Rivista "IBC" IX, 2001, 2

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / convegni e seminari, progetti e realizzazioni

Qui si sana... e si conserva

Giovanni Bissoni
[assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna]

La tumultuosa, variegata e lunghissima storia della sanità italiana, accanto ai servizi sanitari, ha prodotto anche strati e strati e sedimenti di materiali, oggetti, documenti in incroci tra arte, architettura, religiosità, conoscenze scientifiche: interi santuari e conventi con le loro opere d'arte, statue, mobili, affreschi, quadri, oggetti di culto, spesso anche materiali preziosi, strumenti scientifici, biblioteche intere, archivi con documenti antichissimi, migliaia di fotografie, cartelle cliniche (documentate a partire dai primi anni dell'Ottocento).

Come è noto questi monumenti e materiali, arrivati a noi con le modalità più diverse e un tempo parte dei patrimoni ospedalieri - dal santuario fondato nel 1200 da un religioso, al convento trasformato in ospedale dopo la bufera napoleonica, agli ospedali per i pellegrini e per i viandanti, all'ospedale "moderno" fondato dal grande clinico dell'Ottocento -, sono recentemente divenuti proprietà delle aziende USL e delle aziende ospedaliere della nostra regione.

Purtroppo, ad ogni cambiamento organizzativo, parte di questo straordinario patrimonio è stato disperso o è a rischio di esserlo. È bene quindi che le Aziende sanitarie, accanto ai compiti propri e alle fondamentali funzioni di promozione, tutela, cura e recupero della salute, si occupino anche della tutela, del recupero e della "salute" di un vastissimo patrimonio storico-artistico da mettere a disposizione della collettività. È un atto dovuto anche al fine di riannodare i legami che da sempre hanno legato i servizi e le attività sanitarie alle comunità locali, alla loro storia civile, artistica e politica.


L'assessorato regionale alla Sanità ha presente questa situazione ed anche i problemi che derivano dalla gestione, dalla manutenzione, dal possibile restauro che questi contenitori o quei materiali comportano. Una serie di iniziative sono già in corso d'opera: va ricordato il lavoro che l'Istituto regionale per i beni culturali ha svolto e sta svolgendo per la catalogazione delle biblioteche e degli archivi storici delle aziende sanitarie, ma anche il lavoro che alcune direzioni generali hanno svolto o stanno svolgendo in tema di salvaguardia del patrimonio storicoartistico aziendale.

Sicuramente, tra i lavori già realizzati, occorre segnalare il restauro del complesso monumentale di Santa Maria della Vita, in via Clavature a Bologna, con il restauro del Santuario, l'apertura del Museo della sanità e dell'assistenza, il restauro dell'Oratorio dei Battuti. Si tratta di un complesso monumentale, ora interamente aperto al pubblico, che permette un percorso esemplare sia religioso che artistico.

Altro ancora è il restauro e il riutilizzo del Palazzo della Commenda di Chiaravalle della Colomba della Azienda USL di Piacenza.

Attività complesse e di grande rilievo sono poi quelle compiute negli anni scorsi dall'Azienda USL di Ravenna: dal censimento dei beni artistici e storici a un'attività di restauro e conservazione di alcune opere d'arte, alla organizzazione di mostre (tra queste vorrei ricordare "Settecento riformatore a Faenza: antefatti del Neoclassicismo ed il patrimonio d'arte dell'Ospedale", che si è tenuta a Palazzo Milzetti dal novembre 1999 al febbraio 2000).

Attività, queste, promosse da un direttore generale come Alessandro Martignani, che ci ha prematuramente lasciato lo scorso anno, la cui azione di amministratore pubblico ha saputo esprimersi con grande competenza e sensibilità non soltanto in campo sanitario ma anche nella valorizzazione, recupero, riuso, restauro e pubblica fruizione del patrimonio storicoartistico di proprietà della azienda USL da lui diretta con passione e competenza. Anche le attività che dovrebbero portate a breve al recupero della Chiesa di San Giovanni di Dio contigua all'ospedale di Faenza e la proposta di un percorso espositivo permanente delle opere storicoartistiche che partendo dalla chiesa medesima interesseranno ambienti ora ad uso della direzione sanitaria come la "Galleria dei Benefattori", riverberano ancora oggi del suo lavoro, per il quale gli siamo grati e debitori di idee e progettualità che oggi facciamo nostre.


Il 3 marzo dello scorso anno si è tenuto a Bologna, presso l'Oratorio di Santa Maria della Vita, il primo "Seminario di studi sui patrimoni culturali delle aziende sanitarie. Conoscenza e valorizzazione".

Quel primo appuntamento aveva lo scopo dichiarato di dare l'avvio a un tavolo di lavoro tra l'IBC, l'assessorato regionale alla Sanità e le aziende sanitarie per definire un progetto regionale di valorizzazione del patrimonio artistico presente nelle strutture sanitarie della nostra regione.

Si è da allora proceduto speditamente. Abbiamo attivato un gruppo di lavoro composto da funzionari dell'IBC e esperti delle aziende sanitarie, che ha elaborato in pochi mesi un progetto generale. In esso vi sono numerosi contenuti ed obiettivi:

- il censimento del patrimonio storicoartistico, archivistico e monumentale;

- la catalogazione generale del suddetto patrimonio con predisposizione di cataloghi, anche su supporti multimediali;

- la messa in rete delle biblioteche scientifiche e degli archivi storici delle aziende sanitarie;

- la formazione di personale che in ogni azienda sanitaria sia il responsabile del patrimonio storico, artistico, scientifico e archivistico;

- l'individuazione delle realtà di eccellenza nel campo del lavoro già svolto e anche delle opere d'arte più importanti su cui occorre intervenire al più presto con attività di restauro;

- l'individuazione di percorsi ad hoc per particolari specialità.

A quest'ultimo proposito vorrei ricordare che è già allo studio un percorso relativo alla storia della psichiatria che coinvolge le strutture, i materiali, le competenze di Reggio Emilia, Bologna e Imola (Bologna).

Il progetto regionale nel suo complesso sarà sviluppato nei prossimi anni, con anche l'istituzione di una apposita commissione che si proporrà come luogo di progettazione e di consulenza per le aziende sanitarie, e come luogo di incontro tra tutte le istituzioni interessate: dalle curie arcivescovili, alle soprintendenze, all'IBC, alle università. Ed ancora: la commissione si proporrà come luogo di promozione della ricerca storicoscientifica e di ricerca di collaborazioni anche con soggetti privati e fondazioni bancarie, al fine di coinvolgerli anche nei singoli progetti aziendali; dovrà poi provvedere all'organizzazione di un magazzino generale regionale per la conservazione del materiale scientifico in disuso che testimoni l'evoluzione delle tecniche e delle tecnologie legate alla cura delle persone (strumentazioni per sale operatorie, materiali di laboratorio, apparecchiature tecnologiche...).

In ultimo, la stessa commissione avrà il compito di progettare e promuovere una grande mostra itinerante sul nostro patrimonio come momento fondamentale di conoscenza e diffusione delle ricerche effettuate, dei restauri eseguiti, delle principali opere artistiche, del catalogo di tutto il patrimonio.

Ritengo che con questo progetto le aziende sanitarie della nostra regione possano meglio operare nella salvaguardia, nella valorizzazione, nel favorire la fruizione pubblica di un patrimonio importante, fino ad ora non pienamente valorizzato, che la storia dell'assistenza di questa regione ci ha consegnato e che noi intendiamo trasmettere alle generazioni future nella sua interezza e nella sua complessità.

 

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