Rivista "IBC" XIII, 2005, 2
musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni
Al fiorentino Giorgio Kienerk (1869-1948), rappresentato a Bologna da L'anguilla (marmo, 1893) delle Collezioni comunali d'arte e dal Monumento Comi alla Certosa, è dedicato il catalogo della mostra allestita in Palazzo d'Accursio dal 17 dicembre 2004 al 3 aprile 2005. Il volume, nella collana delle pubblicazioni dei Musei civici d'arte antica, è a cura di Carla Bernardini e si avvale di saggi di Eugenia Querci, autrice di una ricca monografia edita da Allemandi (Giorgio Kienerk 1869-1948, 2001), Luisa Avellini, Claudio Poppi, Carlo Sisi e Antonella Mampieri, con l'aggiunta di schede a firma di Grazia Badino e Marta Forlai.
Una ricognizione sul versatile artista era doverosa. Un artista completo, come ha scritto Eugenia Querci. Scultore al seguito di Adriano Cecioni e pittore naturalista in contatto con Telemaco Signorini e Silvestro Lega, con il quale approfondisce lo studio degli effetti atmosferici e della vibrazione della luce, Giorgio Kienerk rappresenta un segmento significativo per la ricostruzione della civiltà figurativa tra Otto e Novecento, che si snoda, nei rapporti tra Bologna e Firenze, nell'intreccio tra letteratura e arti figurative. È nella Bologna di Giosue Carducci che approda l'artista, concorrente del concorso Baruzzi nel 1889 e vincitore del medesimo, nel 1892, con il bozzetto in gesso per la scultura delle Collezioni comunali (L'anguilla). Premio nel quale era coinvolto il poeta, titolare in quel periodo della cattedra di letteratura all'università e amico di Adriano Cecioni e Telemaco Signorini, il quale ultimo non esitava nel presentargli il giovane fiorentino. Ma non soltanto a Carducci, presenza dominante sulla scena culturale e istituzionale cittadina, sembra rivolgersi l'ispirazione dell'artista, che è attento, come ha osservato Eugenia Querci, ai riflessi della poetica pascoliana, espressi, in omaggio al romagnolo, successore di Carducci nella cattedra universitaria, attraverso il "plein air" della sua pittura.
Né si devono sottovalutare le frequentazioni artistiche bolognesi, tra le quali emerge, per via documentaria, quella con il toscano Benvenuto Supino. Pittore, oltreché storico dell'arte, questi sottoponeva a Corrado Ricci "una lettera dell'Amico Kienerk, distintissimo artista", raccomandandolo vivamente. Un tassello importante, nella "trama dialettica" indagata in catalogo dall'Avellini. Cui si deve aggiungere la frequentazione di Kienerk illustratore con l'editrice Zanichelli, crocevia di esperienze culturali e di professionalità che si incontravano nella celebre libreria.
Ne emerge un panorama variegato, nella città che recuperava le sue radici tra Esposizione internazionale e celebrazioni per l'ottavo centenario dell'Università; mentre irradiavano, dalla "Gilda" di Alfonso Rubbiani, il recupero del medioevo e del rinascimento, spesso intrecciati a uno stile floreale utilizzato in senso simbolico-religioso. Suggestioni, queste, che si aggiungevano agli ingredienti della sua produzione, dove si scorge, sullo scorcio del nuovo secolo, l'attenzione per fenomeni di tendenza come il simbolismo e l'Art Nouveau (Poppi).
Giorgio Kienerk a Bologna (1889-1900). Un artista tra naturalismo e simbolismo, a cura di C. Bernardini, Ferrara, Edisai, 2004, 118 p., _ 13,00.
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