Rivista "IBC" XXVI, 2018, 4

biblioteche e archivi / progetti e realizzazioni

Memorie digitali per la giustizia e la ricerca.
La parola alla Corte

Gabriele Bezzi
[IBC]

È giunto a una prima conclusione il progetto di digitalizzazione dei fascicoli processuali sui fatti di terrorismo e sulle stragi giudicati dalla Corte d’Assise di Bologna; sono ora disponibili presso l’Archivio di Stato di Bologna tramite un sistema informatico di ricerca che garantisce un accesso integrato puntuale e veloce al patrimonio documentale riprodotto.
Tali risultati sono stati presentati alla stampa il 18 dicembre 2018 alla Biblioteca “Guglielmi” dell’IBC dove sono intervenuti il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini; il presidente dell’Istituto Beni Culturali, Roberto Balzani; la direttrice dell’Archivio di Stato di Bologna, Elisabetta Arioti; il magistrato del Gabinetto del Ministero Giustizia, Margherita Cardona Albini, responsabile per il progetto digitalizzazione atti processuali di interesse storico; il magistrato Grazia Nart, presidente della sezione dei Giudici per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna; il presidente dell'Associazione vittime della strage di Bologna, Paolo Bolognesi. Erano inoltre presenti il prefetto di Bologna Patrizia Impresa, il segretario generale del Ministero per i Beni culturali Giovanni Panebianco, l’assessore regionale alla Cultura e Politiche per la legalità, Massimo Mezzetti e la dirigente del Tribunale di Bologna e sostenitrice dell’attività di digitalizzazione dei fascicoli, Elena Barca.

Il progetto ha preso il via con l’accordo siglato fra il Tribunale e l'Archivio di Stato di Bologna il 6 dicembre 2011 per il versamento anticipato in Archivio di Stato di 18 fascicoli processuali concernenti i fatti di terrorismo, eversione e stragismo giudicati dalla Corte d'Assise di Bologna dopo il 1971 e fino al 2004, per un totale di 1.018 faldoni oltre a 86 scatole di materiali audio, pari a circa 170 metri lineari di carte. Tra questi fascicoli processuali sono particolarmente significativi, sia per dimensioni che per rilevanza storica, quelli relativi all’attentato al treno Italicus del 4 agosto 1974 e alla strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980.
Si è inserito nel più ampio progetto nazionale " Archivi per non dimenticare" per la valorizzazione delle fonti sul terrorismo e lo stragismo a cui collaborano l'Associazione Vittime della strage di Bologna, l'Archivio Casa della Memoria, il Centro Documentazione Archivio Flamigni oltre al MIBAC e al Ministero della Giustizia.

Al versamento anticipato si è associato quello che costituisce uno dei punti qualificanti delle iniziative promosse dalla Rete degli archivi per non dimenticare: la riproduzione digitale. Si è infatti proceduto alla digitalizzazione della documentazione: riproduzione ritenuta necessaria per preservare gli originali (alcuni dei quali si presentano già fragili e scoloriti), per consentire una più agevole consultazione dei documenti e per poterli raffrontare con quelli di altri processi celebrati presso altre sedi giudiziarie o altra documentazione relativa a stragi versata negli Archivi di Stato a seguito delle Direttive Prodi e Renzi, accessibili sempre mediante strumenti informatici. ( 1)

La prima fase del progetto era già stata descritta in un articolo sulla rivista IBC pubblicato nel 2013. ( 2) Come ricordato in tale articolo, il progetto di completa digitalizzazione dei fascicoli processuali concernenti i fatti di terrorismo, eversione e stragismo giudicati dalla Corte d'Assise di Bologna è stato sviluppato nella consapevolezza che, come scritto nella “Dichiarazione universale sugli Archivi” approvata dall'UNESCO: “L’accesso agli archivi arricchisce la nostra conoscenza della società umana, promuove la democrazia, tutela i diritti dei cittadini e migliora la qualità della vita”.
Per sviluppare al meglio le attività di riproduzione e di gestione delle immagini digitali e poterne cogliere tutte le potenzialità, fin dal 2012 ha aderito al progetto anche la Regione Emilia-Romagna, tramite l’Assessorato alla Cultura e l’Istituto Beni Culturali (IBC), che ha poi direttamente sottoscritto, nel febbraio 2016, uno specifico accordo con l’Archivio di Stato di Bologna garantendo il sostegno all’attività finale di digitalizzazione, la corretta conservazione dei files digitali presso il Polo archivistico regionale (Parer) e la predisposizione di un sistema di accesso alla documentazione digitalizzata.

