Rivista "IBC" XII, 2004, 4

musei e beni culturali / progetti e realizzazioni, pubblicazioni

Le recenti operazioni di catalogazione della Pinacoteca nazionale di Bologna hanno reso possibile, tra l'altro, la scoperta di due tavolette attribuite a Gentile da Fabriano.
Gentile quel catalogo!

Stefano Luppi
[storico dell'arte, collaboratore della Biblioteca civica "Poletti" di Modena]

La "Domenica del Sole 24 Ore" prima, e "IBC" ora, anticipano una scoperta che tra breve sarà pubblicata da Daniele Benati sulla rivista scientifica "Nuovi Studi" di cui è redattore. Lo storico dell'arte, docente presso le Università di Bologna e Chieti, ha riportato alla luce due tavolette (centimetri 23x8) attribuibili con certezza a Gentile da Fabriano (Fabriano, 1385 circa - Roma, 1427); le ha rinvenute in un deposito esterno della Pinacoteca nazionale di Bologna, Villa Revedin a San Michele in Bosco. Oltre all'importanza delle opere in sé l'attenzione va puntata sul procedimento che ne ha permesso il ritrovamento e l'attribuzione certa. L'occasione è stata data dall'imminente pubblicazione dei cataloghi scientifici del museo bolognese presso la casa editrice Marsilio: nel primo, dedicato al Trecento e al Quattrocento, appariranno anche le due "nuove" opere raffiguranti apostoli.

Lo studioso, allievo di Carlo Volpe, con fruttuoso occhio da conoscitore allenato ha collegato i due dipinti, fino a quel momento bollati come "greci della maniera bizantina" (Giordani, 1853), a un'altra coppia di medesimo soggetto ora in collezione Berenson a Firenze e già assegnata a Gentile: "Le due tavolette bolognesi - a tratti lacunose - fanno parte, con le due fiorentine, della pala della cappella Sandei in Santa Sofia a Venezia: simili le dimensioni e i caratteri stilistici, identico il soggetto, tutte recano sul retro numeri di inventario progressivi. C'è dell'altro," - continua Benati - "la schedatura primo-ottocentesca le segnala tutte a Bologna, prima che le due Berenson prendessero la via del mercato antiquario; inoltre va detto che dietro a una delle bolognesi vi è l'iscrizione seicentesca chiara della loro appartenenza al polittico gotico Sandei".

La schedatura della Pinacoteca ha dunque portato a questo importante risultato: fino a pochi mesi fa nessuno avrebbe immaginato di possedere i due capolavori. Del resto Federico Zeri per tutta la vita ha tuonato invocando la necessità impellente di dotare ogni museo, ogni chiesa, ogni collezione, di un catalogo scientifico corredato da foto delle opere, al fine di evitare perdite e conoscere a fondo un patrimonio, quello italiano, unico al mondo. Suonerà pure come un'ovvietà, ma non è male ricordarlo ogni tanto: le soprintendenze di settore nacquero un centinaio di anni fa proprio con questa funzione. Oggi siamo ancora ben lontani dall'aver catalogato tutto il posseduto ma per fortuna giungono notizie liete come l'edizione di questi cataloghi o quelli in dirittura d'arrivo del Museo civico d'arte di Modena, del patrimonio d'arte dell'Alta Val Parma e della Pinacoteca Ambrosiana di Milano.

Tutti i nuovi testi hanno poi una caratteristica che andrebbe perseguita con maggiore assiduità: prevedono la collaborazione di studiosi esterni all'ente pubblico, essendo pressoché impossibile, per il ristretto numero di funzionari che si trovano a gestire i tanti musei, portare a termine operazioni come queste catalogazioni complete. A proposito di Gentile va infine segnalato che L'Adorazione dei Magi degli Uffizi è stata di recente ripulita e ciò porterà, siamo certi, a formulare ulteriori note critiche per una maggior conoscenza dell'opera. La scienza storico-artistica procede ancora lungo questi binari: conoscenza, tutela e valorizzazione.

 

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