Rivista "IBC" XIV, 2006, 3
biblioteche e archivi / convegni e seminari, pubblicazioni
Come è ormai consuetudine, nel corso dell'ultima edizione del Salone del restauro di Ferrara (30 marzo - 2 aprile 2006) sono stati presentati gli atti del sesto incontro del ciclo "Conservare il Novecento", organizzato durante l'appuntamento ferrarese del 2005 in collaborazione tra la Soprintendenza per i beni librari dell'IBC, l'Associazione italiana biblioteche (AIB) e l'Istituto centrale per la patologia del libro. Il convegno era dedicato ai "colori" del libro. Nel corso dei primi decenni del secolo scorso, nell'ambito della letteratura così detta "di consumo" assistiamo infatti a un singolare processo: il colore delle copertine trasmigra nel contenuto del libro, lo delimita all'interno di un genere, gli attribuisce un nome che resiste alle trasformazioni grafiche successive e in qualche modo ne sancisce la diffusione e il successo. Nascono così il libro giallo, il romanzo rosa, il noir.
Questo trasferimento di senso rappresenta in modo esemplare il principio, più volte ribadito nel corso degli appuntamenti ferraresi, che non ci sia soluzione di continuità tra manufatto e contenuto, e che quindi occorra un approccio complessivo, specie per chi è preposto alla sua manutenzione e alla sua conservazione. Ma per le letterature di massa e di consumo il rapporto tra diffusione e conservazione è quanto mai contraddittorio, per cui documenti ad altissima tiratura e prezzi contenuti - come i fumetti, o collane famosissime come i Gialli mondadoriani, o i libri per ragazzi della Salani - risultano oggi quasi mai reperibili in modo sistematico nelle nostre biblioteche. Tutta questa vasta galassia letteraria, che tanta parte ha avuto nella formazione di intere generazioni (si pensi, per esempio, ai libri per ragazzi), è stata infatti percepita per decenni come effimera, la prima a essere destinata senza troppi rimpianti allo scarto con cui periodicamente si svecchiano le raccolte delle biblioteche.
E allora torna la domanda che ciclicamente ci si pone nei nostri incontri ferraresi: cosa conservare? Innanzitutto quello che non è ancora andato perduto. Ma per farlo è necessaria una revisione sistematica delle nostre biblioteche che miri a una rivalutazione complessiva del patrimonio novecentesco, specie per i documenti più fragili come i periodici, con la consapevolezza che materiale considerato obsoleto, e destinato allo scarto, può avere uno straordinario valore documentario e storico. Alla questione "come conservare" è stata dedicata la seconda parte del convegno, e di questo volume di atti, a partire dalla traduzione italiana curata dall'AIB de I principi IFLA per la cura e il trattamento dei materiali in biblioteca, finalmente realizzata a sette anni dalla loro prima apparizione.
Conservare il Novecento. I colori del libro, a cura di G. Zagra, Roma, AIB, 2006, 94 p., _ 16,00.
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