Rivista "IBC" XIII, 2005, 1

musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni

Cina. Pittura contemporanea, a cura di L. Sassoli de Bianchi, Bologna, Damiani Editore, 2005.
Dalla Cina con fervore

Mirko Nottoli
[collaboratore delle Collezioni d'arte e di storia della Fondazione Cassa di risparmio in Bologna]

Una mostra, curata da Vittoria Coen e allestita nelle due sedi della Fondazione Carisbo - Cassa di risparmio in Bologna (Palazzo Saraceni e San Giorgio in Poggiale, dal 29 gennaio al 6 marzo 2005), e uno splendido volume a cura di Lorenzo Sassoli de Bianchi, edito da Damiani, che fa da catalogo: Cina. Pittura contemporanea. Per la prima volta in uno spazio istituzionale in Italia (la mostra si trasferirà poi a Padova e a Torino), la nuova pittura cinese, rappresentata da una ventina di giovani artisti tra i 30 e i 50 anni, si fa qui perfetta interprete di una realtà affascinante e per certi versi contraddittoria come lo è quella della Cina attuale, eloquente rassegna che più di tante parole appare in grado di suggerire considerazioni che evadono dalla sfera esclusivamente artistica. Basta scorrere velocemente le oltre 40 opere esposte per ricevere infatti un'immagine di quel Paese lontana dai tradizionali clichè che albergano stabilmente nell'immaginario collettivo (il comunismo, le biciclette, gli ideogrammi, i draghi).

Uscita da un lungo periodo di autarchia, sconvolta da quasi mezzo secolo di guerre e rivoluzioni, primo tra i grandi mercati cosiddetti "emergenti", la Cina d'oggi appare uno Stato in ascesa, in cerca di una specifica identità tesa tra passato e futuro, tra Oriente e Occidente, tra villaggio globale e tradizioni locali. Così è l'arte nei cui esiti si coniugano le antiche pitture a inchiostro con tendenze d'avanguardia diffuse, la carta di riso e la seta con i mezzi tecnologici di ultima generazione. Che non desti allora scalpore Mao Tse-Tung che gioca alla roulette con Valeria Marini, oppure a Yalta, seduto tra gli allibiti Roosevelt, Stalin e Churchill. È l'icona Mao già di warholiana memoria calata in falsi storici intrisi di ironia e ascendenze neoPop delle opere di Shi Xinninig.

Ad ascendenze neoPop s'ispirano anche i visi shocking di Feng Zhengjie, dallo strabismo seducente e ammaliatore, come seducenti e ammaliatrici sono a modo loro anche le ragazze di He Sen, impegnate a mostrare sé stesse con ostentata e "occidentale" sicurezza davanti all'obiettivo fotografico. Non meravigli neppure l'imbattersi in celebri opere di Allen Jones o Eric Fischl riscritti in caratteri ideografici da Wang Xingwei che gioca a ribaltare stereotipi, o in noti capolavori del Rinascimento italiano dove, alle teste originali, Zhou Thieai va sostituendo quella "piaciona" di Joe Camel. Più legati invece alla storia popolare sembrano i ritratti famigliari di Zhang Xiaogang, le sue pagine di diario abbandonate, sospese in un eterno presente, o i raffinati acquerelli su carta di Wu Yiming raffiguranti personaggi senza volto compresi in uno spazio ridotto ai minimi termini.

E poi via attraverso tutti gli altri, gruppo eterogeneo fatto di individualità che rendono vano qualsiasi tentativo di rinchiuderle in definizioni unitarie, di sottoporle a logiche catalogatorie rassicuranti; la questione non è individuare scuole e movimenti, quanto saltare senza rete e tentare di comprendere una scena artistica articolata e multiforme in cui si riflettono altre scene: politica, culturale, sociale, economica, di costume.

Arte non significa più solo Occidente. Per questo la Fondazione Carisbo prosegue nell'obiettivo di indagare le realtà "alternative" di quei Paesi che, parallelamente ai loro mercati, si stanno affacciando con forza anche in campo artistico sul panorama internazionale. Sono realtà che sarebbe grave ignorare, dense di storia e di stimoli, di prospettive inedite da cui osservare e con cui confrontarsi. Nel frattempo Pechino si sta preparando alle Olimpiadi del 2008. La Cina non è mai stata così vicina.

 

Cina. Pittura contemporanea, a cura di L. Sassoli de Bianchi, Bologna, Damiani Editore, 2005, 304 p., s.i.p.

 

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