Rivista "IBC" XII, 2004, 4

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / itinerari, progetti e realizzazioni

L'IBC intende promuovere progetti, ricerche e interventi per far conoscere meglio il volto emiliano-romagnolo dell'ultimo secolo, nei suoi lineamenti letterari, architettonici, musicali, gastronomici e cinematografici.
Ritrovare il Novecento

Gian Mario Anselmi
[direttore dell'Istituto Gramsci Emilia-Romagna, membro del Consiglio direttivo dell'IBC]

L'identità della nostra Regione ha caratteri peculiari che si vanno definendo lungo il Novecento. Anzi, è proprio lungo la via Emilia, lungo la dorsale Appenninica, lungo le coste romagnole che si intrecciano percorsi e simboli di una cultura che è al tempo stesso locale, nazionale e internazionale. Per questo motivo l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) ha deciso di promuovere e di coordinare progetti, ricerche, interventi volti a caratterizzare questo volto, non sempre scontato, del nostro paesaggio letterario, architettonico, naturale.

In questo senso appare prioritario proseguire nell'opera di valorizzazione di musei e case degli scrittori e degli artisti, secondo dinamiche che tengano presenti riusciti modelli europei (basti ricordare la casa di Goethe a Francoforte, il museo dei Buddenbrook a Lubecca, la casa di Monet presso Parigi e così via): il problema infatti non è solo quello di valorizzare la singola istituzione, catalogarne correttamente il patrimonio, fornirne guide adeguate.

È necessario anche costruire una sorta di rete e di tragitto che consenta al visitatore colto come al turista più distratto di percorrere il filo che lega molteplici esperienze. Ad esempio, Casa Carducci a Bologna, oppure la casa di Pascoli a San Mauro di Romagna o quella di Moretti a Cesenatico, potrebbero essere un primo tassello che guidi tra memorie e luoghi letterari di Bologna e della Romagna, senza dimenticare l'ovvio punto di partenza di casa Morandi tra Bologna e Grizzana. Altrettanto potrebbe dirsi per i luoghi letterari tra Modena, Reggio e Parma: ne emergerebbe in quest'ultimo caso una cartina di tornasole emblematica per cogliere una vera e propria essenza della cultura emiliana più rappresentativa, attraverso nomi come Delfini, Guareschi, Bertolucci, Bacchelli.

Non si tratterebbe solamente di mettere in rete e rendere accessibili in siti adeguati (aperti ai navigatori di internet) fondi, testimonianze, collegamenti tra questi artisti; si tratterebbe anche di segnare fisicamente sul territorio questi intrecci e preparare il personale idoneo nonché gli enti locali a dotarsi di tutti gli strumenti per orientare e accogliere i visitatori secondo tragitti al tempo stesso letterari, paesaggistici e perché no gastronomici, sull'esempio francese (sarebbe auspicabile in questo senso un collegamento con i progetti formativi che università pubbliche e private hanno avviato sulla cultura gastronomica a Parma, da Slow Food a facoltà dello stesso ateneo parmense). Del resto in un itinerario novecentesco affrontare, proprio tra Emilia e Romagna, il tema dell'alimentazione e della gastronomia, su impulso dell'IBC stesso e in collegamento con le istituzioni di cui si diceva, consentirebbe di uscire dalla strettoia di luoghi comuni di maniera e di impiantare un discorso serio e turisticamente rilevante su questo aspetto primario della cultura della nostra regione.

Altro punto che l'IBC intende approfondire, sulla scorta di numerose iniziative già avviate in questo senso negli anni, riguarda l'aspetto architettonico e urbanistico. Non c'è dubbio che molte città e paesi della nostra regione abbiano conosciuto interessantissimi interventi lungo il Novecento, sia in chiave di ristrutturazione moderna di modelli antichi, specie medievali, reinventati, sia di sperimentazioni architettoniche assolutamente all'avanguardia sul piano nazionale (è inutile ricordare gli importanti interventi che si effettuarono lungo il ventennio fascista).

Qui il problema è a monte: già meritevoli indagini dell'Istituto hanno avviato scavi e catalogazioni sistematici su questo patrimonio. Ma molto lavoro ancora resta da compiere e su questo si sta lavorando: condizione preliminare per una piena fruizione di edifici, quartieri, borghi di grande interesse ma spesso sottovalutati. È soprattutto originale nella nostra regione il recupero e il riuso funzionali di modelli antichi nei tessuti moderni, spesso non tanto in ossequio a mode nazionali ed europee ma quanto con una sensibilità verso le radici ineliminabili del proprio territorio [si veda in proposito, su questo stesso numero di "IBC", l'intervento di Piero Orlandi sul progetto di ricognizione dell'architettura del Novecento attualmente in corso, ndr].

Ed è proprio allo snodo tra ragioni letterarie ed artistiche, vocazioni architettoniche e storie alimentari, che si colloca l'insieme di indagini messe in atto dall'IBC, grazie al rifinanziamento dell'apposita legge regionale, per valorizzare e recuperare gli aspetti dei dialetti, che qui sono ancora vivi e che qui conoscono ancora importanti testimonianze poetiche (emblematici i casi romagnoli di Tonino Guerra o di Raffaello Baldini). Anche lo studio del Novecento pretende l'approccio al dialetto come a una delle componenti della sua storia e dei mutamenti stessi che l'hanno caratterizzata.

Un altro compito dell'IBC dovrebbe poi riguardare due poli decisivi per comprendere il nostro Novecento: la musica e il cinema. La cultura musicale è cifra propria di intere zone della nostra regione e di qui si è fatta cifra nazionale e internazionale: il caso di Verdi è il più eclatante ma è la stessa cultura novecentesca del melodramma per un verso e della canzonetta per l'altro che vanno indagati a fondo e riproposti in formule originali che sfruttino i nuovi strumenti multimediali capaci di rendere facilmente accessibili questi settori.

La musica popolare legata alla canzonetta nazionale o alla canzone d'autore può trovare centri di documentazione e di studio e di divulgazione culturale su iniziativa dell'IBC: si pensi all'immagine che dalla nostra regione si apre seguendo le note delle canzonette rese celebri dal turismo romagnolo o seguendo i sentieri, anzi le vie maestre, tracciati dai Guccini, dai Dalla, dai Ligabue, dai Modena City Ramblers. Un fenomeno che apparenta per certi versi la nostra regione ai grandi esempi della Liguria e su cui sarebbe interessante, oltre che di eccezionale impatto di immagine verso l'esterno, lavorare a fondo per definire linee di ricerca e di documentazione, giovandosi dell'aiuto degli stessi artisti.

Infine la Fondazione Fellini di Rimini, posta al centro di una rete al tempo stesso di conservazione e di produzione, potrebbe essere il volano di un'ampia stagione di riflessione e di spettacolo sul fenomeno cinema: l'IBC potrebbe farsi garante di collegamenti e di ricerche tra i molteplici soggetti interessati a questo ambito in Emilia-Romagna, dal Dipartimento di arti musica e spettacolo  dell'Ateneo bolognese alla Cineteca comunale di Bologna, fino ai molteplici centri, club, sale specializzate presenti in regione. È opinione del Consiglio direttivo dell'IBC che promuovere questi interventi e questi progetti rappresenti uno sforzo importante per valorizzare l'intero nostro patrimonio, proiettandolo nella dimensione europea che gli è consona e che sarebbe così a tutti evidente.

 

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