Le attività di digitalizzazione, svolte con strumentazioni e con il supporto della Regione Emilia-Romagna e dell’IBC, in particolare del Servizio Polo Archivistico Regionale, sono state compiute da volontari AUSER, Associazione di volontariato da sempre vicina ed attiva sui progetti di miglioramento del servizio giustizia. Tali attività sono iniziate il 10 gennaio 2012 e sono avanzate fino al 2015 presso la Cancelleria della Corte d'Assise del Tribunale di Bologna per poi completarsi nel 2016 nei locali dell’Archivio di Stato di Bologna.
Il 18 luglio 2012 è stato effettuato a cura della Commissione di sorveglianza il collaudo della prima parte delle attività di digitalizzazione per verificare il rispetto delle procedure di riproduzione e la corretta e completa corrispondenza tra le riproduzioni digitali e gli originali. A seguito del positivo esito del collaudo si è proceduto con il trasferimento della documentazione cartacea all'Archivio di Stato. Tali collaudi e trasferimenti si sono succeduti poi con regolarità fino al 2015.
In questa prima fase si è proceduto in particolare alla riproduzione e versamento del fascicolo processuale n. 1/96 R.G. Corte d'Assise, contenente gli atti del processo noto come “Italicus bis”, riguardante azioni di depistaggio delle inchieste sulle stragi del 2 agosto alla Stazione di Bologna e dell’Italicus. Tale fascicolo, compresi gli allegati (“Atti Gladio”) e gli annessi, consta di 397 unità archivistiche di conservazione, di cui 291 proprie del fascicolo processuale.

L’attività di digitalizzazione è poi proseguita nel 2016 presso l’Archivio di Stato di Bologna, ove nel frattempo erano stati versati tutti i fascicoli processuali da trattare, concentrandosi in particolare sul fascicolo processuale per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, registrato con il numero di R.G. 12/86, composto anch’esso da 397 faldoni o “volumi”.
La complessità del lavoro è stata data dall’estrema varietà dei formati cartacei dei voluminosi fascicoli penali e dalla necessità di una scrupolosa conservazione e fedele riproduzione di tutti gli atti originali. L’attività di digitalizzazione ha portato alla riproduzione integrale dei fascicoli, supportata da una attività di ordinamento e definizione dei criteri descrittivi e di organizzazione del materiale a cura di archivisti specializzati incaricati dall’Archivio di Stato di Bologna.
Sono stati realizzati file in formato PDF per un totale di oltre 750.000 pagine riprodotte. Tutti i file sono stati sottoposti al trattamento con OCR per consentire la ricerca all’interno dei testi e inseriti in uno specifico sistema di consultazione per facilitare le operazioni di navigazione tra l’ingente mole di documentazione.
L’accesso può ora avvenire in primo luogo sulla riproduzione digitale, direttamente dai singoli files oppure utilizzando il sistema di consultazione per un approccio facilitato al reperimento di informazioni all'interno di una così ampia base documentale. Attualmente essa consta in un corpo organico di documentazione relativa ad 8 fascicoli processuali aperti tra il 1976 e il 1996 su fatti di terrorismo attribuiti alla eversione di destra e depistaggi: indagini su Ordine Nero, attentato Italicus, con anche due processi per falsa testimonianza, Omicidio Giudice Amato, Strage alla Stazione di Bologna e depistaggi e su Italicus e Strage di Bologna (“Italicus bis”) per complessivi 930 volumi. ( 3)

Il sistema è stato ideato per fornire funzionalità di ricerca e riproduzione dei documenti digitalizzati e sottoposti a procedure di OCR in funzione sia di ausilio per l’accesso degli originali cartacei sia di consultazione sostitutiva dell'originale. Permette di effettuare sia una navigazione nelle unità archivistiche digitalizzate sia ricerche testuali full text sulla totalità delle immagini consentendo quindi con un'unica azione di ottenere risultati provenienti da diversi fascicoli processuali o meglio dai diversi files pdf di immagini digitali.
Anche se si è scelto di puntare direttamente alle immagini del materiale documentario riprodotto attraverso un sistema di ricerca full text, non si è però rinunciato a riprodurre i nessi che legano fra loro le singole carte, garantendo un corretto ordinamento archivistico e la possibilità di consultare integralmente i fascicoli processuali tramite una riproduzione completa ed affidabile, valutata autentica dalle verifiche effettuate di conformità agli originali.

