Rivista "IBC" XII, 2004, 4

biblioteche e archivi / convegni e seminari

Il 12 novembre a Edimburgo, in Scozia, un convegno del Consortium of European Research Libraries ha discusso sull'utilizzo dei dati di provenienza dei libri.
Le vite private dei libri

Margherita Spinazzola
[IBC]

Il Consortium of European Research Libraries (CERL) ha celebrato nel novembre del 2004 i dieci anni di fondazione. Per sottolineare l'anniversario è stato organizzato un seminario dal titolo "Books and their owners. Provenance information and the European cultural heritage", tenutosi presso la Biblioteca nazionale di Scozia ad Edimburgo il 12 novembre, in concomitanza dell'inaugurazione della mostra "The private lives of books".

Ann Matheson, presidente del CERL, ha delineato una definizione del termine "provenienza", nel senso più ampio che può contribuire alla costruzione di una storia retrospettiva della vita di un libro e delle collezioni. La storia europea è anche storia dei libri che sono passati di mano in mano e di luogo in luogo, riattraversando più volte gli stessi confini, acquistati, donati e anche rubati. La ricostruzione del passato di un singolo libro o di una collezione può essere molto difficile, ma il lavoro degli studiosi è oggi facilitato dalla più efficace collaborazione fra biblioteche, grazie ad iniziative locali e nazionali.

Nella sessione introdotta da Kristian Jensen è stato invitato a parlare David Pearson sull'importanza delle provenienze nel processo di catalogazione dei rari e sui problemi che più frequentemente si incontrano in questa attività, dall'identificazione, alla corretta indicizzazione e gestione, ma anche alla mera lettura degli autografi. Le copie annotate mettono in luce non solo la circolazione delle idee attraverso la diffusione dei libri riconducibili a possessori certi ma anche aspetti spesso sconosciuti della formazione individuale di grandi personaggi di ogni tempo. Il contributo di James Knowles è partito dalla banca dati delle provenienze che concluderà un progetto scozzese di ricerca in tal senso: è qui che l'organizzazione sistematica dei dati mostra come la provenienza possa servire ad illustrare anche aggregazioni diverse rispetto alla tradizionale ricerca per singolo possessore, autore ecc., ad esempio con una ricerca di genere, che recuperi il femminile fra i possessori, o di luogo, per identificare i maggiori centri di vendita/acquisto. Annette Hagan e Helen Vincent, anche curatrici della mostra, hanno tracciato la storia della biblioteca di Fort Augustus, i cui dati di provenienza raccontano la lungimiranza di chi ha raccolto manoscritti e volumi proteggendoli, anche con il sotterfugio, dalla dispersione dovuta ai traslochi dei monaci attraverso l'Europa, fra Baviera e Scozia.

Monique Hulvey ha condotto la sessione che ha visto gli interventi di Marina Venier, Bettina Wagner e Marianna Czapnik. Wagner ha presentato i dati sulla provenienza e note manoscritte la cui raccolta è stata possibile grazie all'importante lavoro della Nazionale di Monaco di Baviera su una delle più ricche collezioni di incunaboli, per un totale di circa 19.900 esemplari di circa 9.660 edizioni; attraverso l'illustrazione della banca dati, liberamente disponibile dalla pagina web della biblioteca ( www.bsb-muenchen.de/handruck/ink.htm), è stata data un'idea dell'importanza dello studio delle provenienze per la ricostruzione, ad esempio, del mercato librario. Marianna Czapnik ha fatto sentire la voce della Polonia, indicando il metodo usato dalla Biblioteca universitaria di Varsavia per rilevare le note di provenienza, identificare i possessori e giungere quindi alla ricostruzione organica dell'origine dei fondi. Venier ha ripercorso la storia della formazione delle collezioni librarie della Biblioteca nazionale centrale di Roma, tratteggiando le controversie anche giudiziarie che ne accompagnarono la consegna. L'inizio di una efficace gestione dei dati relativi ai possessori poté cominciare con l'avvento della catalogazione dell'antico in SBN (il Servizio bibliotecario nazionale) alla metà degli anni Novanta e la relatrice ha illustrato le modalità di gestione locale di questo tipo di notizia e proposto suggerimenti per i futuri sviluppi.

Gli interventi hanno dato la misura dell'accresciuto interesse per lo studio sistematico delle provenienze, tanto a livello locale quanto a livello nazionale; questo fervore di ricerca non può che andare a beneficio di quanti cerchino di comprendere la nostra stessa provenienza intellettuale, culturale, sociale e linguistica.

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