Rivista "IBC" XI, 2003, 3
territorio e beni architettonici-ambientali / convegni e seminari, progetti e realizzazioni, pubblicazioni
Siamo una civiltà vecchia ormai, con sempre più urgente necessità di fermarsi a riflettere sull'ambiente in cui vive. Trovare nuove vie, nuovi modi di leggere le realtà che ci circondano è indispensabile alla qualità della vita di tutti: le analisi proposte nel volume Le città sostenibili. Storia, natura, ambiente. Un percorso di ricerca, scrutano l'urbanizzazione dall'ottica della sostenibilità ambientale; ovvero: fino a che punto il legame tra ambiente e città potrà crescere senza sfaldarsi, senza cedere al peso di insopportabili sproporzioni? Il volume, a cura di Catia Mazzeri, presenta gli atti dell'omonimo convegno nazionale che il Comune di Modena ha promosso nel marzo 2001 per dare ufficialmente il via al progetto "Le città sostenibili".
I numerosi interventi indagano la città contemporanea fin dalle sue origini medioevali, dai suoi modi più antichi di organizzarsi. Solo partendo da lontano, immersi negli archivi, nelle testimonianze archeologiche, si può sperare di capire il presente, di tracciare un profilo di possibile "sostenibilità". Ogni territorio è infatti "Habitat storico", stratificazione della vicenda umana che plasma la natura, ed è unico, e nella sua individualità specifica va studiato. Le più diverse discipline diventano quindi indispensabili: storia, geografia, sociologia, economia, architettura, strumenti preziosi per ricercare nel passato la "radice storica della sostenibilità", la via che possa condurre ogni insediamento umano verso il futuro, senza compromettersi irrimediabilmente con miopi politiche incapaci di guardare al di là dell'immediato interesse.
È questo il punto, ed è un nodo complicato: la città nasce infatti come espressione di una cultura, la nostra, che guarda alla natura come puro strumento del bisogno immediato. La civiltà della tecnica vive sempre nel suo presente, e di ogni cosa fa oggetto d'uso. Prodotto di questo modo di rapportarsi alla realtà è la città; e forse è proprio per questo che da essa deve partire un nuovo modo di organizzare la presenza umana nell'ambiente, che sia consapevole dell'importanza dell'equilibrio tra gli elementi del territorio. Un equilibrio da rispettare in ogni attività urbana, sia nella produzione industriale e nello sfruttamento delle risorse naturali, che nell'organizzazione degli spazi della vita comune. La città non può essere solo fabbrica di ricchezze materiali, e il mondo non è una miniera da sfruttare e abbandonare: una città sostenibile non è semplicemente l'insediamento che vive in equilibrio con tutti gli elementi di un territorio, ma anche l'aggregazione umana che supera l'alienazione della vita comune finalizzata unicamente alla produzione economica, e che, come auspica Piero Bevilacqua nel suo intervento introduttivo, riscopre valori troppo spesso trascurati dalla logica strumentale: la bellezza, per fare un esempio.
È necessario che l'onere di trovare una via allo sviluppo sostenibile per realtà diverse spetti alle amministrazioni locali. Si è già detto infatti che ogni ambiente va studiato nella sua individualità in quanto risultato di uno specifico processo storico, e dunque non esistono standard completamente e certamente "esportabili". La via alla sostenibilità non si costruisce in astratto, senza tener conto di parametri e variabili locali, ma con un'attenta e consapevole pianificazione del territorio.
E a questo proposito il volume propone un caso emblematico, un esempio di pianificazione territoriale già da tempo impegnata a misurarsi con il concetto di sostenibilità: l'esperienza del Comune di Modena. Alberto Muratori, nel suo intervento, esordisce affermando che "La città può essere sostenibile solo in quanto siano sostenibili gli strumenti pianificatori che ne informano l'assetto, e i principi di governo che disciplinano le trasformazioni del territorio e le attività che sul territorio si attuano". Dunque importantissima è l'analisi, la ricerca di strumenti di progettazione e di costruzione di una sostenibilità che nasca dall'anima stessa del luogo. E cos'è mai questo genius loci, una bella astrazione da convegni, o una parola che qui, a differenza che in altri contesti può assumere davvero un significato concreto? L'anima di un luogo è il legame indissolubile tra tutti gli elementi che ne fanno parte, geologici e biologici, culturali e inanimati. E non un equilibrio che sia pura fotografia del presente, ma immagine capace di recare in sé tutto il suo passato, la sua storia, e se possibile anche il suo futuro, come via sostenibile già implicita in tutto quel che è stato.
Ma un'attenta e intelligente pianificazione non basta, fondamentale è anche la comunicazione con i cittadini, che vanno resi partecipi di scelte e interventi sul territorio, non dimenticando mai che le politiche e i cambiamenti veri non vanno imposti dall'alto, ma vissuti insieme. E ovviamente il coinvolgimento della popolazione richiede particolare serietà nelle iniziative di informazione, per assicurare una vera comprensione dei diversi indirizzi, degli obbiettivi, degli interessi in gioco, affinché, come auspica Vanni Bulgarelli in uno degli interventi conclusivi, "la partecipazione dei cittadini non si esaurisca in esercizi demagogici". Ancora una volta è esemplare il caso del Comune di Modena: l'Ufficio ricerche e documentazione sulla storia urbana, costituito appositamente nell'ambito dell'Assessorato alla cultura, ideando e promuovendo il convegno di cui qui si parla e il progetto che ne porta lo stesso nome, ha aperto un dialogo importante fra la città e i suoi abitanti, fra gli abitanti e la loro storia.
Le città sostenibili. Storia, natura, ambiente. Un percorso di ricerca, a cura di C. Mazzeri, Milano, FrancoAngeli, 2003, 390 p., Ç 30,00.
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