Rivista "IBC" XIII, 2005, 1
musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni
Torna a Bologna Francesco Primaticcio (1504-1570), protagonista dal 30 gennaio al 10 aprile 2005 della prima esposizione monografica dedicatagli dalla sua città natale. Curata dal Museo parigino del Louvre e prodotta dalla Réunion des Musées Nationaux, la mostra "Primatice. Maitre de Fontainebleau", già allestita al Louvre, è stata voluta dal Comune e dalla Provincia di Bologna, dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comitato per le celebrazioni del V centenario della nascita del Parmigianino, che l'hanno presentata in Palazzo Re Enzo, con il titolo "Primaticcio (1504-1570). Un bolognese alla corte di Francia". La nuova edizione, che presenta una trentina di disegni dell'artista, in aggiunta a quelli già proposti nella versione francese, si è avvalsa di un apposito catalogo italiano edito da 5 Continents Editions.
Ideatori della manifestazione Dominique Cordellier, capocuratore del Dipartimento di arte grafica del Louvre, e Genevieve Bresc-Bautier, curatrice del Dipartimento di scultura, coadiuvati da un comitato scientifico di esperti di livello internazionale ai quali si deve la scelta delle numerose opere esposte, provenienti dai più prestigiosi musei e istituzioni internazionali: il Louvre, la Bibliothèque Nationale de France, gli Uffizi, il Nationalmuseum di Stoccolma, il Kunsthistorisches di Vienna, l'Ermitage di San Pietroburgo, il British Museum di Londra, il Toledo Museum of Art, il Museo di Wiesbaden e molti altri.
Di scena il percorso dell'artista in relazione alla cultura raffinata ed erudita della corte dei Valois. Una "mitologia in atto", per dirla con André Chastel, espressa nell'adeguamento della reggia di Fontainebleau ai canoni della "nuova Roma". Complice, nel caso, il fondamentale apporto dei pittori italiani, impegnati nel cantiere della Galleria d'Ulisse. Qui Primaticcio, già allievo di Giulio Romano a Mantova e collega ed erede di Rosso Fiorentino, diviene responsabile dell'intero progetto decorativo della residenza, rinnovata all'insegna del manierismo italiano mediato attraverso il rinascimento francese.
Durante il regno di Francesco I l'attività del bolognese è intensissima: dal cantiere della Galleria, rimasta incompiuta alla sua morte, ai progetti per apparati effimeri e per gli interni della reggia.
Nel corso di quest'attività di progetto, mentre è al suo fianco nella decorazione della Sala da ballo il modenese Niccolò dell'Abate, Primaticcio coordina capillarmente i compiti esecutivi di una fitta schiera di artigiani, i quali ne interpretano le direttive, poi divulgate. Sono smaltatori, tappezzieri, pittori e scultori, ai quali trasmette il proprio modello operativo ispirato a Raffaello e Giulio Romano: dalla Galleria bassa agli Appartamenti dei bagni, dalla Camera della duchessa d'Etampes alcabinet du roi. Poi i giardini del castello, con il Padiglione di Pomona, la Fontana di Ercole e il Giardino dei pini. Accanto ai disegni e ai numerosi progetti eseguiti dal maestro nell'arco della sua carriera, figurano poi, in mostra, quattro dei cinque dipinti a lui attribuiti: la Sacra Famiglia, su lavagna, conservata all'Ermitage, il celebre Autoritratto degli Uffizi, l'Ulisse e Penelope del Toledo Museum of Art e un frammento di tela della Fucina di Vulcano, dal Museo di Wiesbaden.
D. Cordellier, V. Romani, Primaticcio, Milano, 5 Continents Editions, 2005, _ 39,00.
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