Rivista "IBC" XII, 2004, 4
musei e beni culturali / pubblicazioni
Schopenhauer, ne Il mondo come volontà e rappresentazione, scriveva che "davanti a un'opera d'arte bisogna comportarsi come di fronte a un principe, e mai prendere la parola per primo. Altrimenti, si rischia di sentire soltanto la propria voce". Pensando ai musei, agli "espositori" di opere d'arte che da alcuni anni hanno smesso di essere meri contenitori per assurgere a protagonisti, viene in mente il filosofo tedesco anche perché di queste strutture ancora oggi è difficile dare una definizione univoca. Ora a una bibliografia già amplissima si aggiungono sul tema i testi della nuova collana di museologia "La cultura" del Saggiatore, diretta da Maria Gregorio (www.saggiatore.it). In attesa de I musei e la formazione del sapere di Eilean Hooper-Greenhill, previsto per febbraio 2005, nel 2004 sono usciti Il museo. Storia di un'idea di Karsten Schubert, e Dalle sacre reliquie all'arte moderna di Krzysztof Pomian, filosofo e storico polacco.
Il primo volume, seppur datato in edizione originale al 2000, è utile perché spazza via alcuni luoghi comuni duri a morire che si potrebbero riassumere così: il museo non è per le anime belle. Fuor di metafora Schubert, critico d'arte e mercante, ricorda che il museo è una sorta di termometro dei cambiamenti sociali, politici e culturali di una società e quindi si evolve con essa in nome di una flessibilità che dal Settecento ad oggi gli ha permesso di non scomparire. Per l'autore tedesco un punto fondamentale dell'evoluzione è rappresentato dal Centre Pompidou di Parigi, voluto dall'ex presidente francese a suggello della propria grandeur culturale. Se non è una vicenda politica questa, cos'è? Questo museo dei tardi anni Settanta, opera di Renzo Piano e Richard Rogers, funge da spartiacque: fino a quel momento la storia museale è abbastanza lineare, in termini di organizzazione del contenuto e della gestione, dopo diventa complessa e multiforme.
Sia in Europa che in America, in tempi differenti, il museo nasce sostanzialmente per accogliere e aprire a un certo tipo di pubblico le collezioni d'arte, siano esse dei regnanti (Francia, fine XVIII secolo) o dei grandi magnati industriali (USA, XX secolo). In epoca post-Pompidou, però, è diventato dappertutto questa struttura è diventata oltremodo molteplice nella gestione e nelle altre caratteristiche intrinseche ed estrinseche, non perché le problematiche non siano analoghe per ogni responsabile ai quattro angoli del mondo, ma perché aprendosi "democraticamente" verso nuovi pubblici, nuove funzioni e nuove forme artistiche, il museo è costretto a fare i conti con il proprio particulare. Schubert, con linguaggio accessibile, racconta l'appassionante storia museale suddividendo il volume in due parti: il periodo 1760-1980 occupa circa un'ottantina pagine, i vent'anni successivi oltre un centinaio: già questo dato analitico dovrebbe far riflettere sulla complessità che caratterizza oggi l'istituzione e quindi la nostra società.
L'approccio di Pomian nel suo saggio, pubblicato in prima edizione lo scorso anno da Gallimard, è forse meno pragmatico e più teorico, insistendo soprattutto sui cambiamenti che si sono verificati nella sfera del sacro in rapporto all'arte. L'eminente studioso, tradotto in questa occasione da Alessandro Serra, analizza la storia della raccolta d'arte negli ultimi ottocento anni, intesa prima come sacrificio che gli uomini offrono all'aldilà e poi sempre di più alle generazioni future, e segnala i numerosi cambiamenti che la caratterizzano: da tesoro di un ricco la collezione d'arte diviene prima raccolta privata e poi museo. Anche il contenuto muta, da reliquie sacre si passa, dal XVI secolo in poi, a mirabilia e naturalia, poi ai dipinti e alle sculture, alle antichità classiche e oggi sempre più largo spazio prendono oggetti etnici e opere d'arte contemporanea.
K. Schubert, Il museo. Storia di un'idea. Dalla Rivoluzione
francese a oggi, Milano, il Saggiatore, 2004, 192 p., _ 12,00; Krzysztof
Pomian, Dalle sacre reliquie all'arte moderna. Venezia-Chicago dal XIII al
XX secolo, Milano, il Saggiatore, 2004, 384 p., _ 30,00.
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