Si tratta di materiali ancora sensibili da un punto di vista di protezione dei dati personali, per questo il sistema di consultazione non è al momento ancora accessibile liberamente sul web. Per motivi di sicurezza, possono quindi entrarvi solo utenti abilitati e da computer identificati da uno specifico certificato. I documenti digitalizzati sono a disposizione del pubblico solo da una postazione presso l’Archivio di Stato di Bologna e consultabili secondo le regole sulla consultabilità dei documenti degli archivi e la tutela della riservatezza contenute nel Codice dei Beni Culturali e del GDPR, cioè l’identificazione dell’utente, la dichiarazione della motivazione di ricerca, il rispetto delle limitazioni previste per l’accesso ai dati sensibili e la sottoscrizione del codice deontologico previsto dal Codice sulla tutela dei dati personali.

Ovviamente all’autorità giudiziaria, in particolare, ai magistrati che stanno portando avanti nuove indagini sulla strage di Bologna, è già stata fornita la possibilità di accedere direttamente al potente strumento di ricerca rappresentato da tale sistema di consultazione. ( 4)
Come ha ricordato nel suo intervento il 18 dicembre, il presidente dell’IBC, Roberto Balzani: “Gli archivi giudiziari contengono, com'è noto, una parte significativa della storia dell'Italia contemporanea. Essi sono importanti non solo ai fini della ricostruzione delle inchieste, ma in quanto formidabile scrigno d'informazioni e di dati sulla cultura, sulla società, sugli stereotipi nazionali. Grazie a sistemi evoluti di ricerca digitale, oggi è possibile affrontare montagne di faldoni, intrecciando parole chiave e frasi: un potenziale enorme per gli storici, che finalmente dispongono di un terreno assai vasto sul quale costruire un rinnovamento sostanziale dell'approccio storiografico. Il grande 'giacimento' costituito dai processi Italicus e 2 Agosto offre dunque un'opportunità ineguagliabile, della quale i ricercatori, soprattutto quelli della più giovane generazione, mi auguro sapranno approfittare".

 

NOTE

1. Una analoga iniziativa di digitalizzazione è stata presentata il 21 dicembre 2018 dall’Archivio Centrale dello Stato che ha provveduto alla digitalizzazione e descrizione mediante il software Arianna di tutti gli atti versati a seguito delle citate direttive. Per approfondimenti, si rimanda al sito dell’Archivio Centrale dello Stato ( http://acs.beniculturali.it/), in particolare alla pagina sulla documentazione declassificata ( http://acs.beniculturali.it/cosa-conserviamo/documentazione-declassificata/) e alle pagine sugli inventari digitali ( http://search.acs.beniculturali.it/OpacACS/inventario/lista/IT-ACS-AS0001-0005097)

2. Elisabetta Arioti – Gabriele Bezzi Accedere per ricordare, "IBC" XXI, 2013, 3

3. Nel corso delle attività di riproduzione e versamento in archivio sono stati affrontati anche 7 processi relativi a fatti di terrorismo attribuiti a formazioni di sinistra.

4. Il sistema di consultazione si basa sull'applicazione xPDFindER, sviluppata per conto dell'IBC da 3D Informatica, che si basa anzitutto sulla scelta di utilizzare l'XML come formato per contenere le informazioni testuali riconosciute nei documenti digitalizzati e offre possibilità di ricerca sia per struttura archivistica che linguistica, cioè per parole, con diversi parametri di raffinamento per puntualizzare o ampliare la ricerca anche per cercare di superare i limiti di riconoscimento del testo degli OCR. Entrambe le tipologie possono essere utilizzate simultaneamente sulla stessa stringa di ricerca in modo da restringere o allargare il numero di risultati ottenuti, a seconda della specifica indagine compiuta.

 

 

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