie in ordine alla salvaguardia e al trattamento della documentazione e che hanno usufruito di stage svolti da archivisti neodiplomati. Fortemente incoraggianti, inoltre, appaiono i dati relativi a cura e gestione del patrimonio: il 95% dei conservatori è dotato di strumenti di identificazione e ordinamento dei fondi e una percentuale di poco minore garantisce la sorveglianza durante la consultazione. Gli interventi di inventariazione in atto, poi, vedono una forte attenzione agli standard internazionali di descrizione archivistica e comportano dunque l'impiego di personale qualificato. Egualmente elevata è, per i servizi al pubblico, la percentuale relativa alla presenza di inventari a disposizione dei ricercatori. Su livelli intermedi si attestano le percentuali relative all'esistenza del regolamento e alla presenza di personale competente e aggiornato. Si segnalano infine le attività di valorizzazione rivolte alle scuole avviate di recente da 14 realtà del territorio, superando dunque, nell'azione concreta, la visione dell'archivio come mero deposito e conferendo alla propria memoria storica un'identità riconoscibile anche da un pubblico giovane.

[Maria Letizia Bongiovanni]

 

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