Rivista "IBC" XI, 2003, 4
territorio e beni architettonici-ambientali / immagini, mostre e rassegne, pubblicazioni
A volte stupiscono. È il caso di Castelnovo ne' Monti, un comune del reggiano di circa cinquemila abitanti che ha organizzato tra aprile e maggio 2003 una mostra dedicata alla pietra - la pietra da cava - e ne ha affidato il racconto agli scatti di un fotografo d'eccezione, Stanislao Farri, il cui lavoro è ben noto ai lettori di "IBC" (si vedano le immagini del n. 2/2000). Non è la prima volta che Stanislao Farri rende omaggio al territorio di Castelnovo: la mostra sulla Pietra di Bismantova, "scrutata da ogni sua parte", è di circa dieci anni fa. In quest'ultima occasione Farri propone l'avvio di una nuova ricerca sulle pietre lavorate, scolpite o incise, incontrate durante i suoi viaggi nei monti del reggiano.
Si tratta di testimonianze di storia "nobile" (si pensi al capitello delle aquile della pieve di Santa Maria Assunta di Castelnovo ne' Monti, o ai fregi della chiesa di Cotignola) o espressioni d'arte quotidiana (architravi con le rose celtiche, conci abilmente scolpiti, ecc.). "Pietre che parlano" - questo è il titolo con cui Farri avrebbe voluto intitolare la mostra -, pietre che raccontano la storia millenaria di questi luoghi, rese ancora più belle dalla scelta esclusiva del bianco e nero: del resto per Farri "lì c'è tutta la gamma di colori". "La Pietra e le pietre" (titolo definitivo della mostra, scelto - come scrive Clementina Santi, curatrice dell'iniziativa insieme a Sandro Parmiggiani - "per mettere in evidenza, anche attraverso le parole, il legame quasi fisico che intercorre fra queste pietre e quella naturale e primordiale di Bismantova") rivivono nel catalogo che ha accompagnato l'iniziativa e che consigliamo agli amanti della fotografia "documentaria" d'autore.
Come scrive Parmiggiani nella prefazione al catalogo, queste immagini testimoniano che l'occhio di Farri "non è solo quello del grande fotografo quale egli è, ma è anche, misteriosamente, sempre collegato e mosso da un bisogno etico di salvare ciò che sta per fare naufragio, che sta per essere inghiottito nella bocca impietosamente vorace del tempo. E, in questa sua esigenza di conservare una memoria [...] non c'è solo e tanto un residuo illuministico, quanto l'espressione di un amore mai affievolitosi che lui porta per la gente e per le cose della nostra terra".
S. Farri, La Pietra e le pietre, a cura di S. Parmiggiani e C. Santi, Reggio Emilia, Comune di Castelnovo ne' Monti, 2003, 56 p., s.i.p.
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